Juvecaserta
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Continua il mal di trasferta per la Pasta Reggia Caserta che contro la Granarolo Bologna conferma la tradizione che la vede sempre sconfitta fuori dalle mura amiche in questo 2014. Il risultato finale (74-66 per i padroni di casa) penalizza oltre modo gli uomini di Molin che, come contro Brindisi, devono rammaricarsi per un finale giocato con troppa frenesia e poca lucidità, dopo aver gestito molto bene la gara per più di trenta minuti. Anche sul difficile campo della Unipol Arena ed al cospetto di una Granarolo molto rinnovata nel roster, dopo gli innesti di Warren ed Ebi (gli uomini di Valli erano reduci dal colpaccio in casa Enel), la Juve è partita con grande piglio grazie anche all’asse play pivot, con Moore (alla fine migliore dei suoi con 14 punti) ed Easley a letteralmente trascinare la squadra nel primo quarto, con il play che metteva a segno 8 punti (con due bombe nell’ultimo minuto del quarto) ed il l pivot (poi spentosi alla distanza) autore di 6 punti (con due pregevoli schiacciate). Così la Juve chiudeva il quarto in vantaggio di 7 (14-21) e la sensazione di riuscire ad imbrigliare il gioco perimetrale dei padroni di casa. Nel secondo quarto, però, complice anche l’uscita dal campo di Jordan per problemi di falli, saliva in cattedra Ebi, il nigeriano con passaporto inglese, tanto talentuoso, quanto biizarro caratterialmente, che partito da quattro, ben presto si imponeva come pivot, riuscendo grazie allde sue caratteristiche fisiche (ben più mobile dei due lungagnoni giamaicani Jordan e King), a mettere in difficoltà la difesa casertana, tanto che Molin era costretto a mettere in campo l’esperienza Michelori per arginare il gioco del pivot bolognese (alla fine uno dei migliori con 15 punti, 9 rimbalzi e due stoppate). Nonostante il tentativo di rientro degli emiliani, la Juve chiudeva il primo tempo in vantaggio (33-35). Anche il terzo quarto si giocava sul piano dell’equilibrio, con la Granarolo che metteva, per la prima volta, all’inizio del terzo quarto, il naso in avanti, ma con la Juve brava a non far scappare gli uomini di Valli ed a chiudere il parziale in perfetta parità (50-50). Parità che permaneva sino al 62 pari, con le squadre che giocavano punto a punto, ma una tripla di Gaddefors (14 punti per lui) ed un fallo antisportivo di Mordente, permettevano alla Virtus di scavare quel piccolo solco che spaccava il match, solco che la Juve, causa anche un Brooks, piuttosto discontinuo ed una insolta imprecisione dalla lunetta, con il solo 57% di realizzazioni, non riusciva a colmare nei minuti finali, nonostante i bianconeri avessero avuto più di un possesso per mettere pressione, sino alla fine, ai padroni di casa. Fortunatamente i risultati delle dirette concorrenti (con Reggio Emilia e Venezia entrambe sconfitte), non hanno mutato la situazione in classifica, ma occorre migliorare il ruolino fuori casa (l’ultimo acuto rimane quello di Siena, il giorno di Santo Stefano), se si vuole evitare di essere beffati nella corsa ai play off

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