Londra – Aveva accettato una vacanza di lusso da uno degli indagati, l'ex vice direttore di News of the World Neil Wallis, che lui steso aveva assunto come consulente di Scotland Yard.

“Non avevo idea della portata dello scandalo”, ha tra l’altro dichiarato sir Stephenson in una conferenza stampa. Questo caso di illegittime intercettazioni telefoniche ha fatto registrare l’arresto  di Rebekah Brooks, ex amministratrice delegata di News International, mentre il figlio di Rupert Murdoch, James, scrive oggi il 'Sunday Telegraph', sarebbe tra gli indagati. La Brooks è stata fermata dagli inquirenti che indagano sulle accuse di corruzione e sulle intercettazioni, riferiscono fonti di Sky News. La donna si trova in una stazione di polizia di Londra.

New York - Clamorosa svolta nella vicenda di Dominique Strauss-Khan. La procura di Manhattan avrebbe infatti accettato di concedere la liberta' condizionata all'ex capo dell'Fmi. Lo riferisce Bloomberg Tv citata dall'emittente France 24.

Le decisioni di cui si da' ormai quasi per scontato l'annuncio riguardano dunque - spiega da New York il corrispondente di France 24 mentre è DSK è arrivato da poco in tribunale - la revoca della cauzione di un milione di dollari e dei cinque milioni di garanzia che Strauss-Kahn aveva versato in cambio del rilascio e di tutte le condizioni imposte nel quadro degli arresti domiciliari. L'unica cosa ancora in dubbio e' se Strauss-Kahn riotterra' o meno il suo passaporto.

Questo tuttavia non fara' cadere immediatamente, oggi stesso, tutte le accuse a carico dell'ex direttore generale del Fmi, spiegano gli analisti, ma e' chiaro che le scelte che verranno prese oggi avranno un seguito perche' sono frutto del fatto che il caso si e' ormai indebolito e che la procura non e' piu' convinta che la testimone a carico sia sufficientemente solida. La donna, che ha mentito ripetutamente, non apparirebbe piu' irreprensibile come in un primo momento.

A preannunciare la totale retromarcia degli inquirenti era stato oggi il New York Times, riportando i forti dubbi emersi sulla credibilità della cameriera che ha accusato DSK di aggressione sessuale. Ora si attende la decisione della Corte Suprema di Manhattan che potrebbe scegliere di mettere fine agli arresti domiciliari imposti all'economista francese.

(Adnkronos/Ign)

Roma - All'indomani della scarcerazione di Cesare Battisti, l'Italia studia le contromosse dopo il no all'estradizione deciso dal Tribunale Supremo Federale brasiliano. Oggi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha deciso il richiamo temporaneo a Roma, per consultazioni, dell'ambasciatore a Brasilia Gherardo La Francesca.
Il richiamo, riferisce una nota della Farnesina, è stato deciso per approfondire, insieme alle altre istanze competenti, gli aspetti tecnico-giuridici relativi all'applicazione degli accordi bilaterali esistenti, in vista delle iniziative e dei ricorsi da esperire in merito nelle sedi giurisdizionali internazionali.
Frattini, parlando con i giornalisti, ha precisato che il richiamo non prelude a un ritiro del diplomatico ma ''alla valutazione della situazione". "Abbiamo detto - ha spiegato il responsabile della Farnesina - che dovremo lavorare per un ricorso internazionale alla Corte dell'Aja vogliamo sapere in che atmosfera si è svolta questa procedura giudiziaria che ovviamente ci ha profondamente deluso e vogliamo capire quali sono, anche ad avviso dell'ambasciatore, i passi migliori da compiere. L'ambasciatore ha avuto degli avvocati brasiliani molto validi che ci hanno sostenuto e che ci daranno dei consigli", ha aggiunto Frattini.
''Tutti sanno che quello che non abbiamo potuto ottenere per via di un ricorso giudiziario nazionale - ha continuato -, lo potremo ottenere per un ricorso giudiziario internazionale. Quello che mai avremo potuto o dovuto fare, non lo ha fatto il capo dello Stato e men che meno lo fa il governo, è una pressione indebita sul governo", ha spiegato il ministro, riferendosi al governo brasiliano.
"Abbiamo rispettato l'autonomia del Brasile, abbiamo auspicato una decisione serena delle autorità brasiliane - ha aggiunto il capo della Farnesina - e invece c'è stata una decisione politica e non giuridica. Di fronte a questo - ha concluso - non c'è diplomazia che tenga". (Adnkronos/Ign)

Tripoli  - "Rimarrò a Tripoli vivo o morto". E' quanto ha affermato il leader libico, Muammar Gheddafi, nel corso di un intervento audio trasmesso dalla tv di Stato libica 'al-Jamahiriya'.
"Non abbiamo paura. Siamo più forti dei vostri missili e della vostra artiglieria", ha detto, in occasione del giorno del suo 69esimo compleanno, alla Coalizione internazionale: "Un quarto di un milione di libici sta combattendo per la libertà della Libia'', ha proseguito. "Questo caos ci è stato imposto e noi non ne abbiamo paura", ha aggiunto nel corso della registrazione durata meno di cinque minuti.
''Le tribù libiche faranno la rivolta contro le bande armate e noi resisteremo''. ha poi annunciato nel corso del suo intervento. Mentre l'emittente ha diffuso le immagini dei bombardamenti della Nato sulla Libia, il Colonnello ha quindi annunciato che ci sarà una "marcia milionaria di donne e uomini disarmati che disarmeranno le bande di Bengasi". Il riferimento è agli insorti del Consiglio nazionale transitorio libico che guidano la rivoluzione contro di lui.
''Dal momento in cui i giovani libici hanno sentito gli attacchi delle forze Nato contro (il compound di, ndr) Bab al-Aziziya'', ha proseguito Gheddafi, ''sono usciti per le strade a torso nudo per difendermi''. Il riferimento, in questo caso, è ai raid condotti dagli aerei della Nato, che oggi hanno coinvolto anche la sua residenza a Tripoli. "Noi non ci arrenderemo mai, né ci inginocchieremo", conclude con un avvertimento il rais.
Da Washington arriva un nuovo monito del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che in conferenza stampa con Angela Merkel ha ribadito: “Io e il cancelliere tedesco siamo d'accordo sul fatto che Gheddafi deve lasciare”.
Rispondendo ad una domanda sulle differenze nella politica dei due paesi riguardo alla Libia, il presidente ha fatto quindi notare come la Germania abbia "rafforzato" la propria presenza in Afghanistan consentendo così agli americani di disporre di maggiori risorse in Libia. Obama ha quindi parlato "di progressi significativi compiuti in Libia" e del fatto che l'intervento ha consentito di salvare Bengasi.
"Credo sia solo una questione di tempo prima che Gheddafi lasci", ha aggiunto, sottolineando poi come ogni paese coinvolto svolga "un ruolo diverso". Il presidente americano ha riferito di aver parlato del ruolo della Germania con la Merkel e di quale questo ruolo sarà quando Gheddafi avrà lasciato il potere.
E' intanto giunto a Bengasi il diplomatico russo Mikhail Marguelov, inviato speciale di Mosca. Secondo quanto ha reso noto l'inviato della tv araba 'al-Jazeera', Marguelov è stato ricevuto dai dirigenti del Consiglio nazionale di transizione, creato dai ribelli. E' la prima visita di un diplomatico russo nella capitale dei rivoltosi che chiedono la fine del regime di Muammar Gheddafi. - (Adnkronos/Ign)

Parigi. - Sette bambini sono stati ricoverati in ospedale a Lille, in Francia, dopo aver mangiato hamburger contaminati da un tipo raro di batterio dell'Escherichia Coli. L'ultimo piccolo paziente, il settimo, ricoverato questo pomeriggio, è originario di Amiens e presenta gli stessi sintomi degli altri, in particolare diarrea emorragica. Lo stato dei primi sei piccoli è ancora serio, conferma l'Agenzia, anche se non sarebbero in pericolo di vita. Tre di loro sono stati sottoposti questa mattina a dialisi. Il pazienti, di cui il più piccolo ha 20 mesi, hanno contratto sindrome emolitica uremica, che può portare a insufficienza renale acuta. La grave tossinfezione alimentare, però, sarebbe stata presa in tempo. Un ottavo bambino ricoverato è rientrato a casa ieri sera.
A intossicarli un ceppo diverso del batterio, il 104, mentre quello che si è diffuso nella regione di Amburgo è lo O157, come confermato dal portavoce del commissario Ue alla salute John Dalli
"Il caso dei bambini ricoverati in ospedale in Francia, dopo aver mangiato hamburger contaminati è doloroso, ma purtroppo non così insolito" dice all'Adnkronos Salute Gaetano Maria Fara, professore emerito di Igiene all'Università Sapienza di Roma, che punta il dito su possibili "errori nella macellazione". L'hamburger, spiega, è infatti un tipo di carne ad 'alto rischio', in mancanza di "corrette regole igieniche nella produzione, conservazione e preparazione". "L'Escherichia coli - spiega l'esperto - a contatto con la carne, infatti, ne colonizza la superfice. E nel caso della carne macinata la superficie che può essere infettata è molto piu' ampia, perché si distribuisce su ogni singolo pezzettino". Inoltre "gli hamburger non sono mai ben cotti, ma di solito appena scottati, perché altrimenti diventano duri. Dunque il calore non ha la possibilità di sterilizzare l'alimento".
Secondo le autorità francesi il batterio potrebbe essere stato presente su un tipo di carne di provenienza tedesca e olandese, venduto nei supermercati Lidl. In un primo tempo si era parlato anche di una provenienza belga, ma le autorità per la sicurezza alimentare locali (Afsca) assicurano che non provengono dal Belgio.
Il prodotto surgelato 10 Steak Hache's 100% carne di bovino surgelata dell'azienda francese SEB con sede a Saint Dizier in Francia, assicura la Coldiretti, non è mai stato in vendita presso i supermercati Lidl in Italia. "In Italia non c'è il problema della carne" rassicura il ministro della Salute, Ferruccio Fazio."Questi fenomeni di epidemia da E. coli - ricorda il ministro - sono sempre capitati. E anche questo francese, di cui ora capiremo bene i dettagli, è verosimilmente legato a un altro ceppo".
Sono arrivati a 3.401 in 13 Paesi europei i casi di infezione da nuovo batterio E. coli (Ehec) e della sua più grave complicanza, la sindrome emolitica uremica (Seu). E' quanto emerge dall'ultimo bollettino diffuso dall'Ecdc (European Center for Disease Prevention and Control), aggiornato a questa mattina. Il bollettino riporta 38 morti in Germania e un decesso in Svezia. Sempre in Germania i casi sono ormai 3.304 (di cui 786 affetti da Seu). - (Adnkronos/Dpa)

(Antonio Gaudiano) - “Le motivazioni addotte per il rigetto del ricorso rappresentano uno schiaffo alle istituzioni italiane, un atto indegno di una nazione civile e democratica”, con queste parole il ministro della Gioventù Giorgia Meloni ha commentato a caldo la decisione del Supremo Tribunal Federal brasiliano non solo di rifiutare l’estradizione verso l’Italia del terrorista Cesare Battisti ma addirittura di scarcerarlo.
Cesare Battisti, terrorista rosso, protagonista degli anni di piombo, rifugiatosi in Francia,  fu arrestato nel mese di marzo 2007 dopo una lunga latitanza durata più di venti anni era detenuto nel carcere di Papuda. Sul suo capo pendono ben quattro condanne ad altrettanti ergastoli, ai quali è stato condannato in contumacia per gravi fatti di sangue perpetrati negli anni 70. Gli anni di piombo, appunto.
La sentenza del Supremo Tribunal Federal brasiliano, che rende l’ex terrorista rosso uomo libero, giunge dopo un periodo tormentato, che ha visto incrinarsi in modo pericoloso i rapporti diplomatici tra il Brasile e l’Italia. Una sentenza emessa dopo circa sette ore di camera di consiglio che sicuramente avrà delle ripercussioni sul piano diplomatico tra i due Paesi. I giudici del  Supremo Tribunal Federal brasiliano hanno negato in modo reciso la possibilità di esaminare il ricorso dell’Italia contro la decisione  dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva di negare l'estradizione a Cesare Battisti, di fatti aprendo le porte del carcere a Battisti. “Sono felice, la vita è bella” ha esultato Battisti, di certo non esulteranno i familiari delle sue vittime.

Sarebbero i germogli  di soia alla base dell’epidemia che ha provocato la morte di 18 persone in Germania e interessato ben 1400 casi di contagio. Dunque, secondo diversi siti di giornali tedeschi, arriva dalla Bassa Sassonia, che  uno dei laender tedeschi più colpiti dall'emergenza sanitaria.
Il portavoce del ministero dell'Agricoltura del Land, Gert Hahne, non si è sbilanciato in previsioni , ma ha semplicemente limitato a sostenere  che sarebbe stato "identificato" un prodotto della terra che anche in passato ha provocato epidemie legate al batterio E.Coli. I germogli di soia, sarebbero stati in effetti anni addietro all'origine - spiega il quotidiano tedesco nella versione online - di una grave analoga epidemia in Asia. In Bassa Sassonia si sta procedendo da giorni all'analisi di oltre 130 prodotti alimentari.
Dunque, l’ipotesi di germogli di soia cresciuti localmente, sarebbero una causa "più convincente" dell'epidemia di Escherichia Coli che ha colpito la Germania del nord, provocando 22 morti e oltre 2.000 casi di contagio in tutta Europa. L’azienda produttrice nella regione di Uelzen é stata identificata e chiusa. Il ministro ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che ci sono "tracce molto chiare che conducono a questa azienda quale fonte dell'infezione".Il ministro dell'agricoltura della Bassa Sassonia ha quindi invitato gli abitanti della Germania del Nord a "evitare di consumare per il momento qualsiasi tipo di germoglio di soia". Il ministro Lindemann ha poi aggiunto che partite di germogli di soia dell'azienda incriminata, sono state consegnate ad Amburgo, nello Schleswig-Holstein, Macklenburgo-Pomeria, Assia e Bassa Sassonia. Due dipendenti dell'azienda Uelzen, che produce 18 tipi diversi di germogli, sono state colpite da una forte diarrea e una di essere è risultata positiva al batterio killer.

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