Roma
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Roma - Era il 19 di Febbraio di due anni fa quando, in occasione della partita di Europa League 

con la Roma, gli hoolligans olandesi ridussero in una discarica piazza di Spagna, danneggiando la fontana del Bernini, conosciuta a Roma come ‘la Barcaccia’.

Due società olandesi, note per aver eseguito in Olanda importanti restauri, quasi a ristoro del danno inferto dai loro connazionali,   hanno voluto compiere un gesto di omaggio nei confronti dell’Italia e di Roma in particolare.

Il ripristino della fontana, che segue quello del 2000, è stato eseguito dalla società olandese Koninklijke Woudenberg con la sua controllata Meesters In (ambedue note per importanti restauri in  Olanda) e da CBC Conservazione Beni Culturali coop (Roma), una delle ditte italiane più esperte nel restauro di beni culturali, in base al progetto e sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. “Da un atto vandalico e distruttivo”, ha commentato il vicesindaco Bergamo, “è nata una reazione positiva da parte di persone e imprese non romane”.  

E, così, torna a splendere a piazza Barberini, angolo via Veneto, quel piccolo gioiello di travertino che è la Fontana della Api di Gian Lorenzo Bernini, realizzata nel 1644 per papa Urbano VIII Barberini (vedi nota storica). A finanziare l’intervento, su questa fontana e su quella di viale Tiziano, un pool di sponsor – prevalentemente mecenati olandesi – decisi a rendere omaggio a Roma dopo i danni inferti dagli hooligans alla Fontana della Barcaccia nel febbraio 2015, alla vigilia della partita Roma-Feyenoord. 

Il restaurato capolavoro berniniano è stato inaugurato alla presenza, tra gli altri, del vicesindaco e assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo, del sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce e dell’ambasciatore olandese Joep Wijnands. 

I lavori condotti: trattamento biocida (rimozione di piante, muschi e alghe); pulitura delle superfici (con bisturi, martelletti e sabbiatura di precisione per rimuovere le incrostazioni calcaree); rimozione delle vecchie stuccature impermeabilizzanti, ormai inefficaci, e nuova sigillatura di tutti gli alveoli della pietra per impedire future infiltrazioni; consolidamento della lesione sulla parte sinistra con iniezioni di resina epossidica; ripristino dell’iscrizione celebrativa e, infine, applicazione su tutta la superficie di un protettivo idrorepellente.