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PAULLO (MI) - Nella giornata di ieri il comune di Paullo ha aderito al protocollo

tra Prefettura di Milano, Città di Milano e la Zona Omogenea del Sud-Est per un'accoglienza equilibrata, sostenibile e diffusa dei richiedenti protezione internazionale, sottoscritto presso la Prefettura di Milano, alla presenza del Ministro dell'Interno Marco Minniti.

Il protocollo, approvato da 80 sindaci appartenenti all’area metropolitana milanese, mira a favorire l'accoglienza sulla base di un’equa distribuzione di migranti sul territorio, nel rispetto dei diritti degli stessi e nella tutela della comunità che li andrà ad ospitare, da realizzare in collaborazione con le associazioni e cooperative sociali.
L’ottemperare ai principi contenuti nel protocollo prevederà che gli enti, una volta coperto il 50 percento della quota di migranti assegnata dal coefficiente di Anci-Viminale (2,5 ogni 1000 abitanti), non saranno più coinvolti da accoglienze “incontrollate”.
Paullo, attualmente, ospita 22 richiedenti asilo su un massimo stabilito di 31. Mentre la quota che vincola gli invii nel comune è fissata a 16. Dunque, avendo già superato la soglia, il municipio è diventato interlocutore diretto della Prefettura, la quale sarà obbligata a confrontarsi e accordarsi prima di prendere qualsiasi decisione riguardante la realtà paullese.
Si tratta di un nuovo modo di interagire tra istituzioni, al fine di gestire nella migliore maniera possibile l’accoglienza.
«Questo tipo di protocollo è un’assunzione di responsabilità per governare un processo che coinvolge direttamente le amministrazioni e i loro territori - spiega il sindaco Federico Lorenzini -. A riprova di ciò, l’intesa è stata siglata da sindaci di diverso colore politico, come ad esempio Paolo Bianchi, primo cittadino di Mediglia (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale). Chi invece ha deciso di non aderire non risolverà nulla perché il suo comune sarà ugualmente coinvolto nell’ospitalità di migranti, senza però avere alcuna voce in capitolo. E non potrà scongiurare situazioni critiche, derivanti dalla concentrazione di persone straniere in una sola struttura, laddove si dovessero creare».
«Un'accoglienza più condivisa e partecipata è possibile solo con la partecipazione diretta delle Amministrazioni Comunali, del terzo settore e della Prefettura, ente delegato alla sicurezza dei cittadini - aggiunge Marta Battioni, vicesindaco con delega alla partita -. E l'assunzione di responsabilità di tutti, aiuta a far fronte ad un fenomeno ormai non più d'emergenza ma strutturale». 

 

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