ROMA - Dopo il '45 e l'89 ''siamo ora giunti, in special modo in Europa, a un terzo appuntamento con la storia: quello del calare il nostro processo di integrazione nel contesto di una fase critica della globalizzazione'' e questa volta ''le leadership europee appaiono in grande affanno a raccogliere la sfida''. E' un passaggio, pubblicato oggi da Repubblica, della lettera che Giorgio Napolitano ha inviato al direttore di Reset e il cui testo integrale sara' pubblicato sul prossimo numero della rivista ed e' gia' online sul suo sito web. Il presidente della Repubblica analizza la lezione di Einaudi e riflette sulla domanda dello storico inglese Tony Judt sui giganti di un tempo e i pigmei di oggi nella politica europea. Nella ''crisi incalzante dell'euro'', scrive Napolitano, le leadership
Roma. Berlusconi, se il governo continua con questa imposizione fiscale, si andrà al voto

Nencini (Psi): bisognerebbe tagliare anche le indennità dei consiglieri regionali

Governo sul filo del rasoio. No della Lega alla riforma delle pensioni
(Luisa Gaudiano) - E’ stata una giornata lunga e difficile quella di ieri per Silvio Berlusconi. Entro domani l’Europa vuole risposte serie e concrete: un pacchetto di riforme ‘strutturali’ e non generiche promesse. Ma di traverso alla riforma delle pensioni Berlusconi ha trovato un Bossi irriducibile. Nessuna concessione: le pensioni non si toccano ha ripetuto ieri il Senatur, anche di fronte alla possibilità di una crisi di governo. Il Consiglio dei ministri di ieri si è concluso, infatti, con un nulla di fatto. Se anche oggi dovesse permanere il veto leghista, l’unica soluzione per evitare le elezioni anticipate (chieste dalle opposizioni, ma senza tanta convinzione) sarebbe quella di aprire al Terzo Polo (UDC, FLI e API), ma un’operazione del genere sarebbe possibile solo a condizione che Premier non sia Silvio Berlusconi, che al momento non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro.