avv. Pannone - avv. Russo

Santa Maria Capua Vetere
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Santa Maria Capua Vetere (Antonio Gaudiano) – E così mentre

ci si attendeva la sfiducia del vice presidente e del tesoriere, la cronaca è costretta a registrare un ennesimo ribaltone in seno al Consiglio dell’ordine degli avvocati del Foro di Santa Maria Capua Vetere. E’ stato sfiduciato il presidente Ottavio Pannone e la segretaria Tiziana Ferrara, in carica da qualche mese. Le opposizioni si sono coalizzate e hanno eletto a presidente del COA Adolfo Russo e quale nuovo segretario Mario Palmirani. La nuova maggioranza (risicatissima: 11 contro 10) può contare, pertanto, su undici consiglieri: sei dei quali provenienti dalla lista di Avvocati 4.0, alla quale appartiene il presidente Adolfo Russo ed il segretario Mario Palmirani, e tre che provengono da Avvocatura del Fare che ha espresso il vice presidente Renato Iaselli e il tesoriere Anna Maria Sadutto. A questi si aggiungono Rosanna Raucci ed Elio Sticco. A quest’ultimo Pannone attribuisce il ruolo di aver ordito la trama che ha portato a questo ennesimo cambio di scena.

All’opposizione sono finiti Giuseppe Gallo ed i nove componenti eletti di Dignità Forense.

Dalle prime dichiarazioni sembrerebbe che il presidente Pannone aveva deciso di sfiduciare il vice presidente Adolfo Russo in quanto quest’ultimo non rispettava una condotta collegiale, ma si poneva quale ‘battitore libero’.

Da parte di Adolfo Russo, invece si dà la colpa proprio a questa volontà di rottura da parte del presidente il quale non avrebbe preso atto del fatto che il vice e i suoi in una precedente riunione del Consiglio avevano fatto mancare il numero legale proprio per dare un segnale, non raccolto da Pannone che avrebbe insistito nel voler riproporre la revoca, determinando, come conseguenza, il ribaltone.

Al di là delle ragioni delle parti in causa, si registra il disappunto degli avvocati del Foro, espresso sui social.

Alcuni di loro attribuiscono la colpa di queste situazioni aberranti al sistema elettorale che toglie qualsiasi ruolo alle liste di candidati.

Altri si sono appellati al senso di correttezza che avrebbe dovuto permeare la condotta dei componenti di opposizione,  che avrebbero dovuto prendere atto che legittimato a guidare il COA avrebbe dovuto essere chi aveva vinto le elezioni.

Aggiungiamo, per quanto ci riguarda, che questi ribaltoni di certo assestano un ennesimo duro colpo alla già precaria considerazione di cui gode la classe forense sammaritana.

 

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