In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
COMMENTO
L’opera di Pietro, secondo gli Atti degli Apostoli, è aperta e capillare,e anche lui,condotto dallo Spirito Santo, vede che Dio apre la salvezza a tutti i popoli,anche ai pagani ( evidente ciò nell’episodio dell’incontro con Cornelio),e come lo Spirito Santo costruisce il nuovo sulla “ Pietra Angolare” che è Cristo, attraverso coloro che sono mandati ad annunciare il Vangelo. Le Comunità crescono non solo di numero , ma anche in qualità, esortate sempre dagli Apostoli che non si stancano di invitarle ad essere legate a Cristo attraverso il comandamento dell’amore, che è la divisa che caratterizza il vero discepolo di Gesù di Nazareth, e attraverso il quale si assapora non solo l’amore grande di Dio,ma lo si rende vivo nel quotidiano della vita.
L’amore è la caratterista di ogni discepolo di Gesù! Ma per dimostrarlo, non basta l’osservanza,se questa è vuota e solo apparente o di facciata,ma essa deve essere carica dell’amore che ,in Cristo, il Padre ci ha dato. E dall’osservanza, carica di amore,Gesù stesso, attraverso il Vangelo di Giovanni, ci dice che nasce la gioia, quella vera che non è condizionata da avvenimenti strani,e insieme quella pace duratura che da all’anima la serenità per poter percorrere il cammino con Dio e raggiungere la meta.
Entrare nell’amore di Dio,secondo il linguaggio di Gesù, è entrare nella sua amicizia,quale rapporto profondo che ,in Cristo,lega Dio all’uomo,e in questo rapporto l’uomo trova non solo il conforto di essere amato da Dio, ma anche la radice della fede,che nasce appunto dal cuore di Dio,arriva a noi e ci salva.
“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi!..” Una scelta non senza un fine da raggiungere:”perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga!
Le Prime Comunità Cristiane seppero vivere ,legate a Dio nell’amore verso il Cielo e verso i fratelli, questo stile di vita ,innaffiato dall’amore,e diedero testimonianza di una presenza amata e vissuta nella loro vita che andava al di là dei condizionamenti che poneva loro la società,anche oltre il martirio di tanti, e questa loro testimonianza, attinta alla luce della Parola, confessiamolo, ha cambiato il mondo.
Solo se in noi cristiani di oggi c’è questa passione per Iddio e per l’uomo, la nostra fede diventa eloquente, fa notizia, e cera contagio,superando spesso l’indifferenza e l’apatia verso Dio di tanti nostri fratelli
Senza fatti di Vangelo, vissuti nell’amore, corriamo il rischio di rimanere nella linea di condotta dei Farisei.
Commento di P. Pierluigi Mirra Passionista
Commento al Vangelo di domenica VI dopo Pasqua ( 10 maggio 2015) - Giovanni 15,9-17
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