GRAZZANISE (Raffaele Raimondo) – Nel
pomeriggio del 21 dicembre, si sono svolti i funerali di Altero Matteoli a Roma, nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, la stessa in cui il 5 agosto del 1994 si tennero quelli di Giovanni Spadolini. I mass media hanno messo in evidenza che a Matteoli, ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel IV Governo Berlusconi, , per le sue doti umane e politiche hanno tributato elogi personalità di ogni sponda. Apprezzamenti che ricevette anche a Grazzanise, dove da ministro in carica venne in visita, il 19 marzo 2010, accompagnato da Mimì Zinzi, presidente della Provincia, e Domenico Ventriglia, sindaco di Curti; a riceverlo in municipio il primo cittadino, Enrico Parente, ed una folla di sostenitori in gran parte di destra.
Quando qua si è appresa la triste notizia della morte improvvisa di Matteoli per un grave incidente automobilistico avvenuto a Capalbio, qualcuno ha ricordato quel giorno di sette anni fa, associando immancabilmente il rimpianto per lo stimato senatore alla quarantennale promessa, mai realizzatasi, dello scalo civile in sostituzione o in abbinamento alla base aerea militare operativa, nel sedime grazzanisano, da più di cinquant’anni. Quasi un modo per dire. Addio Matteoli, addio aeroporto civile!
In effetti s’è trattato di uno slancio emotivo. Niente più del recupero volante di una non sopita illusione, giacché la cronaca e soprattutto la storia viaggiano su dati obiettivi: dunque, si può anche cedere ai “piedi a terra ed occhi al cielo”, ma le estremità inferiori devono restare ben piantate sul concreto. I fatti – giova ribadirlo – non andarono come li vuole narrare qualche nostalgico, perché è vero che lo stimato esponente di Alleanza Nazionale giunse a Grazzanise sviluppando, davanti alla platea, un “promettente discorso”, ma nella fase di una triplice campagna elettorale rivolta alle regionali, provinciali e comunali che ebbero luogo il 28 e il 29 marzo, cioè a distanza d’una decina di giorni. E i personaggi che, nella circostanza, facevano corona intorno al ministro era tutti in corsa: Ventriglia puntava alla Regione dove poi approdò soltanto nel 2014 in surroga all’uscente Peppe Sagliocco; Zinzi era candidato alla Provincia e ne divenne presidente, avendo ottenuto il 64,4% dei voti che gli permise di battere l’avversario di centrosinistra Giuseppe Stellato; Parente, ormai al termine del secondo mandato, appoggiava l’elezione del figlio che davvero fu suo successore. Quelli erano i dati oggettivi che non si possono e non si devono dimenticare.
Piuttosto, va degnamente ricordata, proprio sul fronte di destra, la sincerità del governatore Antonio Rastrelli, quando a più riprese, nella seconda metà degli anni Novanta, manifestò l’intenzione di realizzare l’aeroporto civile a Grazzanise, inquadrandolo finanche nell’ipotesi di un vasto e polivalente comprensorio aeronautico ai cui confini egli vedeva l’Accademia di Pozzuoli e il Cira di Capua. Intenzione frantumatasi, allorché nel 2000 fu sconfitto da Bassolino, vero e definitivo affossatore del progetto rastrelliano, non l’attuale governatore De Luca, come qualche giorno fa sosteneva un noto politico delle nostre parti desideroso di ritornare in sella. De Luca, in proposito, guarda al potenziamento dell’aeroporto di Pontecagnano.
Nondimeno, mentre è auspicabile che nella campagna già avviata e lanciata verso le elezioni politiche del prossimo marzo gli aspiranti parlamentari casertani non tornino a sbandierare il feticcio dello scalo civile a Grazzanise, resterebbe nel diritto delle popolazioni di tutto il Basso Volturno domandare al governatore salernitano quali risorse e quali obiettivi rientrino nei suoi piani per il nostro territorio che non hai mai conosciuto sviluppo dalla fine dell’epoca fascista. E partiti, sindaci ed elettori a difendere questa causa dovrebbero concentrarsi, non nel racconto o nell’ascolto delle favole.