(Pasquale Della Volpe) -  Inizia male il 2014 per la Pasta Reggia Caserta che dopo la debacle di domenica scorsa, subisce un altro stop ad opera della cenerentola della classifica, Vanoli Cremona, che porta a casa la terza vittoria stagionale, vincendo per 69-64. Partita dalla posta in palio altissima, soprattutto per i padroni di casa, reduci da ben sette ko di fila e quindi non spettacolare, ma vibrante in quanto giocata dalle due formazioni punto a punto dal primo sino all’ultimo secondo; i ragazzi di Pancotto (alla sua prima vittoria dal suo arrivo sulla panchina lombarda), hanno avuto il merito di rimanere più lucidi negli ultimi cinque mintui del match, in questo aiutati, ad onor del vero, dai bianconeri che proprio nella fase cruciale del match hanno perso completamente la bussola con azioni offensive non proprio all’altezza della situazione. L’assenza di un lungo come Moore inizia a farsi sentire, soprattutto in attacco, dove il peso offensivo dei bianconeri oramai si regge sul solo Brooks, anche stasera migliore dei suoi con 23 (sui 64 totali messi a segno dai ragazzi di Molin); ma è proprio il metodo di gioco della Juve che è cambiato con l’assenza del lungo titolare dal momento che l’attacco è molto più statico e la giocata veloce è diventata un optional. D’altronde se il gioco perimetrale non va, di certo non ci si può affidare al tiro dall’arco (dove Caserta è penultima nelle statistiche di squadra) anche stasera assolutamente deficitario; solo una tripla (tra l’altro di tabella) su 19 tentativi con percentuali del 5%. Nonostante la imbarazzante voce dall’arco, la Juve è rimasta in partita sino alla fine (e ciò la dice lunga anche sulle qualità degli avversari, apparsi ben poca cosa per un campionato di lega A), ma, come detto, i ragazzi di Molin, che comunque, sino a cinque minuti dalla fine del match erano stati bravi a rintuzzare qualsiasi tentativo di fuga dei padroni di casa, hanno iniziato a forzare proprio nel momento cruciale del match, consentendo ai biancoblu padroni di casa, di costruire un mini vantaggio, pur senza fare cose eccezionali, che li ha portati, con un acerta tranquillità, sino alla sirena finale. Dopo la esaltante vittoria di Siena, la Juve ha incanalato un trend negativo che non riguarda solo i risultati ma anche il gioco e l’asfissia in attacco mostrata negli ultimi match, dove la Juve ha viaggiato ad un media di poco più di 60 punti, è un dato preoccupante che dovrà indurre la dirigenza ad intervenire sul mercato specie se l’assenza di Moore dovesse protrarsi, come pare ormai certo, per un tempo abbastanza lungo. Anche perchè all’orizzonte è in arrivo un altro scontro salvezza contro Pistoia e quel vantaggio rassicurante che la Juve aveva costruito sino ad ora, rischia di diventare, al giro di boa, ben più esiguo ringalluzzendo gli avversari che, come stasera, pur essendo tecnicamente inferiori, hanno avuto la forza di rimanere attaccati mentalmente al match e la voglia di portarlo a casa a tutti i costi.

(Pasquale Della Volpe) - Dopo l’esaltante vittoria di Siena avvenuta solo tre giorni or sono, la Juve cade rovinosamente davanti ad un Palamaggiò gremito (ed anche un pò impaurito per la scossa di terremoto avvertita sulle gradinate poco prima del match) al cospetto di un Banco Sardegna Sassari che, reduce da due sconfitte consecutive, è arrivato in Terra di lavoro con l’intenzione di non lasciare nulla agli avversari. Il risultato finale (57 – 82 per gli ospiti) è impietoso e dimostra quanto tra le due squadre stasera vi fosse un divario che, probabilmente, neppure la presenza di Moore (anche stasera in panca solo per onor di firma) avrebbe potuto colmare. Sin dall’inizio si è avuta l’impressione che la juve stasera avrebbe litigato con il ferro ma nonostante il gioco dei bianconeri non fosse particolarmente fluido, l’inizio è stato incoraggiante visto che la Juve se l’è giocata, almeno nel primo tempo, punto a punto con la banda capitanata dai cugini Diener ( non esaltante la prova di Travis, mentre puntuale come al solito la prova di Drake) riuscendo a stare sempre a contatto con gli avversari ed a mettere, di tanto in tanto, il naso in avanti. Così seppur con qualche difficoltà soprattutto dall’arco, dove gli uomini di Molin stasera non ci hanno proprio preso (2/14 il totale a fine match, non certo lusinghiero) la Juve arrivava alla sirena di metà tempo con una sola lunghezza di svantaggio (37-38). Nel secondo tempo la juve rimaneva negli spogliatoi dal momento che si assisteva ad una prestazione assolutamente inguardabile con soli venti punti realizzati, una marea di palle perse e con Molin che, invano, ruotava continuamente i suoi nel tentativo di trovare le giuste alchimie. Così Sassari, pur senza strafare e con un Caleb Green tornato, dopo il disastro di giovedì sera contro Roma, sui suoi livelli, piazzava un parziale di 23-10 che scavava un solco di quattordici punti (47-61) alla sirena di terzo quarto. Nell’ultimo periodo il pubblico sugli spalti si aspettava, quanto meno, una reazione da parte dei bianconeri, ma così non è stato; la prestazione è stata ancora più scadente con Sassari che piazzava un altro parziale di 21-10 che sanciva con molto anticipo, rispetto alla sirena finale, la fine del match, dominato dagli ospiti che hanno mertitato la posta piena, dimostrando di essere una spanna sopra i ragazzi di coach Molin cui, almeno stasera, non si può neppure dire che non si possa rimproverare nulla dal momento che nessuno è stato in grado di meritarsi una sufficienza piena . Una sconfitta che, in ogni caso, era da mettere in preventivo; quel che lascia amareggiati è il modo con cui è arrivata, ma non sempre si può pretendere che questi ragazzi corrano a mille (soprattutto quando trovi anche un avversario che ti impedisce di farlo) ed il doppio “impegnativo” incontro in soli tre giorni alla fine, si è fatto sentire. Adesso tutti in palestra a preparare gli ultimi due match del girone di andata (contro Cremona e Pistoia) questi sì determinanti per capire che tipo di campionato aspetta la Juve.

(Pasquale Della Volpe) - Dopo tre ko consecutivi (era dalla partita di esordio contro Venezia che la Juve non vinceva in casa) la Pasta Reggia Caserta, interrompe il digiuno al palamaggiò riuscendo ad avere la meglio della Granarolo Bologna (65-57 il finale), squadra che, partita tra lo scetticismo degli addetti ai lavori, si sta dimostrando, in questo scorcio di campionato, particolarmente ostica (i 12 punti in classifica la dicono tutta sull’ottimo lavoro che sta facendo coach Bechi). Non è stata una prestazione esaltante, quella degli uomini di coach Molin, rispetto alle ultime due uscite contro Montegranaro e Cantù, ma i bianconeri hanno avuto, stavolta, il merito di non mollare nei momenti di black out offensivo bilanciando con una intensità difensiva, le carenze in fase realizzativa (ed i soli 57 punti concessi a Bologna rappresentano il risultato pratico del modo con cui Mordente & co hanno affrontato il match senza mai disunirsi). Due punti, quelli ottenuti stasera che, se non d’oro, sono sicuramente di platino dal momento che consentono alla Juve di vedere la classifica con maggiore tranquiliità allontanandola dalle sabbie mobili della classifica (visti i Ko di Cremona e Pistoia ed in attesa del match di Pesaro di domani). E’ stato il match di Cameron Moore, un pò in ombra nelle ultime settimane, che stasera ha giganteggiato nel perimetro (saranno 20 i punti per il lungo bianconero a fine match) nonostante di fronte vi fossero due colossi quali Jerome Jordan e Shawn King); un contributo determinante alla vittoria è stato offerto anche dal solito Brooks 13 per lui (nonostante lo 0/4 da tre) e da Roberts che ne ha messi 15, con un paio di schiacciate che entreranno nella top ten della lega in settimana. La Juve era partita a razzo (10-2 dopo neppure tre minuti) ma alla lunga ha dovuto subire il ritorno di Bologna che saputo irretire il gioco d’attacco dei bianconeri, costretti spesso a giocare dentro l’area visto che stasera il tiro da tre ha offerto un contributo misero (2/18 con l’11%); proprio sotto questo aspetto si è vista la maturità degli uomini di Molin perchè mentre contro Roma e Brindisi, nonostante il tiro da tre fosse deficitario, i bianconeri si erano intestarditi nel forzare in quel fondamentale, stasera la Juve ha avuto la pazienza di attaccare l’area riuscendo a vincere proprio con il tiro da due 8con percentuali superiori al 50%). Una mano, l’ha data anche la Granarolo, con le sue 21 palle perse ma la serata non proprio esaltante degli uomini di Bechi (con i soli Walsh ed Hardy a trovare un pò di continuità in attacco) non sminuisce la prestazione offerta dai padroni di casa che stasera sono stati meno spettacolari ma più concreti lasciando per una sera a casa il fioretto per colpire di spada. Ciò che importava era muovere la classifica (ed è ciò che è stato fatto), siamo certi che con i risultati, i ragazzi di coach Molin sapranno alzare anche il loro tasso tecnico e far divertire i tifosi.

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