Torino - Approvare la manovra da 40 miliardi e mettere a punto la riforma fiscale. E' l'invito che viene dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, oggi, a Torino, per partecipare all'assemblea dell'Unione Industriale. "Noi abbiamo sempre chiesto la contemporaneita' di rigore e crescita.
E in questo momento molto delicato, dove e' in discussione il piano di salvataggio della Grecia, Moody's ha dato un avvertimento, diventa essenziale approvare il prima possibile la manovra da 40 miliardi, che e' stata messa nel piano nazionale delle riforme, che e' stata approvata dal Parlamento e dalla Commissione europea". "Allo stesso tempo - per il presidente di Confindustria - occorre andare avanti su una serie di elementi e provvedimenti, che possano aiutare la crescita tra cui anche la riforma fiscale, che noi pensiamo debba essere a parita' di pressione fiscale complessiva e, abbassare le tasse su impresa e lavoro dipendente, magari rialzando la tassazione sulle rendite finanziarie, lavorando sull'assistenza e su qualche lieve aumento delle aliquote Iva".
"Le due cose - ha concluso - devono andare in contemporanea" . (AGI)

Lussemburgo - L'Italia "non e' in pericolo": lo ha precisato il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker dopo che in un'intervista aveva parlato dell'Italia come di uno dei paesi che potevano soffrire le conseguenze di un default della Grecia.  Oggi durante la riunione dell'Eurogruppo "non abbiamo evocato l'Italia", ha precisato Juncker. "Il ministro Tremonti ha letto bene quello che ho detto - ha spiegato al termine della riunione dei 17 ministri delle finanze dell'Eurozona - non ho mai detto che domani l'Italia o il Belgio debbano tremare e non ritengo che l'Italia sia in pericolo. Ho solo messo in guardia contro azioni imprudenti che possano scatenare le reazioni irrazionali dei mercati". Sabato scorso, in un'intervista a un quotidiano belga, Juncker aveva parlato del "pericolo contagio" di un default di Atene. "E' stata data un'interpretazione ampia di quello che ho detto. Il mio monito riguardava una decisione cattiva come il coinvolgimento obbligatorio del settore privato". (AGI)

Roma - E' iniziata la manifestazione di Cisl e Uil 'Subito la riforma fiscale, legge quadro per la non autosufficienza, lavoro e crescita' che si tiene a piazza del Popolo. La piazza, dove sono attese 70mila persone, è invasa dai colori dei sindacati, con bandiere, palloni e dirigibili di plastica che sventolano mentre un'orchestra dal palco ha intrattenuto finora il pubblico con le note di famose canzoni legate a città e regioni, da 'Roma non fa la stupida...' a 'Romagna mia'.
"Basta con perdite di tempo e litigi. E' ora di mettersi tutti insieme per fare la riforma e togliere l'Italia dalla condizioni pietosa in cui si ritrova" è lo slogan del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha parlato a margine della manifestazione. Questo, sottolinea Bonanni, "è un ultimatum al governo" sollecitato, inoltre, a dare un deciso taglio alla spesa improduttiva e a non toccare, invece, la spesa sociale. "Non si azzardassero a portare una manovra senza un fortissimo ridimensionamento della spesa improduttiva e inefficiente" avverte il segretario.
Il leader della Cisl chiede inoltre un impegno sempre più forte nella lotta all'evasione fiscale e boccia le misure contenute nel decreto legge sviluppo, che prevedono un "allentamento" delle ganasce fiscali: "Siamo contrarissimi a questo e vorremmo che tutta la politica reagisca. E' il gioco di chi non vuole disturbare gli evasori". (Adnkronos/Ign)

Roma - Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti rilancia la riforma del fisco. Una riforma, certo, che non si può fare in deficit. Ma davanti alla platea di Confartigianato il ministro indica la linea da seguire sul fronte fiscale. "Credo sia giusto un sistema con tre aliquote" irpef. Tremonti spiega che "scaglioni e calcoli dipendono da quanto riusciamo a tagliare". Ma "le aliquote piu' basse possibile - sottolinea - sono il modo giusto per combattere l'evasione fiscale".
Quindi lancia la sua proposta. "E' possibile ridurre il nostro sistema fiscale a cinque imposte". Per Tremonti infatti "molti tributi minori possono essere concentrati" confluendo in un sistema con minori tributi. Secondo il titolare del dicastero di via XX Settembre inoltre, "e' necessario un codice di principi" che si basa sull'idea di "trovare dei punti che vanno bene per i cittadini e lo Stato". "E' possibile -ribadisce Tremonti- unificare il catalogo dei tributi".
"Adesso si apre una fase di possibile discussione e lavoro" avverte Tremonti, secondo cui "un qualche ragionamento di detassazione sulle nuove attivita' produttive si puo' fare con un po' di coraggio".
Secondo il ministro, il prelievo fiscale, in Italia, "puo' essere modificato in funzione di tre logiche fondamentali: i figli (la natalita'), il lavoro e i giovani". E "su alcune voci -ribadisce- si puo' essere meno conservativi".
La riforma del fisco però deve tenere conto della situazione della finanza pubblica, sottolinea Tremonti. Perché "scassare il bilancio pubblico non e' nell'interesse della gente, e' prodotto dell'irresponsabilita'".
Il ministro avverte che "tutto cio' che ha causato la crisi e' ancora in atto e in essere e questo aumenta la cifra del rischio e dell'instabilita'". La correzione dei conti pubblici riguarda il 2013 e il 2014 e "non e' una furbata di questo governo. Dobbiamo correggere da subito dando un segno di impegno ma l'impatto e' per natura il 2013-'14". Il ministro dell'Economia ribadisce che per il 2011 "salvo il vincolo a finanziare le spese varie ed eventuali non abbiamo correzioni da fare perche' le abbiamo gia' fatte". "E anche per il prossimo anno non ci sara' nessuna correzione, dobbiamo solo finanziare le varie ed eventuali. La correzione che dovra' essere fatta riguarda il 2013 e '14". La situazione, secondo il titolare del dicastero di via XX Settembre, "e' molto meno drammatica di come viene rappresentata". "Per quanto riguarda il bilancio italiano -ribadisce- molto e' stato corretto, puo' essere ulteriormente corretto". Tremonti sottolinea poi la necessita' di rispettare i patti presi con l'Europa: "La parola data va mantenuta anche nel nostro interesse. L'Italia non puo' presentarsi come un paese che prende un impegno e non lo mantiene. Ce la possiamo assolutamente fare", assicura il ministro.
Riuscire a far quadrare i conti però non è facile in un sistema in cui "quando vai a parlare con uno ti dice sempre 'taglia l'altro'". I tagli dunque sono necessari. Il ministro però indica la strada con cui procedere. Bisogna "dare assistenza a chi deve essere veramente assistito e togliere gli assegni a quelli che hanno i gipponi" avverte puntando il dito contro quelli "che hanno i suv" e ricevono anche assegni assistenziali. Si tratta, ricorda il ministro, di "un enorme bacino da cui derivare risorse per fare la riforma fiscale e correggere le finanze pubbliche".
In periodo di crisi, anche la classe politica deve dare l'esempio. E Tremonti su questo lancia uno slogan: "Meno aerei blu e piu' Alitalia".
Il ministro fa quindi un esempio personale: "Oggi pomeriggio devo andare con l'aereo di Stato perche' non so a che ora torno ma questa mattina sono venuto con Alitalia". Secondo il ministro e' "fondamentale che la classe politica dia l'esempio. Molti costi della politica devono essere ridotti e non conta quanti soldi valgono, conta che puoi legittimare il disegno di un paese nuovo".
Secondo il titolare del dicastero di via XX Settembre "tutti gli incarichi politici e pubblici" possono essere remunerati come la media europea. "Questo e' il presupposto fondamentale per iniziare a discutere di finanza pubblica e riforma fiscale". (Adnkronos/Ign)

Torino - ''Il contratto aziendale di primo livello non e' illegittimo''. Il giudice del lavoro di Torino offre un assist inatteso alla Fiat, per un giudice considerato pro-Fiom a causa delle sue precedenti decisioni, nel corso del processo voluto dai metalmeccanici Cgil contro la newco di Pomigliano. Indipendentemente dal giudizio sul merito della causa, nel suo obbligatorio tentativo di conciliazione Vincenzo Ciocchetti spiega bene come la pensa, ricordando che gli accordi di primo livello vengono applicati senza problemi sia alle Poste che alle Ferrovie.

Sarebbe preoccupante, ha detto, se cio' riguardasse un'azienda di 20 dipendenti (per gli effetti dispersivi delle intese), ma in questo caso, ha sottolineato riferendosi alla Fiat, siamo ''su tutt'altro piano''.

La causa sara' decisa probabilmente il 16 luglio.

Ciocchetti ha infatti rinviato il processo a quella data per approfondire gli eventuali profili di antisindacalita' dell'accordo che ha dato vita alla Fabbrica Italia Pomigliano e poi decidere su tutte le questioni, a cominciare da quella di incompetenza territoriale sollevata dalla Fiat. Una udienza lunga quella di oggi, dalle 10 alle 15,30 senza interruzioni se non per due brevi camere di consiglio, che e' entrata gia' nel vivo della questione anche con uno scambio di interventi piuttosto vivace tra le parti.

Secondo la Fiom, la costituzione della Fip avrebbe violato la legge sul trasferimento di azienda e la Fiat sarebbe stata obbligata a mantenere i diritti acquisiti dei lavoratori. In dettaglio non vi sarebbe soluzione di continuita' tra Fga (Fiat Group Automobiles) e Fip (Fabbrica Italia Pomigliano).

''Fip fu un'invenzione dell'ultimo momento'' ha sostenuto il legale della Fiom Piergiovanni Alleva: la societa' fu costituita nel luglio del 2010 ''quando si accorsero (in Fiat, ndr) che non bastava uscire da Confindustria per tagliare il cordone ombelicale con il contratto dei metalmeccanici del 2008''.

''E' indiscutibile e dato per scontato da tutti gli osservatori, che il ricorso alla newco, una per sito produttivo - ha sostenuto Alleva - ha per Fiat una sola motivazione: rompere con la contrattazione collettiva nazionale metalmeccanica e fare fuori la Fiom''.

La strategia processuale della Fiom ha anche puntato a individuare i punti di continuita' tra Fiat e Fip, in particolare sottolineando che la nuova organizzazione delle linee per il nuovo impianto napoletano fu decisa e realizzata da Fiat.

''La nostra volonta' era quella di creare una fabbrica completamente nuova'', ha replicato il responsabile delle relazioni industriali della Fiat, Paolo Rebaudengo, in udienza: ''Non potevano partire da un prato verde, come fu a Melfi'' ha aggiunto poi, indicando l'impegno di 300 milioni di euro per rinnovare l'impianto. E ha ribadito: ''Queste vetture potevano essere prodotte in un altro stabilimento e in un altro paese''.

Prima di entrare nel vivo del dibattimento, il giudice ha effettuato il tentativo di conciliazione come prevede la procedura, suggerendo alla Fiom la firma dell'accordo ''con la riserva di adottare le iniziative del caso ove si ritenga la sussistenza di violazioni costituzionali di legge o delle prerogative sindacali'': sono accordi che non possiamo firmare, ha replicato in sintesi il segretario generale della Fiom Maurizio Landini che al termine dell'udienza si dichiara comunque soddisfatto: ''Sta procedendo come pensavamo - ha detto Landini, presente al processo a Torino -. Il tentativo della Fiat di rinviare e di spostare la sede non ha avuto effetto''.

Ma anche l'azienda si mostra fiduciosa, il legale del Lingotto, Raffaele De Luca Tamajo sottolinea come il giudice abbia riconosciuto la legittimita' delle intese di primo livello ''sembrerebbe salvare gli accordi'', ha dichiarato, ''anche se si dovra' verificare se possono sorgere profili di possibili lesioni del sindacato. Il giudice - ha aggiunto - ha invitato le parti a discutere di questo''.

Al processo, al quale Fim-UIlm-Fismic e Ugl hanno partecipato con un intervento di adesione autonomo per sostenere l'interesse degli iscritti e dei lavoratori alla validita' dell'accordo, erano presenti i segretari nazionali di Fim e Uil, Bruno Vitali e Eros Panicali e il segretario generale Fismic Roberto Di Maulo, oltre a numerosi sindacalisti torinesi. (ASCA)

San Paolo - L'Italia crescerà dell'1% nel 2011. E' quanto si legge nell'aggiornamento al World Economic Outlook dell'Fmi, che rivede lievemente al ribasso dello 0,1% la precedente stima diffusa ad aprile. Invariata al +1,3%,

invece, la previsione di crescita per il 2012.

 

Quanto al debito pubblico, a livello globale quest'anno dovrebbe salire al 69,3% del Pil (era il 67% nel 2010): per l'Italia, tuttavia, la revisione vede un ratio più alto rispetto alle stime precedenti, con un debito nel 2011 al 120,6% del Pil e che nel 2012 dovrebbe scendere solo di 0,3 punti percentuali. Nel 2012 gli Stati Uniti dovrebbero superare quota 100%, con un debito al 102,3% del Pil.

Negli ultimi mesi "i rischi finanziari sono aumentati" a livello globale, anche per i dubbi sulla sostenibilità del debito alla periferia dell'Eurozona, con timori di contagio. Ma lo scenario politico "sta facendo crescere i dubbi sugli aggiustamenti fiscali di medio termine in alcune economie avanzate, come Stati Uniti e Giappone", ha inoltre sottolineato il Fondo monetario internazionale, nell'aggiornamento del suo Global Financial Stability Report, presentato oggi a San Paolo del Brasile.

Lo scenario per la principale economia mondiale, tuttavia, appare migliore grazie agli ultimi dati che hanno mostrato entrate pubbliche più forti e spese più contenute di quanto stimato in precedenza. Nel rapporto del Fondo, che evidenzia il rischio di 'surriscaldamento' per molte economie emergenti, si sottolinea infine come l'annuncio di outlook negativi da parte di agenzie di rating per il Belgio e l'Italia "hanno avuto un certo impatto ma il differenziale dei Cds in seguito è tornato ai livelli precedenti". E per il nostro Paese è giudicato stabile anche il differenziale fra i Bot e i bund tedeschi segno che, nonstante i problemi di Grecia, Irlanda e Portogallo, "il contagio ad altri paesi dell'Eurozona è stato più limitato".

E "nonostante le testimonianze di un rafforzamento della ripresa, i paesi europei devono continuare con gli sforzi di aggiustamento, lavorando in comune per trovare un accordo definitivo su un approccio globale e pan-europeo alla gestione delle crisi". A livello globale gli sforzi di aggiustamento sono testimoniati da un deficit complessivo che per il 2011 scende dello 0,1% al 4,6% del Pil mondiale: per l'Italia il deficit per l'anno in corso è però rivisto dello 0,2% al 4,1% del Pil mentre per il prossimo anno è stimato al 3,2%.

La crescita nelle economie avanzate è comunque ancora "debole", restano "rischi", legati all'economia Usa e alla crisi dei paesi periferici della zona euro, afferma ancora l'Fmi prevedendo il pil delle maggiori economie a +2,2% nel 2011 (-0,2% rispetto a stime aprile) e +2,6% nel 2012.

Per il 2011 la crescita dovrebbe essere più debole delle previsioni precedenti negli Usa (2,5% in 2011 e 2,7% in 2012, rispettivamente -0,3% e -0,2% rispetto alle stime precedente) e in Giappone, parzialmente compensata dal rafforzamento dell'attività economica nelle principali economie della zona euro", con i buoni risultati di Francia e Germania. Nel 2012 "la ripresa del Giappone dal sisma dovrebbe compensare la crescita più debole degli Stati Uniti". Sul fronte globale, "l'attività sta rallentando temporaneamente, e i rischi sono aumentati di nuovo.

L'espansione globale resta squilibrata " osserva ancora l'Fmi, sottolineando che "la crescita nella maggior parte delle economie emergenti "continua ad essere forte" al 6,6% nel 2011 e 6,4% nel 2012. Il pil mondiale è cresciuta di un tasso annuo del 4,3% nel primo trimestre, e le previsioni per il 2011 e 2012 sono grossomodo invariate rispettivamente a 4,3% e 4,5%. Tuttavia, avverte il Fondo, "una debolezza dell'attività economica Usa superiore alle aspettative e una rinnovata volatilità finanziaria per le preoccupazioni sulla gravità della sfida finanziaria dei paesi periferici della zona euro pongono rischi".

In ogni caso nel 2012 "la ripresa del Giappone dal sisma dovrebbe compensare la crescita più debole degli Stati Uniti". Sul fronte globale, "l'attività sta rallentando temporaneamente, e i rischi sono aumentati di nuovo. L'espansione globale resta squilibrata" osserva l'Fmi, sottolineando che "la crescita nella maggior parte delle economie emergenti "continua ad essere forte" al 6,6% nel 2011 e 6,4% nel 2012. Il pil mondiale è cresciuto di un tasso annuo del 4,3% nel primo trimestre, e le previsioni per il 2011 e 2012 sono grossomodo invariate rispettivamente a 4,3% e 4,5%. Tuttavia, avverte il Fondo, "una debolezza dell'attività economica Usa superiore alle aspettative e una rinnovata volatilità finanziaria per le preoccupazioni sulla gravità della sfida finanziaria dei paesi periferici della zona euro pongono rischi".

Poi c'è l'inflazione globale che è salita al 4% nel primo trimestre del 2011, a causa dei rincari delle materie prime, si legge ancora nel World Economic Outlook, che rivede al rialzo di oltre 0,25 punti percentuali la precedente stima di aprile, spiegando che nella zona euro il rialzo è stato moderato. I prezzi delle materie prime dopo i rialzi di aprile, sono scesi a maggio. Il prezzo del petrolio, si legge, ha toccato fino a quota 120 dollari ad aprile, per poi tornare a scendere a maggio e stabilizzarsi. "I prezzi attuali intorno ai 107 dollari al barile sono vicini ai livelli previsti nel World Economic Outlook di aprile".

"E' cruciale - è il monito del Fondo - che gli Stati Uniti affrontino immediatamente" la questione del tetto del debito e "lancino un piano di riduzione del deficit" che includa le riforme. In generale "l'economia globale ha girato l'angolo della Grande Recessione, tuttavia assicurare la transizione dalla ripresa all'espansione richiederà sforzi concertati per affrontare diverse sfide". La priorità delle economie emergenti, soprattutto Usa e Giappone, si aggiunge, "è attuare credibii programmi di consolidamento basati sulla sosteninbilità del debito". - (Adnkronos)

"I fattori di crisi e di instabilità che si sono manifestati tre anni fa sono ancora tutti in essere". L'ennesimo invito alla ''prudenza'' arriva dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ospite al convegno a Santa Margherita Ligure dei giovani imprenditori di Confindustria. Per il ministro, dunque, la crisi non è passata anche se il ''Governo ha fatto tutto quello che poteva e doveva fare e ha detto quello che doveva dire''.
Rivendica con forza quanto fatto. "Ringrazio quando sento dire che abbiamo tenuto i conti in ordine, ma lo considero un po' riduttivo, abbiamo fatto molto di più, abbiamo tenuto il bilancio dello stato''. ''Tenere il bilancio dello Stato - ha sottolineato il ministro - significa contenere il bilancio delle famiglie, tenere la coesione sociale, favorire il finanziamento alla imprese''. Tremonti insiste. ''Servono ragionamenti improntati alla prudenza e alla precauzione perché l'era della prudenza non è finita''.
Detto questo, Tremonti passa al capitolo del taglio delle tasse, su cui il premier Silvio Berlusconi punta per rilanciare l'azione di Governo. Anche qui nessuna fuga in avanti, le sue parole sono improntate alla prudenza. ''Abbiamo alcuni vincoli il primo è il bilancio. Non possiamo fare riforme in deficit, non possiamo fare una riforma che crea deficit''. Ma si può ragionare sul ''recupero dell'evasione per una riduzione della pressione fiscale" perché l'evasione fiscale ''è un grosso serbatoio. Il dividendo recuperato va messo sui giovani e gli anziani''.
Sempre parlando di tasse, il ministro dell'Economia ha assicurato: "Non abbiamo intenzione di tassare la prima casa e i risparmi delle famiglie. Questa è una cosa che lasciamo ad altri".
Altro tema affrontato dal ministro quello del lavoro. Per Tremonti ''c'è una eccessiva forma di abuso del tempo determinato. Perché, oggettivamente, un conto è la flessibilità e un conto è l'abuso delle forme a tempo determinato". Sarebbe un ''bene che ci fosse un limite a queste forme contrattuali", dice, ipotizzando anche la possibilità di uno scambio tra la contrattazione aziendale, "che porterebbe ad un sistema di produzione piu' moderno", e la riduzione nell'utilizzo dei contratti a tempo determinato.
L'appello alla prudenza di Tremonti viene accolto con un pizzico di fastidio dalla Lega. "Tremonti dice che serve prudenza. E' giusto". Ma "in questi momenti io credo che serve più il coraggio che la prudenza, o tutti e due", replica il ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
"La prudenza sì ma anche il coraggio di guardare e di mettere in campo una riforma significativa - ha continuato Maroni - il coraggio di sfidare la congiuntura, il coraggio di un gesto importante, atteso e che noi dobbiamo impegnarci a prendere per portarlo a compimento entro i due anni della legislatura. Sono due modi di vedere la stessa cosa da due punti di vista leggermente diversi". Per Maroni "la riforma fiscale deve essere contemporanea alla manovra e deve essere una riforma vera non solo una cosa buttata lì per coprire la manovra. Altrimenti non c'è frustata". (adnkronos)

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