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L'aliquota base della nuova Imu,

frutto della fusione tra Imu e Tasi, diventerà dell'8,6 per mille e i sindaci potranno aumentarla fino a un massimo del 10,6 per mille. Solo nel 2020, ed entro il livello già stabilito per le due imposte, la nuova Imu potrà essere portata fino all'11,4 per mille. Con delibera comunale si potrà decidere anche di ridurla fino ad azzerarla. I sindaci potranno decidere di annullare anche il prelievo su ville, castelli e abitazioni di pregio, per i quali l'imposta si applica anche quando sono prima casa. Le case date in affitto a canone concordato continueranno a godere dello sconto del 25% anche con la nuova Imu. Lo stabiliscono le norme sulla fusione di Imu e Tasi contenute nella bozza della manovra, nelle quali si precisa che "l'imposta è ridotta al 75%". Le aziende e i lavoratori autonomi potranno detrarre integralmente l'Imu già dal 2022 sugli immobili usati per l'attività. Per quell'anno, finora era prevista una deducibilità al 70%. Restando ferme "le percentuali di deducibilità parziale per i periodi d'imposta 2019 (50%), 2020 e 2021 (60%)".

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