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Oristano (Nando Cimino) - Si prospetta un’annata di successo per il vino di Eleonora D’Arborea. Abbondanza e qualità sembrano profilarsi, stando ai pronostici per il prossimo raccolto di ‘Virnacula’. La Vernaccia, vino tipico oristanese di fama internazionale, potrebbe, infatti, registrare un incremento della produzione del 20%. Questo dato emerge dalla stima dell’enologo, Enzo Biondo, che ha condotto un approfondito studio presso i nove maggiori produttori di Vernaccia oristanese. “Grazie ad un'estate asciutta e allo stesso tempo ventilata le vigne sono sane - spiega l’enologo - e il prodotto sarà di sicura eccellenza”. Profondo conoscitore del ‘Crannatza de Aristani’, Enzo Biondo, è anche autore del libro a lei dedicata, dal titolo, appunto, ‘Vernaccia di Oristano, il vino della Principessa Eleonora’. Dall’analisi dell’esperto, inoltre, emerge che l’annata in corso ha permesso di ridurre al minimo l’utilizzo degli antiparassitari, preservando così, le caratteristiche dell’acino. Della Vernaccia, nell’oristanese, si ha traccia fin dalla prima metà del 1300 e, nel periodo Giudicale, fu proprio grazie ad Eleonora d'Arborea, estimatrice del nettare locale, che si impose un rigido disciplinare a tutela di quel vitigno, registrandone la norma perfino nella “Carta de Logu”. Dal colore dorato ambrato, la Vernaccia, inonda l’aria del caratteristico profumo del fiore di mandorlo che ritorna al palato regalando un retrogusto delicato di mandorle amare. Sono proprio queste particolari peculiarità a rendere la Vernaccia, espressione della natura dell’isola. Il successo della ‘Virnacula’ sta anche nella sua versatilità che i sardi hanno avuto modo di sperimentare e suggerire. Può, infatti, essere degustata come aperitivo, servito tra gli otto e i dieci gradi o pasteggiando, versato a dodici gradi. E’ un vino che si confronta bene col pesce, con piatti corposi, con formaggi dal gusto marcato ma anche con i dolci alle mandorle, tipici della ricca tradizione culinaria sarda.