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La più antica citazione del Carnevale di Capua risale al XIII sec.

 CAPUA - È stato pubblicato in questi giorni dal prof. Giancarlo Bova il II volume delle Pergamene Aragonesi di Capua, a cura dell’Editrice Palladio di Salerno, di cui è amministratore unico il cav. dott. Franco Di Matteo, decano degli editori salernitani.

Il volume (di circa 700 pagine con 32 foto a colori f/t e 20 foto b/n) fa parte della nota Collana “Corpus Membranarum Capuanarum” (CMC), diretta dallo stesso Autore, che si affianca per importanza alle ben note Collane “Corpus Membranarum Italicarum” (CMI), diretta da Antonino Lombardo, e “Corpus Inscriptionum Latinarum” (CIL), diretta dal grande Teodoro Mommsen.

Un Comitato Scientifico Onorario Internazionale composto da 160 professori universitari, il quale annovera i più insigni studiosi di tutto il mondo nell’area medievale della storia, economia, filologia, musicologia, paleografia, diplomatica, archivistica, ecc., fa da eccezionale supporto scientifico all’opera imponente di Bova, che conta ormai già molti volumi e la pubblicazione di un migliaio di pergamene. Hanno aderito al Comitato i professori di Università prestigiose, quali la Sorbona, Harvard, Cambridge, Oxford, Leeds, Londra, Madrid, Granada, Lisbona, Bruxelles, Zurigo, Utrech, Leida, Monaco, Gottinga, Tubinga, Berlino, Dresda, Bergen, Yale, Washington, New York, Toronto, Bucarest, Varsavia, Budapest, Sarajevo, Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa, Nuova Zelanda, ecc., ecc. In particolare, molto importante è la presenza nel Comitato dei professori delle Università dello Stato di Israele e del Centro Studi sull’Ebraismo di Oxford, tenuto conto delle ricerche che Bova conduce da anni su alcune etnie ebraiche presenti nel territorio di Capua da epoca storica, quali quelle dei Sadducei, dei Daniti, dei Maccabei, dei Surici e dei Medici. Il nostro Autore tra l’altro è seguito da anni con interesse anche dai vertici del Vaticano, che non gli hanno fatto mancare incoraggiamenti a continuare l’opera.

Uno dei temi più interessanti trattati da Bova nel volume, è quello dell’identità cittadina.  Attraverso una ricca documentazione vengono evidenziate le transazioni economiche della Chiesa locale con l’antica Capua, nota tra l’altro per la Perdonanza di S. Maria del agosto e per le fiere che richiamavano fedeli e mercanti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Non meno importanti sono i rapporti tra la Chiesa e la nuova Capua, quella attuale, ricca di mercanti e di famiglie facoltose. Per quanto riguarda in particolare il commercio, si registra nella città bagnata dal Volturno e nel contado la presenza di numerosi operatori economici forestieri e stranieri. Caratteristica di Terra di Lavoro era la coltivazione della canapa, mentre i profumi erano la peculiarità dell’antica Capua. Inoltre sono studiati dall’Autore anche altri centri minori, come Marcianise, Mondragone, Bellona, Vitulazio, Triflisco, Francolise, Teano, Scarpati, S. Maria la Fossa, Pignataro, Pontelatone, Pietramelara, Caiazzo, Pantuliano, Calvi, S. Angelo in Formis, Gaeta, Caserta, Casalba, S. Nicola la Strada e tanti altri siti.

L’Autore pubblica inoltre un’importante carta del xiii secolo, in cui vi è la più antica menzione del Carnevale a Capua. Infine presenta per la prima volta una tavola in cui sono raffigurati alcuni tipi di nodi usati dai notai e giudici capuani nei loro signa: tra essi spicca il nodo templare. In altre tavole sono descritti i cibi, i dolci e i preparati farmaceutici delle monache di S. Giovanni.

            Al di là del contenuto del bel libro – scritto da Bova a sue spese, in condizioni proibitive e nell’assenza delle Istituzioni – stupisce come nella sequenza cronologica delle pergamene della Curia finora pubblicate, ci siano dei vuoti spaventosi! Quale la causa? Si auspica altresì che si possa fare al più presto una mostra delle cento pergamene circa con sigillo pendente, visibili fino a qualche tempo fa e citate dal Granata, dalla Mazzoleni e dalla Orefice, che da sempre hanno costituito uno dei vanti del’Archivio Arcivescovile.   

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