In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.COMMENTO
Il Profeta di cui Mosè parla la popolo è Cristo. Il Patriarca proietta dinanzi al popolo in ricerca della Terra Promessa la figura del nuovo Profeta,una figura che si staglia in mezzo all’umanità oltre il tempo e lo spazio, e sulla cui labbra Dio stesso porrà le sue parole. S. Giovanni , nel Prologo del suo Vangelo definisce Gesù il Verbo di Dio, la Parola ch e si è fatta carne per arrivare facilmente al cuore degli uomini,ed essere accettata e ascoltata,perché ad essa è legata è la salvezza dell’uomo stesso.
Ben ci esorta il Salmo 94/95 ad ascoltare questa Parola, a non indurire ad essa il cuore,perché per un cuore indurito non c’è salvezza,anzi tale cuore è condannato alla solitudine del silenzio, non solo, ma anche al rendiconto difficile con Dio. Questa Parola deve illuminare, tonificare ogni scelta di vita a cui Dio ci orienta,a vivere nel tempo con essa che diventa conforto, aiuto e luce nel percorso a cui Dio chioma ciascuno di noi,e forza per costruire, camminando, quella via che conduce alla vita eterna.
E questa Parola sfida gli inferi,spezza le catene del male, guarisce i cuori stanchi, libera quelli occupati dal male e quelli oppressi da situazioni che possono generare confusioni o sbandamenti.
Rifiutare questa Parola è rifiutare Cristo, l’Unto del Padre,e rifiutare lui è rifiutare la salvezza e finire succupi del male. Cristo parla con autorità,’autorità che gli viene dalla sua missione, autorità che vuol dire coerenza, e che rompe ogni conformismo , mantiene tasta all’ esibizionismo degli Scribi e dei Farisei.
Egli insegnava con autorità,cioè senza paura o compromessi,affrontando i suoi nemici che cercano tutti i modi per screditarlo dinanzi al popolo. Con autorità egli sfida mentalità e compromessi.
Solo chi ha questa autorità,chi possiede Dio,la fede forte in lui, chi parla il suo linguaggio,che vive una coerenza di vita che va ad di la di ogni compromesso o riserve, solo questa autorità,che dice convinzione oltre ogni cosa, muove all’ascolto,non solo, ma con una condotta integra contagia e porta gli altri sulla via del bene. Oggi abbiamo bisogno non solo di chi ci parla di Dio, ma di chi vive di Dio, di chi la cui condotta traspira Dio, di veri profeti che ci dicono con la loro vita che Dio cammina in mezzo a noi, di profeti che non hanno paura di fare a tutti a loro voce, la Parola, anche al di degli steccati e delle barriere che il conformismo vuole porre al nostro parlare. Abbiamo bisogno non di “mediocri”, ma di gente che sa scommettere su Dio e sull’uomo, rendendosi garante con la propria vita, e non ha paura di soffrire per la verità
Non abbiamo bisogno di cristiani che in chiesa sembrano vegliare ,
ma che poi fuori si addormentano.
Commento di P. Pierluigi Mirra passionista
Commento al Vangelo di domenica IV del Tempo Ordinario ( 1 febbraio 2015) - Marco 1,21-28
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