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PERDASDEFOGU – (Nando Cimino) Non si ferma l’interesse della comunità scientifica internazionale nei confronti della popolazione di Perdasdefogu. Ad attirare gli studiosi di tutto il mondo in quest’angolo dell’Ogliastra centro-meridionale, sembra essere la longevità delle sue genti. Da diversi anni, ormai, il Dna dei foghesini è posto sotto la lente d’ingrandimento da paleogenetisti, genetisti che, attraverso varie formulazioni scientifiche, tentano di svelare il mistero che avvolge questo popolo. Alcune ricerche effettuate nel 2006, dall’equipe guidata dal genetista, Guido Barbujani, dell’università di Ferrara, ad esempio, hanno dimostrato come proprio nelle comunità ogliastrine è custodito lo stesso patrimonio genetico delle antiche popolazioni nuragiche. La comparazione del Dna mitocondriale con campioni ossei rinvenuti anche in cinque grotte nel territorio di Perdasdefogu, effettuata dal professore di Ferrara, ha svelato che una percentuale pari al 56% del genoma dell’antica stirpe che popolava la Sardegna tra il 1500 e il 700 a. C., si trova nel tessuto cellulare degli attuali ogliastrini. Nel tempo, lo straordinario quanto curioso risultato, ha aperto le porte a frotte di ricercatori che, strada facendo, si sono imbattuti anche in un’altra peculiarità territoriale; la longevità, appunto. A Perdasdefogu, il termine longevità è sinonimo della blasonata famiglia Melis che pochi giorni fa ha perso la venerata centottenne, Tzia Consòla. Su questa scia, nella mattinata dello scorso giovedì, una nutrita schiera di studiosi coreani, giapponesi, portoghesi e americani, aderenti all’istituto di ricerca, ‘International Centenarium Consortium’, accompagnati da, Giovanni Mario Pes, ricercatore e specialista in disabilità nelle malattie dell’invecchiamento presso l’università di Sassari, hanno focalizzato la loro attenzione proprio sui componenti del clan Melis che, per ben tre volte di seguito, han conquistato la posizione d’onore nel Guinnes dei Primati, come nucleo familiare più longevo al mondo. Accolti presso la biblioteca comunale dal sindaco di Perdas, Mariano Carta, da alcuni suoi delegati e dal gruppo locale della ‘Pro Loco’, i ricercatori d’oltre oceano sono rimasti affascinati dalle particolarità del costume tipico tradizionale, per l’occasione indossato da alcune incantevoli rappresentanti del locale gruppo folk. Si sono, poi, concentrati sui fratelli Antonio, di novantasei anni, Adolfo di novantadue e Vitalio Melis, di appena, si fa per dire, novant’anni e su, Claudina Melis e Vittorino Palmas, entrambi prossimi a spegnere la candelina numero centotre. Cosa questi scienziati abbiano colto d’importante, sotto lo squisito profilo scientifico, non è dato sapere. Di certo, però, hanno avuto la conferma che il vero elisir di lunga vita della famiglia Melis, in particolare, sta tutto in un concentrato di saggezza, umanità e buona pratica quotidiana. Secondo i decani della comunità, infatti, il segreto sta semplicemente nel mangiare poco e bene, nell’evitare inutili conflittualità e nel risolvere quelle che sorgono attraverso il dialogo e, infine, raccomandarsi a Dio con la preghiera, tutti i giorni.