(Pasquale Della Volpe)  - Vittoria sofferta della Enel Brindisi in quello che alla vigilia rappresentava un vero e proprio scontro in chiave final eight di Coppa Italia che riesce ad avere la meglio di una tenace Juve Caserta solo nel finale (82-74 il risultato finale) al termine di un match che la Juve è stata brava a tenere vivo rintuzzando in più di una occasione i tentativi si allungo dei pugliesi. Purtroppo la sconfitta è stata figlia di una serie di errori dei bianconeri visto che a poco meno di due minuti dalla fine del match, con la Juve sotto solo di due (72-70 ma la Juve era stata anche in vantaggio di due dul 68-70) vi sono state due palle perse consecutive in attacco ed un fallo su tiro da tre del neo arrivo Mavraides (comunque buna la sua prova se si pensa che ha sostenuto soltanto un paio di allenamenti con la squadra) su di uno scatenato Gibson (vero mattatore dei suoi, soprattutto nel secondo tempo con 25 punti in 27’ giocati) che ha permesso alla Enel di scavare il solco definitivo (77-70) che le ha consentito di portare a casa i due punti. La Juve continua, però, ad essere bersagliata dalla sfortuna visto che non ha fatto nemmeno in tempo a tirare un sospiro di sollievo per l’arrivo del play Mavraides (giocatore americano con passaporto greco rilasciato in settimana da Avellino che aveva ingaggiato Hardy) che avrebbe dovuto garantire rotazioni più ampie, che subito si è ritrovata penalizzata dall’infortunio di Jonusas che, sino a quel momento autore si un’ottima prestazione, alla fine del secondo quarto batteva violentemente con la schiena a terra in un tentativo di penetrazione, non riuscendo più a rialzarsi (partita finita per l’ala lituana e condizioni da valutare nei prossimi giorni). Così coach sacripanti era costretto ad affrontare il secondo tempo con nuovamente gli uomini contati e con l’handicap di un nuovo arrivato, non ancora ben inserito negli schemi (anche se Mavraides ha messo a segno 12 punti ed è stato autore di una buona prova). Ciò nonostante la Juve che nonostante avesse chiuso sotto di 8 il primo quarto (21-13) ha dapprima rimesso la partita in sesto con un parziale di 16-3 nella prima metà del secondo quarto che la portava a condurre sul 24-29 8anche se poi il primo tempo è stato vinto, seppur di misura da Brindisi che ha chiuso sul 37-34) poi, quando i padroni di casa alla fine del terzo sembravano avere in pugno in match raggiungendo un vantaggio di 14 punti sul 62-48 ed addirittura con la palla per dilatare ulteriormente il vantaggio, è stata autrice di una rimonta spettacolare con una serie di bombe consecutive (sino a quel momento il tiro dall’arco era stato deficitario) che hanno permesso a Mordente &co di rimontare e di mettere il naso in avanti (facendo andare su tutte le furie coach Bucchi che ha dovuto strigliare, non poco, i suoi). Ma quando hai uno come Gibson che quest’anno ha tolto ai suoi le castagne dal fuoco in più di una occasione e quando tiri con oltre il 60% da due, le possibilità di portare a casa il match sono tante; come detto, poi, ci hanno messo del loro anche i bianconeri che hanno commesso degli errori banali nel finale che hanno segnato la partita. Però la prova è stata ottima e la squadra si è dimostrata, ancora una volta, viva e capace di giocare alla pari contro formazioni ben più quotate e profonde. I risultati degli altri campi (sconfitte Avellino, Biella e Montegranaro) e con Cremona e Pesaro impegnate domani contro Siena e Milano, consentono di guardare la classifica ancora con una certa tranquillità ed è questo (al di là del sogno pre gara di una storica qualificazione alla final eight di coppa se la Juve fosse riuscita ad espugnare il Pala Pentassuglia) il vero obiettivo della stagione bianconera.

Grandissima impresa della Juve Caserta che nella giornata dell’orgoglio bianconero e davanti ad un Palamaggiò gremito (grazie anche alle iniziative della società che ha messo in vendita biglietti scontatissimi su Groupon) sconfigge Che bolletta Cantù all’over time (76-74 il risultato finale) mettendo a segno una vittoria di prestigio contro una formazione destinata ad arrivare probabilmente sino in fondo in campionato e che solo un ranking penalizzante non le ha consentito di raggiungere le top 16 di Eurolega. Per una volta la sorte ha girato in favore dei bianconeri visto che Cantù è giunta al Palamaggiò decimata (ma pur sempre competitiva rispetto allo striminzitissimo roster bianconero) in quanto priva di Aradori, Smith e Scekic ma ciò nulla toglie alla grandissima impresa realizzata dai ragazzi di coach Sacripanti che per una sera hanno visto risuonare un nome d’arte tra i protagonisti del match. Ed infatti, non può non essere sottolineata la splendida prova di Stefano Gentile (autore di 16 punti, top scorer dei suoi) che ha messo a segno a pochi secondi dalla sirena finale la tripla da otto metri che regalava ai bianconeri l’over time); il giovane figlio d’arte sta acquisendo sempre più personalità nel corso di questo primo scorcio di campionato, dopo un avvio in sordina, per nulla spaventato dalle enormi responsabilità di cui è stato caricato (visto che inizialmente era stato scelto per fare il cambio dell’americano in play making) dall’aver assunto le chiavi della squadra in cabina di regia. Ottime le prestazioni anche di Akindele (15 per lui) che nel primo tempo, insieme a Jonusas (11 per il lituano) ha mantenuto le sorti del gioco offensivo bianconero (che stranamente non riusciva a trovare i punti di Jelovac e Mordente), mentre proprio questi ultimi due, insieme con Gentile jr, sono saliti in cattedra nel secondo tempo riuscendo a tenere dapprima a galla la Juve quando Cantù sembrava avere l’inerzia del match dalla sua parte (prima sul 50-56 a pochi minuti dalla fine del match e poi sul 63-67 a 70” dalla fine), consentendo ai padroni di casa di arrivare al supplementare e poi di condurre in porto il match approfittando anche della stanchezza degli avversari poco abituati a giocare con rotazioni così ridotte (e costretti a fare a meno anche del lungo Cusin, uno dei più positivi tra i suoi, uscito per falli poco prima dell’inizio del supplementare). La Juve è stata brava a tenere il match sempre sul piano dell’equilibrio (la prima frazione si è conclusa in parità 34-34, così come la seconda chiusasi con lo stesso punteggio per il 68 pari al 40° ) non consentendo agli uomini di Trinchieri di non avere vantaggi significativi (il massimo vantaggio è stato di 6 punti) anzi mettendo spesso il naso in avanti per gran parte del match. Si tratta di una vittoria che al di là del peso specifico per classifica bianconera (di certo non irrilevante visto che la Juve da stasera potrebbe anche fare un pensierino per le final eight di coppa) consente di dare una vitale iniezione di fiducia e di entusiasmo in un ambiente sino ad ora un po’ spento. La squadra è capace di dare ancora tante emozioni e gli occhi lucidi delle persone che uscivano festanti dal Palamaggiò dimostra quanto possa essere importante il basket per Caserta ed i Casertani.

(Pasquale Della Volpe) - La sconfitta contro la Mens Sana Siena al Palaestra appariva, alla vigilia di questa giornata di campionato, prevedibile e quasi scontata, così sconfitta è stata (86-66 il risultato finale) ma la Juve, nonostante le proporzioni del punteggio lascino pensare il contrario, è rimasta in partita per oltre 25’ quando, dopo una bomba di Jelovac (ottima prova la sua con 22 punti ed autore delle uniche quattro triple messe a referto dalla squadra di coach Sacripanti), un immenso Brown ( 20 punti per lui in soli 26’ di utilizzo) metteva a segno due bombe di fila che gli esausti bianconeri (come al solito solo sette giocatori + qualche baby per fare numero) non riuscivano più a colmare. Le sconfitte di Caserta hanno un unico denominatore: scarse percentuali al tiro (anche oggi solo 66 punti a referto che confermano la Juve come il peggior attacco del campionato) e numerose palle perse (20 anche oggi a fronte delle soli 9 dei padroni di casa); con questi numeri difficilmente si portano a casa le partite (a meno che l’avversario anche l’avversario non sia in giornata storta), figurarsi se era possibile pretendere qualcosa di più in casa dei pluricampioni d’Italia. Però a differenza di trasferte quali Biella o Roma (dove la Juve aveva veramente offerto prove insufficienti), i ragazzi di coach Sacripanti, stavolta, hanno sputato sangue sin quando le energie li hanno sorretti, costringendo la Mens Sana (che probabilmente pensava di dover svolgere poco più di un allenamento) a giocare in modo intenso sia in attacco che in difesa. Eccettuati i primissimi minuti, dove la Juve era partita 0-5, Siena è stata sempre in vantaggio ma mai sopra la doppia cifra (il primo tempo si era chiuso con i padroni di casa sopra di 8 sul 41-33), almeno sino alla doppia tripla di Bobby Brown che tagliava le gambe ai bianconeri. Purtroppo quando si gioca contro una squadra che ha molti problemi come la nostra, soprattutto in fase di playmaking (Gentile è un ottimo prospetto ma non può portare solo lui la croce, Mordente non è un play ma svolge ugualmente quel ruolo, durante il match con grande abnegazione), basta essere aggressivi sul portatore di palla mangiando così, molti secondi all’azione offensiva dei bianconeri che sono costretti a giocare sempre al limite dei 24” od a buttare (come avvenuto anche stasera) molti palloni in tribuna. E’ una sconfitta che, in ogni caso, era da mettere in preventivo (probabilmente anche con i due americani la Juve poco avrebbe potuto fare contro una squadra meno stellare degli anni scorsi ma pur sempre una corazzata che stasera doveva anche fare a meno di Ortner, Kemp ed Eze). Basti pensare che il dodicesimo uomo è stato Lechtaler (lungo in orbita nazionale fino a poco fa che a Caserta sarebbe titolare o quanto meno sesto uomo) ha messo piede in campo per soli sei minuti (suo high stagionale). Domenica prossima la Juve è attesa da una sfida vitale, in ottica salvezza, contro Pesaro (oggi sconfitta in casa da Cantù), anch’essa nel gruppone delle ultime a quota 4 (Biella dopo la vittoria in trasferta contro Avellino ha, infatti, abbandonato l’ultimo posto in classifica). Quella sarà una sfida in cui sarebbe vitale portare a casa la posta, magari rimpolpando, per l’occasione, il roster con qualche nuovo innesto.

(di Pasquale Della Volpe)  La Juve Caserta fa suo l’incontro contro la più quotata Virtus Bologna (65-56 il risultato finale), mettendo in cascina due punti importantissimi che le consentono di avere, almeno sul campo, una classifica molto più tranquilla di quanto non lo siano le vicende societarie che ogni giorno inquietano il sodalizio bianconero. Il match appariva proibitivo, tenuto conto del fatto che la Juve poteva schierare solamente 7 giocatori (più i baby Cefarelli e Marzaioli); di fronte c’era un roster allestito per puntare alle zone alte della classifica per cui sulla carta non avrebbe dovuto esserci partita ( i bookmakers neppure quotavano il match tanto era scontata la vittoria dei bianconeri sponda Virtus); invece il campo ha dato un responso diverso (a dire il vero insperato) con la Juve che è riuscita ad imbrigliare la Virtus costringendola ad un punteggio bassissimo con i tre americani di Bologna che hanno messo a segno, insieme, solamente 16 punti (con Minard, autore di 35 punti domenica scorsa fermo a soli 3 miseri punti con 1/12 dal campo). Il match non è stato tra i più belli a vedersi (a dire il vero la gara è stata bruttissima) ma l’unico modo per Caserta di poter avere una qualche chance di vittoria era quello di far giocare male Bologna sporcando le sue percentuali dal campo. Così mentre la Juve in attacco si è mantenuta sui suoi soliti standard (soli 65 punti segnati con ben 20 palle perse), la differenza si è vista in fase di non possesso dove i ragazzi di coach Sacripanti hanno difeso forte e soprattutto non hanno mai abbassato, per tutti i quaranta minuti, l’intensità difensiva. A dare una mano, una volta ogni tanto, ai bianconeri casertani ci si è messa anche la sorte visto che la Virtus è venuta a Caserta con un Gigli a mezzo servizio (solo 9’ per il lungo bolognese) che con Poeta (unico a salvarsi per gli ospiti con 22 punti) rappresenta un’arma importantissima per il gioco di Finelli. La Juve ha saputo gestire il match comandando le danze sin dal primo minuto e mantenendo sempre la testa in avanti, cosa non irrilevante visto che con il passare dei minuti Mordente (ancora una buona prova la sua sempre sacrificato a dare fiato a Gentile in fase di playmaking) & co. hanno preso consapevolezza che il match poteva portarsi a casa. Importante anche il contributo silenzioso di Maresca (12 per lui) e del solito Akindele che seppur limitato dai falli ha fatto sentire la sua presenza nel pitturato (sia in fase difensiva che offensiva). La fotografia del match si racchiude in un dato del primo tempo quando Bologna ha chiuso il parziale con soli 26 punti messi a referto (ma erano solamente 18 ad un minuto e mezzo dalla fine del quarto) con Finelli apparso molto adirato in panchina per la prova offerta dai suoi, apparsa, a tratti, ai limiti dell’antibasket. Per una sera, quindi, i tifosi bianconeri possono mettere da parte le difficoltà (di cui si tornerà a parlare, certamente da domani) e godersi una vittoria di prestigio che fa morale, classifica e chissà potrà dare uno slancio anche fuori dal campo dove la Juve sta affrontando il match più duro dal suo ritorno nel basket che conta. Gli errori di gestione sono sotto gli occhi di tutti, ma non è questo il momento per rimarcarli; adesso bisogna remare tutti dalla stessa parte per far uscire la barca bianconera dalle acque agitate in cui oggi si trova.

Grazie ad una ottima prestazione corale la Juve Caserta riesce ad avere la meglio della Scavolini Pesaro con il risultato di 63-77, allontanandosi dalle zone pericolose della classifica ed inguaiando i marchigiani, ancora invischiati nel gruppone di fondo classifica. Vittoria del gruppo sì, ma stasera a farla da padrone sono stati tre italianissimi che hanno contribuito in modo determinante alla costruzione del vantaggio dei bianconeri ed all’allungo definitivo che Pesaro non è stata più in grado di colmare; stiamo parlando di Maresca (miglior marcatore dei casertani con 17 punti) che quando vede le maglie della Vuelle, sente aria di derby, memore dei suoi trascorsi a Montegranaro, di Gentile (15 per lui) autore di una prova autoritaria in fase di play making, capace di variare le soluzioni in fase offensiva che hanno scombussolato la difesa biancorossa. Non poteva mancare , tra i migliori in campo, Marco Mordente (12 punti per lui) che sembra avere motivazioni da vendere ogni volta che scende in campo, ultimo a mollare n elle sconfitte, il primo a prendersi la squadra sulle spalle (con i rischi che ne conseguono) nei momenti di difficoltà. Sono stati proprio i suoi punti a permettere alla juve (sul 22-15 per i padroni di casa) a permettere alla Juve di rimanere in partita quando la Scavolini sembrava poter amministrare la partita (e per la Juve sembrava essere la solita trasferta nata male); non solo, la sua presenza in campo ha creato scompiglio nella difesa pesarese consentendo anche ai propri compagni di trovare la via del canestro (bravi anche Jelovac ed Akindele entrambi in doppia cifra con 10 punti). La Scavolini era partita bene (14-7 prima, 22-15 poi) salvo poi sciogliersi letteralmente dalla seconda metà del secondo quarto. I tanti giocatori sotto esame non hanno retto la pressione di una Adriatic Arena che non ha esitato a fischiare i propri giocatori incapaci di riprendere un match che stava loro scappando di mano (con il solo Cavaliero, 18 punti per lui a salvarsi nella disgraziata serata marchigiana e con la pattuglia di americani sembrata veramente non all’altezza della situazione); la Juve non ha fatto altro che approfittare dello stato di confusione in cui si sono ritrovati gli avversari e con la calma di chi non aveva nulla da perdere (mica tanto visto che anche per la Juve questa partita valeva molto di più dei due punti in campo) ha saputo costruire un vantaggio che fissatosi intorno ai dieci punti di vantaggio (il terzo quarto si chiudeva con la Juve avanti di nove sul 49-58) è stato ben gestito da coach Sacripanti (bravo anche a fra ruotare i suoi giocatori per evitare cali fisici) e dai suoi, regalando una bella domenica ai sostenitori bianconeri. La vittoria di stasera dimostra che la Juve è una squadra che al di là dei noti problemi, non vuole mollare e vuole dire la sua in questo campionato. Non serve un roster profondissimo per essere all’altezza della situazione ma uomini ed atleti motivati che potranno anche uscire sconfitti in tante altre occasioni, ma che non intendono gettare la spugna mostrando sul campo che all’ombra della Reggia il Basket è più vivo che mai.

CASERTA -   “Il basket a Caserta non può e non deve scomparire". E’ il senso dell'appello agli imprenditori casertani del Segretario del Pd provinciale Dario Abbate che si rivolge così agli sportivi di Terra di Lavoro: “E' necessario un impegno ed uno sforzo comune affinchè- scrive- animati da un sussulto di orgoglio si contribuisca a che sia garantita la permanenza della Juve Caserta all’interno del panorama agonistico nazionale”.

 
"Una politica responsabile non può esimersi dal sollecitare le forze imprenditoriali sane a fare la loro parte- dice- affinché sia scongiurata la fine di un’esperienza unica per la provincia di Caserta e che ha saputo, attraverso i suoi atleti, portare questa terra negli annali del basket italiano. Ed in questa direzione il Pd vuole fare la sua parte".  
Arriva dunque anche la presa di posizione del Pd casertano per scongiurare quella crisi finanziaria che potrebbe determinare la scomparsa della pallacanestro da Caserta: “I successi degli anni gloriosi della Juve non possono rimanere sbiaditi ricordi soprattutto laddove si considera l’importanza sociale che uno sport del genere assicura al territorio: una palestra di vita per i giovani che hanno imparato i valori di una sana ed onesta competizione”.
 
“Siamo tutti consapevoli della grave crisi economica che mina la tenuta di diversi settori produttivi ma questo appello, in quanto proveniente da una forza politica che ha a cuore le sorti del tessuto sociale del territorio, è doveroso nei confronti di quanti, imprenditori e non, con spirito di sacrificio, decidono di resistere e di investire, intraprendendo iniziative di salvataggio e rilancio della provincia di Caserta anche attraverso uno strumento fondamentale di sviluppo, di civiltà e di progresso quale lo sport”. 

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