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Ultimo week end della mostra di Riccardo Dalisi a Capua. Un successo siglato da oltre tremila visitatori in un mese.
CAPUA - La visione del paesaggio urbano di Capua, con la quale Dalisi ha ribaltato schemi e prospettive tradizionali, è piaciuta. E sono stati oltre tremila i visitatori che, dallo scorso 5 maggio, hanno visitato la città per scovarvi le opere del maestro tra gli scorci più suggestivi ed insoliti del centro storico. Le fotografie della città, invece, scattate da Bruno Cristillo e rivisitate dal tratto originale di Dalisi accoglievano il pubblico nei saloni del Museo di Arte Contemporanea (Mac), eletto cuore della mostra curata dall'architetto Giuseppe Coppola.
"Il nostro Museo - ha commentato Gigi Brandi, direttore artistico del Mac - meritava un cambiamento, che non significa rinnegare i talenti del nostro territorio ai quali il Mac ha aperto le porte con sale e studi dedicati. Cambiamento significa aprirsi all'esterno, ed il maestro Riccardo Dalisi, talento campano tra i più quotati e noti al mondo, rappresenta il miglior modo per avviare questo percorso. Un percorso che è sì di arricchimento e visibilità, ma è soprattutto di crescita per le realtà artistiche locali, le stesse che oggi presenziano al Mac di Capua e che presto proporremo in realtà espositive nazionali degne del talento inestinguibile del nostro territorio. Ciò è stato negli intenti dell'amministrazione comunale da sempre, e ciò è quanto oggi io intendo realizzare".
E mentre ci si prepara all'ultimo fine settimana di esposizione, Riccardo Dalisi fa un bilancio dell'esperienza Capuana e dei progetti futuri legati alla città.
"Mi piacerebbe continuare questo dialogo tra opere moderne e architetture antiche, magari individuando a Capua un luogo in cui la mia arte si stanzi per divenire elemento attrattivo rivolto a talenti nazionali ed internazionali".
Perchè proprio a Capua?
"Perchè questa città ha un fascino unico. Sembra che dorma, da secoli, lontana dal frastuono artistico ed architettonico della contemporaneità. Sembra che attenda silente l'espressione artistica degna di violarne il suo immobilismo, lo stesso su cui ancora aleggiano le Matres Matutae, custodi e garanti di una sacralità atavica scolpita nella pietra. Credo che le mie opere si leghino perfettamente a questo tessuto, riprendendo temi cari all'architettura antica seppure in chiave moderna".
Le opere in mostra a Capua sono state pensate ad hoc per la città?
"No. Ed è questo il dato significativo: le mie creazioni sembrano nate apposta per questa atmosfera, la stessa che ha chiuso la storia recente fuori dalle mura della città aspettando l'occasione giusta per riaprire il dialogo. Un dialogo tra antico e moderno che può e deve avvenire solo in maniera singolare, altrimenti diventa pericoloso. E mi piace pensare che questa singolarità sia rappresentata oggi dalla mia arte, e che il dialogo possa continuare. Essere accolto dal ventre antico della città, tra le più ritrose del nostro territorio, è emozionante. E la mia espressione artistica si carica di un valore indicativo per quanti vorranno seguirmi a Capua".
RICCARDO DALISI: DISEGNO/DESIGN DI CAPUA.
La città e il museo – entrambi concepiti come laboratorio di idee – interagiscono assieme per mettere in scena una “visione” del paesaggio urbano che ribalta gli schemi e le prospettive tradizionali. Il tema suggella l'incontro di due realtà d'eccezione: Riccardo Dalisi, architetto, designer, artista, presente nelle collezioni dei principali musei, e Capua, città che racchiude nella cerchia delle sue mura una stratificazione storica di spessore e densità estremi. Nella città le opere sono installate in luoghi non convenzionali: non al centro delle piazze, collocate su alti basamenti, ma dietro le finestre, nelle logge dei palazzi o nelle nicchie delle chiese, in prospettive oblique, come presenze animate che osservano la città e i suoi abitanti, attraverso una particolare angolazione che persegue tre obiettivi: concepire l'opera d'arte non tanto per le sue valenze estetiche e compositive, ma per la maniera in cui interagisce con l'ambiente e per i contenuti concettuali che esprime; stimolare il passante che si ritrova coinvolto in un sistema di relazioni prospettiche inusuali; infine ribaltare la visione tradizionale del paesaggio e focalizzare l'attenzione non sulle opere, ma sullo spazio urbano, oggetto dello sguardo e luogo centrale della ricerca artistica. La seconda parte del progetto interessa il museo d’arte contemporanea, impegnando sul tema della ricerca anche il suo direttore artistico Luigi Brandi. All'interno del museo sono esposte alcune immagini fotografiche della città di Capua, realizzate da Bruno Cristillo, sulle quali è stato chiesto a Dalisi, architetto e designer prima ancora che scultore e pittore, di ipotizzare degli interventi urbani di arte e design in maniera totalmente libera, assumendo Capua come laboratorio virtuale per una riflessione più ampia, che va al di là dello specifico contesto per affrontare in termini più generali il rapporto tra arte, design e ambiente urbano.
Riccardo Dalisi è nato a Potenza nel 1931, ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura di Napoli. dove è stato direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale. Negli anni Settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva tutti i gruppi e le persone che in Italia coprivano l'area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l'esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano), ha unito ricerca e didattica nel campo dell'architettura e del design accostandosi sempre più all'espressione artistica come via regia della sua vita. Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d'Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana. Negli ultimi trent'anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l'architettura e il design, la scultura e la pittura, l'arte e l'artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona. Nel 2010, dopo una lunga ricerca preparativa, ha presentato, in collaborazione con la Triennale di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la prima edizione del “Premio Compasso di latta”, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della eco compatibilità e della decrescita. Diverse mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite in Italia e all'estero. Tra queste citiamo: la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Biennale di Chicago, il Museo del Design di Denver, il Guggenheim Museum di New York, il Museo di Copenaghen, il Museo di Arte
Contemporanea di Salonicco, Palazzo Reale di Napoli, la Galleria Lucio Amelio di Napoli, la Fondazione Cartier di Parigi, il Museo delle Arti Decorative di Montreal, il Tabak Museum di Vienna, il Museo Zitadelle Spandau di Berlino, Castel dell'Ovo a Napoli.

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