In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Commento
Nel chiudere il suo libro, il Profeta Isaia,parlando sempre a nome di Dio, ci esorta a porre prima di ogni offerta a Dio e di qualsiasi preghiera,l’osservanza del diritto e della giustizia,perché soltanto da chi si pone in questo percorso di vita da Dio sono accetti anche gli olocausti e le preghiere.
E’ questione di coerenza profonda:non si può dare a Dio quello che si ha,se dinanzi a Dio non si è quello che lui vuole che noi siamo. Così,purtroppo è stato il comportamento di Israele nel suo cammino:camminare ,offrire, ma spesso senza Dio,osservando fino in fondo leggi e precetti, ma aveva il cuore lontano da Dio,tanto da non accettare poi colui che Dio stesso gli aveva mandato a salvezza,Gesù Salvatore.
E’ pur vero che l’uomo guarda all’apparenza,ma Dio guarda dentro il cuore.
E ciò che fa Gesù stesso nei confronti della donna cananea del Vangelo di oggi,una donna,una madre angosciata che insiste a chiedere la guarigione di sua figlia posseduta dal male.
In un primo momento Gesù ,dinanzi alla identità anagrafica della donna,tace.
Poi, dinanzi all’insistenza degli stessi discepoli,la sua risposta è del tutto negativa,affermando che la donna non appartiene alla gente alla quale lui è stato mandato. Alle insistenze sempre più accorate della donna, Gesù paragona la richiedete “ai cagnolini” a cui viene solo gettato un tozzo di pane. Ma la risposta della donna, che riprende il paragone con i cagnolini fatto da Gesù,il Maestro stesso ritrova in lei non solo l’angoscia di una madre che soffre per la malattia della figlia,ma anche una fede che va al di la della identità stessa della donna. Ed egli allora l’ascolta, l’accoglie ed esaudisce la sua preghiera. Una madre che ,pur di vedere la figlia guarita,s’accontenta come un cagnolino di raccogliere le briciole che cadono dalla tavola dei padroni.
Dio ascolta la nostra preghiera se essa nasce da una fede senza i “ma” o i “se”,o i ”perché” o i “come”. Una fede genuina che dice fiducia senza limiti nella bontà di Dio, e che va al di la delle nostre richieste , e pone l’ascolto fiducioso nella risposta di Dio.
Umiltà nel chiedere,pazienza nell’attesa,accettazione completa della risposta di Dio,ponendo ogni cosa nel volere di Dio,il quale, già prima che chiediamo,già sa di che cosa abbiamo bisogno,e e sa offrire a noi ogni cosa a tempo opportuno.
Per arrivare al cuore di Dio non ci vogliono molte parole, ma una fede semplice ,condita da grande umiltà e pazienza
Commento di P.Pierluigi Mirra passionista