Basso Volturno
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Cancello ed Arnone – “Splendida serata quella di Mercoledì 22 novembre 2017” asserisce la Maisto, coordinatrice del gruppo di Letteratitudini, che poi continua  “non è mancato nulla:  poesia, musica, emozioni, dolcezza, amicizia, afflato, buona cucina.

L’incontro degli amici di Letteratitudini: Mattia Branco, Lella Coppola, Raffaele De Lucia, Italia Iovine, Felicetta Montella, Raffaele Raimondo, Laura Sciorio, Maria Sciorio, Marinella Viola, ed ovviamente Matilde Maisto, hanno avuto la piacevole partecipazione del maestro Gino Accardo, accompagnato dalla gentile consorte, che ha completato la serata con intermezzi musicali della canzone classica napoletana.

Con Gino Accardo la canzone classica napoletana trova un interprete di grande affermazione nel panorama della melodia partenopea di tutti i tempi della cultura canora napoletana. Dotato di una voce accattivante che lo rende unico nel panorama musicale della canzone classica napoletana e di carattere aperto e solare, Gino Accardo riesce a stabilire un feeling con il pubblico e creare atmosfere di suggestiva intimità. Ed è proprio quanto è accaduto con gli amici di Letteratitudini che si sono lasciati coinvolgere cantando vari motivi insieme al maestro.  

I lavori sono stati aperti dalla Maisto che ha spiegato perché il tema: “Poesie sulla morte che fanno cambiare idea sulla vita”. Ebbene lei dice: “Novembre è un mese per riflettere. La pietà cristiana dedica questo mese al ricordo dei defunti. Un mese intero per ricordare e rinsaldare il legame di solidarietà che esiste tra chi è ancora pellegrino sulla terra e chi ci ha preceduti nella vita eterna. Un mese intero in cui devono essere più numerose le azioni di suffragio per i nostri cari defunti. Ma anche per tutti i defunti indistintamente, compresi quelli che nessuno più ricorda, ma che da Dio sono amati e conosciuti per nome. Un mese intero per meditare che cos’è il peccato, che ha portato la morte nel mondo. E per pensare che su questa terra siamo solo dei viandanti senza borsa e senza sandali, che non hanno paura della morte, perché sentono nostalgia della vera patria, più grande e più bella di questo mondo, e vivono in modo da poterla raggiungere. Oggi come forse mai, i non credenti sono protesi verso la ricerca del piacere, e tanti credenti sono animati da una sorta di ottimismo spensierato, come se tutto alla fine dovesse finire bene, come in certi tipi di films. Allora il mese di novembre viene a richiamarci a quelle sobrie verità che i nostri ragionamenti non potranno mai cambiare. In tal modo le verità circa la sorte dell’uomo dopo la morte, rivelataci da Cristo, spazzano via tutte le tenebre, tutte le perplessità, tutti i nostri dubbi per far luce alle sue parole: “Io sono la via, la verità, la vita”.

Tuttavia non è mai facile affrontare la morte di una persona cara, amico o parente che sia. Il peso della malinconia, e a volte della disperazione, si attanaglia facilmente su noi che rimaniamo, portando a sentire come una pesantezza sull’anima. In casi come questi, canzoni e poesie sulla morte possono avere un grande effetto taumaturgico.

Inoltre amore e morte sono da sempre i temi più profondi e passionali della letteratura, che danno linfa vitale a qualsiasi testo o racconto e che più che mai hanno ispirato i grandi talenti della narrativa e della poesia. Nella nostra piccola raccolta, spiega la Maisto, abbiamo cercato di mettere insieme diverse visioni della morte, di altrettanti poeti e narratori di varie epoche. Ognuno con le sue parole può offrire un modo diverso di vedere l’infinito, l’ignoto, l’assenza, e tutte le suggestioni che fanno parte del mistero ultimo della vita. Un mistero che forse potremo guardare con occhi diversi, dopo aver letto alcuni di questi brani.

Ecco quindi le nostre poesie sulla morte che vi faranno cambiare idea sulla vita: Emily Dickinson “Se dovessi morire”; Pablo Neruda “Amore mio, se muoio e tu non muori”; Alda Merini “Elogio alla morte”; Cesare Pavese “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”; Antonio De curtis “A’ Livella”; Edgar Allan Poe “Annabel Lee”; Ugo Foscolo “In morte del fratello Giovanni”; Ugo Foscolo “I Sepolcri” (parte iniziale); Eugenio Montale “Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di volte”; Giovanni Pascoli “La cavalla storna”; Fernando Pessoa “La morte è la curva della strada”.

Tutte poesie bellissime declamate con grande partecipazione da tutti i partecipanti e intervallate dalla musica di Gino Accardo  con  canzoni classiche napoletane.

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