Cronaca
Carattere

(Antonio Gaudiano) – Stanno venendo fuori ad uno ad uno i razzisti e i denigratori di Napoli e del Sud, di sempre e dell’ultima ora, come le lumache dopo un acquazzone. E i peggio sono i meridionali. E tra questi ultimi – solo in ordine di tempo – Eduardo Cicelyn che questa mattina dalle colonne del Corriere della Sera si scaglia – lui nato a Napoli – contro l’artista – piemontese -  Michelangelo Pistoletto che si è macchiato di lesa maestà per aver elogiato i napoletani per il rispetto delle sue opere esposte in pubblico, laddove a Milano i meneghini avevano danneggiato la sua opera: una mela esposta nel parco Troisi della ‘capitale morale’ d’Italia. ‘Capitale morale’ con tanta ironia, ovviamente.

Eduardo Cicelyn – leggo da notizie su internet – nasce a Napoli nel 1959; laurea in Filosofia, giornalista professionista; è stato direttore del museo Madre di Napoli. Un’esperienza quest’ultima conclusasi non a lieto fine. E tra gli artisti con i quali il Nostro aveva collaborato in quel periodo c’era anche Michelangelo Pistoletto.

Il titolo dell’intervento di Cicelyn che il Corsera ha scelto è eloquente, quasi un’istigazione: "Il sindaco Pisapia lo quereli subito…”. Chi? Pistoletto, ovviamente! Per avere affermato la superiorità in termini di rispetto e di sensibilità artistica dei napoletani sui milanesi. Come ha potuto!?

E’ da parecchio che non frequento il codice penale (essendo civilista), ma pur sforzandomi non riesco a ricordare l’esistenza di una fattispecie di reato che possa essere invocata dal sindaco di Milano Pisapia (figlio di padre napoletano) per querelare Pistoletto.

In compenso l’intervento di Cicelyn è un crescendo di livore fino all’apoteosi, questa si querelabile. “Se poi si ricorda la vera storia della Montagna di Sale di Paladino, che compie vent’anni il prossimo Natale, si dovrà raccontare che anche in piazza Plebiscito l’opera d’arte fu aggredita. Ma per un motivo tutto napoletano: la gente voleva portarsi a casa il sale. A Milano l’hanno distrutta perché non sapevano che farsene, a Napoli l’hanno mangiata perché piaceva e portava bene. Questa è la differenza culturale. Dalle nostre parti l’arte è una roba di famiglia che si porta a casa, altrove resta un che d’estraneo per salotti borghesi o per caveau di banche d’affari”.

Alla fine speri che tanto rancore sia dovuto ai rapporti tra Cicelyn e Pistoletto (magari gelosie tra artisti…) e che i napoletani ‘ci siano andati di mezzo’ loro malgrado. Del resto nel brano riportato lo stesso Cicelyn sembra (?) snobbare Pistoletto: ‘A Milano l’hanno distrutta perché non sapevano che farsene.

Diversamente c’è una sola conclusione: avanti tutta che siamo sulla buona strada.

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