(Nicola Russano)- Occhi da direttore d 'orchestra. Nella casa di Claudio Abbado si udiva costantemente il suono del violino del padre, che si preparava ai molti concerti o alle lezioni che teneva al Conservatorio. Quando taceva il violino, e a volte contemporaneamente a esso, si sentiva suonare il pianoforte con il quale il fratello maggiore Marcello, studente al Conservatorio, si esercitava. Altre volte ancora, certo in momenti di maggiore intimità, era la mamma che suonava al pianoforte i pezzi preferiti dal bambino. All'età di sette anni, quando i bambini neppure sanno che esistono sale per concerti, Claudio assistette per la prima volta a un concerto alla Scala di Milano. Quella sera il maestro Antonio Guarnieri dirigeva i Notturni di Debussy. Affascinato dai magici suoni di quel brano, il fanciullo, giunto a casa, scrisse sul suo diario, con caratteri infantili, che anch’egli avrebbe voluto diventare un giorno direttore d 'orchestra. A confermare il desiderio del bambino contribuirono anche le parole che Leonard Bernstein pronunciò poco tempo dopo in casa della famiglia Abbado. Il padre aveva invitato a cena il grande direttore, il quale, non appena vide il fanciullo che non conosceva, disse: «Questo bambino ha gli occhi da direttore d’orchestra». Nella Vienna del 1957, che incominciava a riprendersi dai disastri della seconda guerra mondiale, due giovani poco più che ventenni, uno italiano, Claudio Abbado, l’altro indiano, Zubin Mehta, giravano per le strade con poco denaro in tasca, ma con la testa colma di sogni. Ambedue erano giunti nella capitale austriaca per tentare di diventare grandi direttori d 'orchestra Pensavano che quella era la città che meglio avrebbe potuto aiutarli a realizzare le loro aspirazioni. Uno degli edifici dove più spesso dirigevano i loro passi era il Musikverein, la celebre sala nella quale l’Orchestra Filarmonica di Vienna effettuava le prove. Essi pensavano che se avessero potuto assistere a quelle prove e osservare e studiare i grandi direttori che vi lavoravano, avrebbero potuto imparare e sperare di far carriera, evitare errori futuri, e arricchire la propria conoscenza ed esperienza nella direzione orchestrale. Ma l 'accesso alla sala prove del Musikverein era loro vietato. Tutti i tentativi compiuti per intrufolarvisi risultarono vani. Vedevano con invidia entrare gli strumentisti e i membri del coro, quando un giorno, ormai quasi disperando di riuscire nel loro proposito, videro un cartello affisso a una delle porte dell'edificio. Dopo essersi avvicinati e averlo letto distrattamente, diedero in un grido di gioia. Finalmente avevano trovato la soluzione. L’annuncio diceva che erano richieste voci per il coro e che gli esami di ammissione si sarebbero tenuti di lì a pochi giorni. I due giovani sospesero temporaneamente ogni altra attività e incominciarono con grande entusiasmo a preparare quell’esame, per loro inconsueto. In serrata competizione riuscirono a conquistare due posti nel coro dell'Orchestra Filarmonica di Vienna. In seguito Claudio Abbado dichiarò che gli anni trascorsi cantando in quel coro furono i più istruttivi della sua vita.
Il grande direttore d’orchestra italiano venuto a mancare dopo una lunga malattia all’età di 80 anni è stato uno dei più grandi direttori d’orchestra del mondo. Nato il 26 Giugno 1933 a Milano in una famiglia di musicisti, ha inizialmente studiato pianoforte e organo, e poi ha frequentato un corso di direzione d’orchestra a Siena, dove ha conosciuto i suoi futuri colleghi Daniel Barenboim e Zubin Mehta. Abbado arriva al successo nel 1958 vincendo il prestigioso premio Koussevitzky per direttori d’orchestra. Dopo il debutto nel 1960 a Milano, nel 1966 inizia la collaborazione con i Berliner Philharmoniker e inaugura due anni più tardi, la stagione lirica del teatro alla Scala, di cui diventerà poi il direttore artistico. Nell’ottobre 1989, Abbado viene scelto dai Berliner Philarmoniker come direttore artistico della prestigiosa orchestra per succedere ad Herbert Von Karajan, e, cinque anni dopo, diventa anche direttore del Festival di Salisburgo. Nel 2002 conclude la sua collaborazione a Berlino(alla fine del suo ultimo concerto, il pubblico lanciò quattromila fiori e lo salutò con trenta minuti di applausi) e poco dopo ritorna in Italia. A Berlino il suo lavoro artistico ha lasciato un impronta indelebile. Segnato dalla sofferenza della malattia, ogni anno Abbado ha fatto ritorno in città con i Philarmoniker accolto da un pubblico in visibilio. “La morte di Abbado è stata una perdita inestimabile”, ha dichiarato l’orchestra sul suo sito web. “Il suo amore per la musica e la sua insaziabile curiosità sono state la nostra ispirazione e hanno plasmato la nostra opera musicale sin dai suoi primi concerti con noi nel 1966. Siamo orgogliosi di poterlo considerare come il nostro direttore principale e sentirci parte della sua eredità musicale”.. Dal 1979 al 1987 è stato direttore principale della London Symphony Orchestra e nel 1986 ha assunto la direzione artistica della Staatsoper di Vienna. Dopo il suo ritiro da Berlino Abbado è tornato in Italia e ha fondato l’Orchestra Mozart per giovani musicisti e ha partecipato alla nascita della Lucerne Festival Orchestra. Il 30 Agosto 2013 Abbado ha ricevuto un’altra importante onorificenza quando è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Abbado spesso aveva criticato i governi autori di tagli ai fondi per la cultura e aveva deciso di rinunciare allo stipendio da senatore per devolverlo alla scuola di Musica di Fiesole a sostegno delle borse di studio per i giovani musicisti.