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Roma - ''Non so spiegarmi nemmeno io come è successo, non lo posso dire adesso''. Così Michele Misseri in un'intervista al 'Tg5' risponde a chi gli chiede le ragioni che, a suo dire, lo spinsero ad uccidere la nipote Sarah Scazzi, assassinata ad Avetrana (Taranto) il 26 agosto scorso.
''Non la faccio finita perché ci sono due innocenti in carcere, poi vedremo'', dice poi riaffermando con convinzione la sua colpevolezza, ha detto: ''Non so se riuscirò a vivere''. E ancora: ''Sono triste, io la notte sempre piango. Io quelle immagini ce le ho sempre davanti, di notte e di giorno, non posso cancellarle''.''Mi sento in colpa di quello che ho fatto'', ha affermato 'zio Michele', dicendo di ''non potere spiegare'' il perché dell'accusa, poi ritrattata, nei confronti della figlia Sabrina.
''Tutti si credono che è mia figlia Valentina che mi dice che devo dire...'', ha aggiunto il contadino di Avetrana, sottolineando che non è affatto così. ''Non sono l'uomo delle mille versioni. Io -ha detto con il suo italiano un po' stentato- quello che ho fatto ero cosciente. Non volevo nemmeno uscire dal carcere per quello che ho fatto''.
''A Concetta pure che le chiedo perdono non me lo può perdonare, perché Concetta ha ragione, ha mille ragioni. Concetta pure che mi incontrasse per strada, pure che mi ammazzava, nemmeno alzavo le mani. Perché mi devo mettere pure nei suoi panni. Se ero nei suoi panni per me era lo stesso. Io ho chiesto sempre perdona''. Lo ha detto Michele Misseri in un'intervista al 'Tg5', facendo riferimento a Concetta Serrano, la mamma della piccola Sarah Scazzi, la 15enne uccisa ad Avetrana (Taranto) il 26 agosto scorso. (Adnkronos)

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