Politica nazionale
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Matteo Renzi  torna alla Leopolda sapendo  di dover fare di tutto per portare nell'alleanza sia Pisapia sia Ap. E se ai centristi promette il bonus bebè, a Campo Progressista dà garanzie sul superamento del superticket ma soprattutto sostiene che ci siano i numeri per approvare il biotestamento e non si scandalizza all'idea della fiducia nonostante sia un tema etico. L8, che sta per "lotto", e "incontro" sono i due marchi dell'ottava edizione della kermesse renziana, che, chiarisce il leader dem è "un'altra cosa" rispetto al Pd. Due slogan che l'ex premier è convinto di riuscire a conciliare senza creare problemi al governo e portando "100 proposte" in dote al Pd alla vigilia della campagna elettorale. Renzi usa toni meno bellicosi, promette che dall'incontro con le tante persone avute nell'ultimo anno usciranno spunti per il programma, dall'ambiente al sociale. Resteranno però fuori dalla stazione sia i padri nobili, da Walter Veltroni a Romano Prodi, sia i potenziali alleati come Pisapia e Alfano. Il Professore, oggi a Firenze, finge prima di non sapere della kermesse poi aggiunge: "Non vedo perché mi dovessero invitare: è una roba da giovani, m'han detto...". Massimo D'Alema stronca "un negoziato surreale" e guarda a Pietro Grasso, il presidente del Senato che ancora non scioglie la riserva sulla scelta di fare il leader della sinistra ma, a quanto si apprende, non è intenzionato a mollare. "L'hanno scorso alla Leopolda ci gridavano 'fuori, fuori', oggi che gridano 'dentro,dentro'?", è la battuta di Pier Luigi Bersani che dà il senso dell'addio.

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