Il Vangelo della Domenica
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In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

COMMENTO

Non  di solo pane vive l’uomo..”,ed è vero, ma l’uomo non può fare almeno del pane che Cristo gli offre nel suo stesso corpo e la bevanda che gli offre  nel suo stesso sangue.“Restituiteci Cristo. La sua vita e la sua morte appartengono anche a noi.”, gridava  Roger Garaudy, nel suo cuore in ricerca della verità.                    Abbiamo bisogno di Cristo, di conoscerlo, di accostarci a lui,di sentirlo parte di noi, di mangiare di lui                       Il Libro dei Re ci presenta l’avventura di Elia,il quale,quasi scoraggiato nel correre  per difendersi dall’ira di Gezabele, i cui sacerdoti aveva sconfitti e uccisi,chiede al Signore di morire ,perché lui non si sente migliore degli altri. Ma il sonno lo prende, e al risveglio trova accanto a se una focaccia e un orcio di  acqua e sente una voce che lo invita a prendere  mangiare e a bere, perché il cammino che lo porterà al monte di Dio è ancora lungo. Rifocillato nel corpo e carico accanto della presenza di Dio,Elia riprende l’avventuroso cammino.

Il mio ,il tuo cammino di speranza verso l’eternità è forse lungo e faticoso. A volte anche a noi prende lo scoraggiamento,e spesso ci pare di sentirci accanto la solitudine di Dio. E’ il momento in cui Cristo,nostro silenzioso e discreto compagno di viaggio, ci viene incontro e ci ripete:” Io sono il pane  disceso dal cielo… Non sono solo  il cibo per il tuo andare,ma anche il bastone del tuo cammino,il riferimento nei momenti bui,la risposta  alle tue molte domande!” E’ vero che alla parole di Gesù non tutti applaudono,anzi ci sono molti,anche tra i nostri compagni di viaggio che  hanno da ridire,come i Giudei con Gesù,rifiutando di credere alla sua identità di offerta,e cercando di ridimensionare la sua persona e le sue affermazioni. Ma credere  è arrivare attraverso la fede a Cristo per lasciarci possedere da lui e possedere noi lui .Arriviamo a lui attraverso Il Padre che ci chiama all’ascolto e all’apprendere ilo significato del suo parlare. Entrare nella dimensione della volontà di Dio è prendere in mano il possesso della chiave della vita eterna.

Ancora il richiamo di Cristo ad una fede autentica che non può però essere vissuta senza essere in lui e con lui,rendendo nella carità la testimonianza che davvero viviamo in Cristo.

L’Apostolo Paolo ,nel brano della Lettera agli Efesini,ci offre ancora la ricetta pratica di vivere la carità alla luce della nostra appartenenza a Cristo:”scompaia da voi ogni asprezza,sdegno, clamore, maldicenza e malignità…..Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi,perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Camminate nella carità!” La fede ci apre il cielo e ci offre il volto di Dio,la carità ci fa percorrere la strada per arrivare a Dio. Ma sia la fede che la carità hanno bisogno di sostenersi del pane che Dio ,in Cristo, ci pone davanti. Purtroppo ci sono alcuni,anche oggi, come i suoi concittadini di ieri, che beffeggiano Cristo,me egli continua ad affermare senza paura che senza di lui la vita dell’uomo è vuota.                    Non so chi ha scritto che se Gesù venisse tra noi oggi, gli uomini non lo crocifiggerebbero : lo inviterebbero a cena,ascolterebbe quello che lui dice e riderebbero di lui.. Ma lontani da Cristo ,si può forse ridere, ma  c’è sicuramente il rischio di  rimanere nel buio.

                   L’uomo per morire di fame non  può non sedere alla mensa di Dio.

Commento di P .Pierluigi Mirra passionista

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