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Benevento - Si è tenuta presso la sede provinciale delle ACLI di Benevento,

nella giornata dedicata alle donne, la tavola rotonda dal titolo “Il lavoro di cura e il welfare sanitario di prossimità – Nuove cittadine, non solo lavoratrici domestiche” promosso dalle ACLI Colf e finanziato con il 5x1000.

“È stato un pomeriggio di arricchimento per tutti i partecipanti - dichiara il Presidente delle ACLI Provinciali di Benevento, Danilo Parente. La Tavola Rotonda, trattando i temi del lavoro di cura, del lavoro domestico e non solo, ha permesso, grazie ai numerosi interventi dei relatori e dei partecipanti, di consegnare una fotografia precisa di quello che è il lavoro preziosissimo svolto dalle nuove cittadine, purtroppo, non sempre adeguatamente tutelato e valorizzato”.

Per Rita Piantedosi, Referente del Coordinamento Provinciale delle Acli di Benevento: “L’otto marzo è una giornata importante, è una giornata significativa, una giornata nella quale dobbiamo fermarci a riflettere sulla condizione della donna, del perché di tanta violenza, ancora oggi, nei suoi confronti, del perché di tanta disparità di trattamento anche nei confronti delle nuove lavoratrici”.

“È stato un piacere per me - afferma la Consigliera con delega alle pari opportunità del Comune di Benevento, Patrizia Callaro - partecipare a questo incontro perché volevo tastare con mano le  problematiche che riguardano una parte importante del tessuto sociale della nostra città. Quello che posso dire è che ho potuto constatare quali sono le effettive difficoltà connesse al tema della discussione odierna e me ne farò portavoce per studiare le migliori soluzioni. L’amministrazione attuale è sempre vigile e attenta su questi aspetti. Plaudo al lavoro che stanno svolgendo le Acli: la loro attività e quella di tutti coloro che vi collaborano è davvero importante”.  

“Le donne che svolgono un lavoro di cura – dichiara Georgeta Al Masri, responsabile Acli Colf di Benevento – portano con loro una vulnerabilità bio-psico-sociale, fatta di bisogni sanitari (rischi per la salute connessi ai comportamenti e ai contesti di vita), bisogni materiali primari (determinati spesso dall’assenza di reddito o di reddito insufficienti, fortemente precari), bisogni connessi alle sfere dell’affettività e delle relazioni. Il lavoro delle assistenti familiari è nocivo, proprio per le sue caratteristiche intrinseche: la coabitazione, i lunghi orari di lavoro, l’isolamento, la densità emotiva e relazionale. La tutela dei diritti e della salute delle assistenti familiari – prosegue la Responsabile – non può che partire dal riconoscimento del valore sociale ed economico del lavoro e dalla costruzione di un nuovo modello di welfare inclusivo volto ad assicurare il benessere sia a chi presta cura sia a  chi viene curato”.

“Penso che l’incontro sia andato più che bene – riferisce Angelica Adinolfi, referente dei percorsi formativi del Simposio. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma andiamo avanti così, auspicando, da parte di tutti, una maggiore sensibilità sul tema”.

Tira le conclusioni il Presidente del Simposio di Benevento, Filiberto Parente: “La Tavola rotonda di oggi, ci dice tre cose: la prima grazie al prezioso lavoro domestico delle collaboratrici familiari che aiutano le nostre famiglie di anziani per un vero welfare sanitario. La seconda, che la partita si giocherà sempre più sulle mediazioni culturali, che devono essere uno strumento di facilitazione anche nella pubblica amministrazione. Terzo, plauso agli iscritti al percorso formativo, che con successo apprendono la nostra lingua grazie al prezioso lavoro di Georgeta, Claudia ed Angelica. Il lavoro del Patronato ACLI, con Stefania Ciullo, ci dice che è un lavoro prezioso, riconosciuto, apprezzato e professionale. Oggi, la recente riforma del terzo settore necessita di lavoro metodologico per i distretti e gli ambiti di zona. La nostra direzione di marcia del Simposio immigrati, dal 2002, è quella di “globalizzare la solidarietà” oltre al lavoro svolto in Regione Campania e all’UNAR, è quella di essere pronti al cambiamento. Per concludere, un appello alle Istituzioni, locali, regionali e nazionali, per chiedere politiche d’accoglienza positive che incontrino “l’Umanità delle Persone”. Non solo la Politica ma ciascuno di Noi, sia costruttore del Bene Comune nella Comunità; come scriveva il compianto cardinale Martini, “Non è dunque questo un tempo di indifferenza, di silenzio e neppure di distaccata neutralità o di tranquilla equidistanza. E’ questo il tempo in cui occorre aiutare a discernere la qualità morale insita non solo nelle singole scelte politiche, bensì anche nel modo generale di farle e nella concezione dell’agire politico che esse implicano. Possiamo fare molto, se ciascuno fa la propria parte”.

L’evento si è concluso, a seguito delle numerose testimonianze dei partecipanti, con la consegna di mimose per tutte le donne presenti e un ricco buffet.