Cronaca
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La partita di calcio disputata mercoledì scorso al ‘Massimo’ di Catania tra il Napoli e la squadra di casa, sembra essere andata molto al di là della semplice disputa calcistica. ‘Mio fratello è catanese!’, inneggiavano i partenopei all’indirizzo degli etnei. A margine dell’incontro, si assistito a uno spettacolo straordinario a testimonianza di una riscoperta identità che cerchiamo di approfondire con Fiore Marro, presidente e fondatore dei ‘Comitati delle Due Sicilie’. “L’Italia pallonara – spiega il duo siciliano - ha, tra le sue infinite peculiarità, anche i derby. Con questo termine si fa riferimento a una partita di calcio tra compagini della stessa città ma, spesso, si rapporta anche a un incontro molto sentito fra squadre con accese rivalità agonistiche. In giro per il mondo si disputano tante partite di campanile come el clásico tra ‘Barcelona’ e ‘Real Madrid’. In Italia, invece, abbiamo quello del nord Italia, tra Juventus e Milan; quello della Madonnina tra Inter e Milan; quello laziale, tra Lazio e Roma; quello della Mole, tra Torino e Juventus; della Lanterna, tra Genoa e Sampdoria; della via Emilia, tra Bologna e Parma; di Toscana, tra Fiorentina e Livorno; quello pugliese, tra Bari e Lecce; quello di Sicilia, tra Palermo e Catania; quello delle isole, tra Cagliari e Palermo e poi ci sono quelli che ci piace definire ‘derby delle Due Sicilie’, tra Napoli e Palermo o Napoli e Catania. Mercoledì 26 marzo, al Massimo catanese, si è combattuto quello noto come il derby dei vulcani. Una partita quasi drammatica tra due team in lotta; una per la Champions League e l’altra alla disperata ricerca di punti salvezza. Chi è legato, come me, all’identità delle Due Sicilie, ha vissuto novanta minuti di sofferenza agonistica. Il senso di appartenenza ad una terra dal glorioso passato, infatti, travalica anche il legame con i propri colori calcistici. Personalmente, mi auguro che il Catania conservi la sua posizione nella massima serie e sono certo che come me, nessun vero tifoso partenopeo abbia gioito fino in fondo per la vittoria azzurra contro i fratelli etnei. Chi è stato in Sicilia in occasione della partita, ha assistito alla rappresentazione del bel calcio. I canti, gli abbracci tra le due tifoserie e le bandiere delle due squadre che sventolavano insieme hanno dimostrato la riscoperta di un’antica e mai sopita fratellanza che va ben oltre il mondo del calcio. Un’immagine che lancia un messaggio potente e positivo che deve essere di sprone a tutto il sud. Siamo tutti figli di una sola Patria, come hanno dimostrato ieri catanesi e napoletani, fratelli duosiciliani uniti all’ombra dei vulcani. Mio fratello è catanese!” Chissà, dunque, che proprio dal calcio e dall’unione che ne deriva, non possa arrivare quell’invito alla coesione di cui il sud necessita per rilanciare se stesso.

Nando Cimino 

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