Mondragone-Castel Volturno
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di Daniele Palazzo

FALCIANO DEL MASSICO-Successo crescente, attestati di stima e benemerenza di più parti, molto positivi riscontri critici, eccezionale risonanza sul territorio, notevole e soddisfacente andamento anche nelle vendite. Non c’è che dire. La prima fatica letteraria del giornalista e ricercatore falcinase Aldo Cavallo ha colto veramente nel segno, proponendosi quale veicolo privilegiato di una cultura e di un modo di pensare sicuramente moderno e ben pregno di quella poesia e di quell’’attenzione ai valori della vita e dell’umana convivenza che, praticamente da sempre, contraddistinguono l’opera e l’operato di un autore che, per la sua raffinatezza di pensiero ed azione, non sfigurerebbe nel frequentare i massimi salotti culturali e i santuari più in quanto ad esaltazione del pensiero e del sano e costruttivo intendere i rapporti umani. ‘Volti dimenticati’, non è semplicemente un libro sulle atrocità e sulle nefandezze proprie della guerra, nella fattispecie, il secondo conflitto mondiale. Il volume di Cavallo è e vuole essere una sorta di affresco, nel quale i protagonisti assoluti non sono i cosiddetti grandi della storia, le gesta, più o meno eclatanti, di questo o quel grande protagonista delle vicende che furono e nemmeno le prodezze di quanti hanno contribuito, anche a costo della vita, ad imprimere al contenzioso armato che, dal ’43 al ’45, ha coinvolto tutto il mondo in una spirale di morte e desolazione che solo il demonio e chi ne condivide i meschini ed inumani progetti poteva ordire e porre in essere. Non quel genere di attori, dunque. Sul prezioso sentire tracciato dalla magica penna di Aldo Cavallo danzano non i primi, ma gli ultimi, i derelitti, i dimenticati, il cui eroismo, però, non è da meno rispetto a quello degli altri, anzi, come sottolineato a tratto doppio dall’autore del tomo in trattazione, si staglia, con forza e decisione, nel firmamento della vita vera e vissuta come Dio comanda e il quello dei valori e della fratellanza che la dicono tutta sul mondo interiore di uno scrittore, Aldo Cavallo, appunto, che, come lui stesso ha detto durante l’ultima tappa di presentazione del libro in questione(si è svolta, l’altro giorno, nel raccolto e suggestivo ambiente della Chiesa della Civita, in Castelvolturno), malgrado la sua attività di giornalista affermato lo abbia “portato spesso a segnalare le brutture e i problemi del suo comprensorio di appartenenza, ama profondamente la sua terra e la sua gente”. Ma, non è stato sempre così. Spesso e volentieri, lo scrittore targato Falciano del Massico, che, come è giusto che sia, tiene pure a dichiarare la sue origini mondragonesi, si è ritrovato a contatto che personaggi apparentemente insignificanti m che pure hanno contribuito, nel loro piccolo, all’instaurazione di quell’idea di pace e sano vivere e convivere dei cui preziosi ed ammirevoli risvolti anche noi, uomini del terzo millennio,, possiamo godere ed andare fieri. “Sono proprio loro, vale a dire i dimenticati da tutti, e le vicende che li hanno resi campioni di eroica umanità a darmi l’input per dare alle stampe il libro che, in loro onore, ho intitolato “Volti dimenticati”. Il volume cavalliano si divide in nove capitoli, tutti carichi di una poesia e di contenuti che, insieme, tendono a corroborare e rafforzare con slanci di nuova umanità e disarmante voglia di spiritualità vera e pregnante assolutezza la già bella e coinvolgente costituzione del mondo che ci circonda. Non ce ne voglia chi ha provveduto a presentare  l’opera in oggetto, in secondo ordine perfino le belle parole di presentazione dell’opera in parola da parte degli esperti Alfonso Caprio, Giovanna Traetto e Giuseppina Parararo, che pure hanno avuto moti di apprezzamento e manifestazioni di stima ed incoraggiamento ad andare oltre e a fare sempre meglio per uno scrittore-ricercatore che, grazie al suo intuito e al suo talento, si è già guadagnato un posto al sole tra i personaggi più in e considerati del campo espressivo di riferimento. La bella e fruttuosa manifestazione castellana, fortemente voluta dallo staff di vertice dell’Associazione “Amici della Biblioteca Don Milani”, è sta resa davvero unica da un corposo programma di canzoni(accompagnati da Francesco Noviello, al pianoforte, e Giuseppeb Traettino, alla tastiera, le hanno magistralmente interpretate i cantanti Gaetano Tibaldi e Silvia Morrone)  e rappresentazioni teatrali(tra queste, ci pregiamo di segnalare l’atto unico di Ciccio di Napoli “L’Intervista”, che ha visto protagonisti un superbo Renato De Litala e i bravissimi Carlo Armbrosca, Angela Torrano, Gigino Letizia e Marilena Cimmarosa)a tema, la maestria e versatilità dei cui interpreti è stata unanimemente apprezzata dalla vasta ed esigente platea intervenuta. A fine serata, dichiarandosi “commosso e compiaciuto” per la calorosa accoglienza ricevuta, l’autore di “Volti dimenticati”  non ha mancato di rivolgere un “affettuoso saluto ed un doveroso ringraziamento a tutti coloro che lo hanno onorato della loro presenza, riproponendosi di continuare con maggiore tenacia e rinnovato vigore nella sua opera di dare voce a chi voce non ha, ma che, è bene ribadirlo con tutte le forze e con ogni mezzo, avrebbe ed ha moto più  da dire di chiunque altro.”

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