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Capua (Luigi di Lauro) - La mente e le reminiscenze fanciullesche, mi fanno

rivivere i tanti momenti di spensieratezza, trascorsi in quella che definisco una vera oasi incontaminata del centro storico. L'immagine di zio Luigino poi, Luigi Aulicino, fratello di nonno Gaetano, per anni custode della villa mi hanno rattristato non poco, anche perché, con un poco di buona volontà e qualche idea si potrebbero realizzare interessanti iniziative: teatro, cinema, spettacoli di intrattenimento ed eventi culturali, non escludendo mostre artistiche.
La storia della villa comunale di Capua, racconta di innumerevoli inaugurazioni con promesse di gestioni autorevoli e professionali, ma altrettante ed ingiustificate chiusure.
Nei primi anni settanta, viene rendicontata una valida iniziativa dell'allora delegato alla villa, il consigliere Franco Fierro, il quale recuperò, facendo effettuare degli scavi, i busti e le teste di molte statue ivi sotterrate. 
Fu la ditta di Luigi Di Cecio, nonno dell'attuale, giovanissimo ed intraprendente presidente della Pro Loco, che aveva la sua officina di fabbro in mezzo alla Panatica, trasferita poi nell'attuale palazzo di famiglia, a far ricollocare dai suoi operai sui piedistalli ancora al loro posto i busti, mentre per le teste bifronti furono usate delle "anime" di ferro. Il giovanissimo consigliere comunale Franco Fierro, provvide poi, al recupero di alcuni frammenti archeologici abbandonati, facendoli sistemare in villa, compreso un bel reperto emerso durante dei lavori edili a Porta Tifatina.
Un brutto giorno, verso il 1974, durante la notte, ignoti ladri trafugarono le statue, lasciando nello sconcerto i capuani. Risultarono invane anche le iniziative dell'allora sindaco Manfredi Bosco. In quel periodo fu compiuto un errore imperdonabile. Infatti, si decise l'abbattimento del tempietto di stile pompeiano che era al centro della villa, costruita in epoca borbonica, perché ritenuto fatiscente e pericoloso. Contro l'iniziativa si espressero il consigliere Fierro e l'allora assessore alla cultura Rosolino Chillemi, con vibranti proteste. Fu detto che il tempietto sarebbe stato ricostruito, casse comunali permettendo.Le proteste si allargarono in città in modo notevole. 
Credo che sia arrivato il momento di discutere del futuro di uno degli spazi più belli e suggestivi della nostra città.

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