(Pasquale Della Volpe) -  Dopo la bellissima impresa della scorsa settimana contro Siena, la Juve Caserta incappa, forse, nella peggior partita della stagione davanti al pubblico amico cedendo nettamente alla Scavolini Pesaro (66-77 il risultato finale); con questo vittoria i biancorossi marchigiani, grazie alla concomitante sconfitta di Biella, mettono una seria ipoteca sulla permanenza nella massima serie anche per il prossimo campionato mentre la Juve Caserta dovrà, quasi certamente, dire addio al sogno post season vista la vittoria di Venezia (proprio contro Biella) che adesso è distante quattro punti. Purtroppo è stata una serata storta visto che la squadra è apparsa sotto tono in molti dei suoi elementi (Akindele su tutti, che non è stato in grado di ripetere la bella prestazione di domenica scorsa); Pesaro, così, non ha avuto difficoltà a portare il match dalla sua parte che ha saputo condurre sin dal primo minuto , grazie anche ad una serata esaltante dal tiro dall’arco (13/28 con quasi il 50% nel fondamentale). Di contro la Juve ha tirato con percentuali assolutamente deficitarie con un 17/43 da due che la dice tutta sulla difficile serata dei bianconeri in attacco. La chiave del match si è avuta nel secondo quarto stravinto dagli ospiti per 16 – 26 che ha consentito agli uomini di Markoski di chiudere in vantaggio di 11 (35-46), vantaggio amministrato, anzi aumentato, nel secondo quarto quando i marchigiani hanno raggiunto anche i 18 punti di vantaggio prima di rilassarsi e lasciare un po’ di campo ai padroni di casa 8che sono riusciti, quanto meno a salvare il vantaggio nel doppio confronto). Mattatore della serata è stato Stipcevic (non a caso scelto da Milano ad inizio stagione) che seppur, in precarie condizioni fisiche è riuscito a mettere a segno ben 19 punti in soli 26’ di utilizzo, ma un contributo importante lo hanno dato anche Jobey thomas e Mack (autori di tre triple a testa). Certo il roste di Pesaro era tutt’altra cosa rispetto alla partita di andata (dove la Juve passeggiò sui resti di una squadra impresentabile) per cui il valore del’avversario, al di là dei punti in classifica, era di tutto rispetto; ma la Juve stasera è mancata in molti uomini chiave visto che l’unico a meritare una sufficienza piena è stato Michelori, autore di 13 punti e miglior marcatore dei suoi. Lo stop complica i piani play off della Juve ma stasera la voglia degli ospiti di tirarsi fuori dalle sabbie mobili della bassa classifica ha dato agli uomini di Markoski, quella marcia in più che ha permesso loro di annichilire i bianconeri. Non c’è, però, da fare drammi; mancano ancora sei match nei quali la Juve potrà ancora togliersi qualche soddisfazione e migliorare il suo record stagionale; in ogni caso la stagione, comunque vada, dovrà considerarsi ampiamente positiva per il coriaceo gruppo di coach Sacripanti.

(di Pasquale Della Volpe)  In quello che rappresentava un vero e proprio spartiacque del campionato, la Juve fa suo il match contro la Virtus Bologna (targata Oknoplast) imponendosi al Pala Unipol per 70-72, ritrovandosi dopo qualche partita dove i bianconeri avevano accusato qualche passaggio a vuoto che stava compromettendo l’eccellente lavoro sin li svolto dalla truppa di Sacripanti. E la vittoria è arrivata nel match, forse, più difficile visto che di fronte vi era una Virtus Bologna partita con ben altre ambizioni ma che oggi si trova coinvolta nella bagarre salvezza (causa anche un filotto di 9 sconfitte su 10 prima di questa gara). Una Virtus alle prese anche con un cambio alla guida tecnica (con Bechi al posto di Finelli), che all’inizio ha pesato ( e non poco) nell’approccio al match dei padroni di casa apparsi poco lucidi, causa anche assenza di Poeta e con le chiavi della regia affidate al promettente, ma ancora acerbo Imbrò. L’inizio, come detto, sembrava arridere ai bianconeri marchio Juve che riuscivano a scavare un solco importante distanziando, alla fine del primo quarto le V nere addirittura di 11 lunghezze (14-25) con il pubblico di casa (un pala Unipol insolitamente semi vuoto in quella che fino a qualche anno fa era la basket City italiana) che iniziava a rumoreggiare soprattutto nel vedere la prestazione della coppia americana assolutamente poco convincente. Proprio con i due americani in panca, i padroni di casa, grazie anche ad una fiammata del serbo Andusic (anche lui da poco arrivato), riuscivano a piazzare un break importante (14.-2) che portava gli emiliani addirittura in vantaggio a metà del secondo quarto. Sembrava di vedere un film già visto con la Juve che parte forte per poi subire un lungo passaggio a vuoto, ma stavolta i ragazzi di coach Sacripanti erano bravi a rimanere nel match ed a chiudere, seppur con un vantaggio risicato, il match in vantaggio a metà gara (32-35 ). Al rientro in campo la Juve iniziava il match con tutt’altro piglio grazie anche ad una serie di tre triple di jeliovac (più un successivo gioco da tre punti ai liberi) che metteva la Juve ancora a debita distanza da Bologna (40-53); nonostante il tentativo della Virtus di ridurre lo strappo, la Juve riusciva a mantenere i nervi saldi ed a condurre il quarto in vantaggio della doppia cifra (47-57). L’ultimo quarto ha rappresentato un miscuglio di emozioni a tratti indescrivibile che ha, in parte compensato il livello tecnico non proprio entusiasmante del match (ma quando ci si gioca la salvezza le partite sono spesso nervose spigolose e lo spettacolo ne risente) con Bologna che con la vecchia guardia (Gigli e Rocca) cercava di prendere per mano il resto della squadra (troppo altalenanti i due americani, troppo acerbi, anche se ottimi prospetti gli altri) riuscendo a rientrare pienamente nel match portandosi sino al – 2 sul 61-63, subito rintuzzati, però da una bomba di gentile (l’unica della sua serata ma importantissima che ricacciava i bianconeri padroni di casa sul -5. Gli ultimi minuti, che la Juve ha dovuto affrontare anche senza Akindele per raggiunto limite di falli (ingenui gli ultimi due che hanno determinato l’uscita del nigeriano dal match) vedevano la Juve difendere con le unghie e con i denti il minimo vantaggio; i ragazzi di coach Sacripanti si mostravano freddi dalla lunetta nei momenti decisivi del match chiudendo la partita a proprio favore sul 70-72 con imbrò che sbagliava l’ultimo tiro che avrebbe potuto rivoltare il match sulla sirena. Per la Juve due punti di platino che la riportano a distanza di sicurezza dalla zona calda, Per la Virtus, l’ennesima dimostrazione di come questa sia un’annata disgraziata da chiudere quanto prima senza patemi.

Continua il trend negativo della Juve al Palamaggiò; stavolta a sbancare il fortino bianconero è l’Acea Roma che dopo essere stata sotto per tutto il match riesce a svoltare nel finale di gara chiudendo a proprio favore la gara per 66-64. I bianconeri sono stati protagonisti di un film già visto nelle ultime settimane in casa (vedi le sconfitte contro Milano e Biella). Partenza spumeggiante con vantaggi anche importanti (basti pensare che dopo 7’ di gioco la Juve era in vantaggio di 13 sul 20-7), poi via via la squadra di coach Sacripanti tende a spegnersi concedendo il campo agli avversari. Stavolta, però, la Juve sembrava aver dato segnali incoraggianti visto che mentre nelle precedenti uscite, dove già nel corso del terzo quarto si erano mostrate le avvisaglie del calo bianconero, a 10’ dal termine la Juve teneva saldamente in mano il match visto che conduceva 57-47 ed aveva contenuto gli uomini più pericolosi di Roma (Datome e Lawal su tutti). Poi, però, nell’ultimo quarto i padroni di casa sono letteralmente spariti dal campo chiudendo il quarto finale con la miseria di 7 punti segnati, a fronte dei 17 dei capitolini, che riuscivano dapprima ad impattare il match per poi mettere il naso avanti (mai successo per tutta la gara), facendo così crollare le sicurezze dei bianconeri che pensavano di poter gestire il finale con tranquillità. Purtroppo le ottime percentuali dal perimetro (oltre il 60%) sono state vanificate dalle pessime percentuali dall’arco (22%) e se gli uomini di punta di roma sono stati ben contenuti dalla difesa bianconera, ci hanno pensato gli out sider a tenere a galla gli uomini di Calvani; da segnalare, a tal proposito la stupenda perova di D’Ercole, autore di 11 punti con tre bombe che hanno rimesso in gioco Roma quando si pensava che la Juve potesse scappare via. Ed infatti in più di un’occasione Gentile &co avevano rintuzzato i tentativi di rientro dei giallorossi portandosi in doppia cifra di vantaggio , ma ogni volta l’Acea (che, ricordiamo è quarta in classifica e sta facendo un signor campionato) non ha mai perso il bandolo della matassa riuscendo a rientrare nel match. Fatali sono stati i primi 5’ dell’ultimo quarto dove la Juve non ha piazzato neppure un canestro consentendo all’Acea di mettere a segno un parziale terrificante (15-0) che i ragazzi di coach Sacripanti (in palese debito d’ossigeno) non hanno avuto la lucidità di controbattere. Le sconfitte di Pesaro e di Biella rendono meno amara la domenica casertana ma non ci si può sempre affidare alle sventure altrui per uscire dalle sabbie mobili della bassa classifica (nelle ultime 6 la juve ha uno score di 1-5); occorre rialzare la testa e cercare di muovere la classifica che oramai da troppo tempo dice 16 punti. Purtroppo il calendario prossimo (2 trasferte con Varese e Bologna) non aiuta, ma la Juve è in grado di potersela giocare (ed anche stasera lo ha fatto per 30’) con tutti.

La Juve Caserta non riesce a sfruttare la giornata non proprio esaltante della capolista Varese e perde la grossa occasione di sbancare il PalaWhirpool consentendo ai padroni di casa di portare a casa un match che sulla carta non avrebbe dovuto riservare sorprese ma che in realtà è stato molto più in bilico di quanto dica il risultato finale. Vero è che la Juve ha sofferto per quasi tutto il match l’aggressività in fase difensiva dei lombardi ( le 24 palle perse dei bianconeri ne sono una prova) ma i ragazzi di coach Sacripanti hanno anche sfoderato una grossa reazione all’inizio del quarto periodo riuscendo a colmare il gap di 15 punti con cui si era chiuso il terzo parziale (55-40), portandosi sul -2 (62-60) grazie ad una serie di triple firmate dal duo Mavraides – Gentile. Purtroppo, però, la Juve non ha avuto la forza di portare a termine la rimonta consentendo alla Cimberio una bomba sull’azione di attacco immediatamente successiva (bomba nata, tra l’altro da un rimbalzo in attacco concesso sanguinosamente ai padroni di casa) che ha spento definitivamente il match. Quando ti presenti in casa della prima in classifica concedendo 24 palle perse, con i tuoi uomini migliori che non riescono ad incidere sul match, con Akindele assolutamente disastroso con 1(8 dal campo e ben 6 palle perse, molte delle quali nei momenti decisivi del match, Jonusas autore di un desolante 1/9 complessivo e con Jelovac assolutamente timido con soli 4 punti (tutti dalla lunetta) e due soli tiri presi in tutto il match, difficilmente puoi portare a casa il match; il fatto che Caserta sia rimasta in partita 40’ nonostante tutti i numeri negativi di cui sopra, lascia ancor di più l’amaro in bocca perché oggi Varese (se la Juve fosse riuscita ad avere maggiore lucidità durante il match) era assolutamente alla portata dei bianconeri che avrebbero potuto violare il fortino biancorosso (quest’anno solo Venezia era riuscita nell’intento). Invece bisogna prendere atto della quarta sconfitta consecutiva (la sesta nelle ultime sette); numeri che possono in qualche modo avere una incidenza negativa sul piano psicologico e far scemare quell’entusiasmo grazie al quale Gentile &co avevano costruito il miracolo Juve di metà stagione. Fortunatamente i recenti sviluppi societari, con l’ingresso dell’imprenditore Galimberti oramai sul punto di rilevare il 51% della società, potranno rasserenare un ambiente mortificato dalle recenti delusioni sportive. In ogni caso la squadra oggi è sembrata molto più pimpante rispetto alle ultime prestazioni (dove soprattutto nel secondo tempo i bianconeri hanno spesso perso il bandolo della matassa); siamo sicuri che con qualche risultato positivo, i ragazzi di coach Sacripanti sapranno ritrovarsi e concludere degnamente la stagione regolare senza patemi o sofferenze.

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