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Lo spazio sarà dedicato a Miro Kodelja, il suonatore di foglie sopravvissuto a Dachau

e a 40 anni di manicomio.

Sessa Aurunca - Un luogo per il riutilizzo dei terreni confiscati e lo sviluppo dell’agricoltura sociale, dove creare momenti di confronto, aiutare le start up del settore, strutturare reti collaborative e di economia sociale. Sarà inaugurato lunedì 5 giugno, sul bene confiscato Alberto Varone a Maiano di Sessa Aurunca, il Rural Social Hub nato dall’omonimo progetto promosso dall’Istituto di Studi Politici “San Pio V” e dalla Fondazione CON IL SUD, e realizzato dal consorzio NCO/Nuova Cooperazione Organizzata. Una ricerca azione che sta monitorando le esperienze di riutilizzo e mancato riutilizzo dei terreni confiscati in Campania, sta censendo le realtà regionali di agricoltura sociale e, con l’apertura fisica dell’hub, che ha già un suo portale, realizza l’infrastrutturazione per definire nuove opportunità di crescita sostenibile e inclusiva del territorio.

Alle 10,00 l’inaugurazione dell’Hub, realizzato ristrutturando alcuni locali del bene confiscato secondo le indicazioni di una progettazione partecipata con le persone svantaggiate che lo abitano. Taglieranno il nastro di apertura il Presidente dell’Istituto “San Pio V” Antonio Iodice, il presidente di Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo e il Presidente di NCO Giuliano Ciano. Alle 11,00 l’incontro con il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, cui parteciperanno anche gli studenti delle diverse scuole coinvolte e sarà introdotto da Gianni Solino di Libera Caserta e Valerio Taglione del Comitato Don Peppe Diana.

L’Hub è dedicato a Miro Kodelja: dopo la deportazione nel campo di concentramento di Dachau, giunto in Italia da profugo, sofferente, era poi stato rinchiuso per 40 anni in manicomio. Solo negli ultimi anni della sua vita, grazie a un progetto terapeutico individualizzato sostenuto da budget di salute, Miro, con la cooperativa “Al di là dei sogni” che gestisce il bene confiscato di Maiano, in un gruppo appartamento aveva ritrovato la libertà di potersi raccontare e di suonare le foglie. Le arrotolava, ne faceva armonica, iniziava a tirarne fuori melodie, come quella “Vola colomba” registrata in un video, l’ultima sua testimonianza raccolta. «Miro, che aveva vissuto l’orrore dei campi di concentramento e del manicomio ti salutava ogni volta augurandoti “buona vita”» racconta Simmaco Perillo presidente della cooperativa «dedicargli questo spazio, che vuole essere un ponte sul futuro, è raccogliere questo suo saluto, farlo nostro, incamminarci seguendo il suono delle sue foglie per restare fedeli alla bellezza e agli oppressi».

Nel corso della giornata sarà presentato il libro di Antonio Esposito “Il bene liberato. Riutilizzo degli immobili confiscati alle mafie. Possibilità di sviluppo e contorsioni di legalità. Il caso Campania”, Editoriale Scientifica 2017, nel quale sono evidenziate le potenzialità del settore ma anche le gravi criticità e storture che frenano la piena restituzioni di questo patrimonio alla collettività, con particolare riferimento alla casistica campana.

 

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