Il Vangelo della Domenica
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Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

 

 

Commento                                               

 In questa Solennità cara al popolo cristiano di sempre, il tema sintetizzato e offerto è certamente quello dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo,non solo in una promessa reciproca,ma vincolata dal sangue sparso. Già il testo  tolto dal Libro dell’Esodo pone in risalto l’evento e  il rito dell’Alleanza, nell’offerta di “alcuni giovani” di giovani giovenche  in “sacrifici di comunione “ al Signore,l’aspersione di parte del sangue sul popolo, e la risposta unanime del popolo di eseguire in tutto, quello che  il Signore chiede.      

Il brano della Lettera agli Ebrei,riprende  il tema del sangue offerto, ma stavolta non parla di capri e vitelli, ma del sangue di Cristo offerto al Padre e sparso sul popolo per purificarlo dai peccati e santificarlo, rendendo così  Cristo stesso Mediatore della “nuova ed eterna Alleanza”,offrendo alla gente,inserita in Dio attraverso Cristo, di partecipare alla eredità eterna. Nel Corpo e nel Sangue di Cristo non c’è solo la promessa,ma la garanzia di vivere in eterno.                                                                                                                                                    Il brano del Vangelo di Marco ci riporta nel Cenacolo,dove Gesù conferma l’Alleanza Nuova nel suo Corpo e nel suo Sangue. Quello del Cenacolo sembra un appuntamento sempre sognato e desiderato da Gesù, anche se egli  è cosciente  che  esso lo porterà  al compimento, tra rifiuti  e tradimenti, della sua opera redentrice. Lo desidera, lo vuole e lo attuerà con solennità nella Pasqua, dopo avere messo in atto il rito ebraico.

I discepoli, altre volte,tra lo sgomento e  l’abbandono di molti, hanno sentito Gesù non  solo promettere , ma definirsi egli stesso”il pane vivo disceso dal cielo”, e che il suo corpo offerto e mangiato era garanzia per la vita eterna,ma nel Cenacolo  sorprende fortemente  i discepoli.”Prendete , questo è il mio corpo!...  Questo è il mio sangue dell’Alleanza,  che è versato per molti!..” Un sigillo indelebile di un patto eterno che nessuno potrà mai rompere. Siamo dunque alleati con Dio in Cristo,e come lui sempre fedele  alle sue promesse,siamo chiamati ad esserlo anche noi,se vogliamo percepire in eterno il frutto di questa Alleanza.  E per vivere la fedeltà a questa Alleanza è necessario ritrovarci con Cristo alla mensa del nuovo cenacolo,ogni volta, che ci raduniamo in Assemblea, come credenti e  discepoli. Soltanto  ritemprandoci  con il Corpo e il Sangue di Cristo, possiamo essere  coerenti  nella nostra testimonianza  di fede e di amore  nella Chiesa, e saremo credibili, rivelando agli altri l’amore grande di Dio, e  fare nascere in essi il desiderio di entrare a fare parte di questa nuova ed eterna Alleanza. “Partecipare alla Messa non è tanto solo un dovere quanto un bisogno,per ridare alle batterie della vita quell’elettricità divina che è necessaria per dare luce alla vita” (Dini)

Partecipando e vivendo l’Eucarestia non  diventiamo in Cristo quello che celebriamo.

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

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