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La pillola per interrompere la fertilità maschile in modo reversibile   potrebbe essere vicina al traguardo.  Un composto sperimentato sui topi ha dimostrato infatti  la capacità di interrompere la fertilità  nei maschi  senza conseguenze sul comportamento sessuale. La ricerca, pubblicata sulla rivista Cell e coordinata da un gruppo di ricercatori dell'Istituto statunitense Dana-Faber e il college di Baylor, potrebbe indicare la strada giusta per lo sviluppo di contraccettivi orali maschili. Si chiama JQ1 e, grazie alla sua capacità di attraversare le pareti dei tessuti sanguigni dei testicoli senza trovare ostacoli è in grado di interrompere il processo di maturazione degli spermatozoi e potrebbe rivelarsi la molecola vincente in grado di 'controllare' la fertilità maschile. Secondo i risultati ottenuti in questi anni testando la molecola sui topi, JQ1 sarebbe in grado di ridurre sensibilmente il numero e la mobilità degli spermatozoi; che poi tornano 'sani' all'interruzione del trattamento. In contrasto alle numerose alternative valide a disposizione per la contraccezione femminile, quella maschile è attualmente possibile solo mediante preservativi, il cui uso non risulta sempre efficace; vasectomia, che ha lo svantaggio di essere un operazione chirurgica definitiva; e il coito interrotto, che non protegge da malattie trasmissibili e ha una bassa efficacia. Nonostante le problematiche, negli Usa circa un terzo delle coppie fa uso di metodi contraccettivi maschili: una dimostrazione evidente del grande numero di uomini che farebbero uso di contraccettivi più efficaci se solo fossero disponibili. La difficoltà nella ricerca di una soluzione farmacologica valida anche per gli uomini risulta evidente considerando le grandi differenze imposte dalle due sfide: mentre la donna produce un singolo ovulo al mese, l'uomo produce quotidianamente milioni di spermatozoi. Buona parte delle sperimentazioni condotte finora, in qualche modo ispirate alle soluzioni efficaci sulle donne, si sono concentrate sull'utilizzo di ormoni, in particolare androgeni, ma hanno ottenuto risultati limitati. Lo studio coordinato da James Bradner si è invece concentrato sullo studio delle potenzialità della piccola molecola sintetica JQ1 che è stata testata in oltre 350 laboratori sparsi nel mondo. I primi successi ottenuti con questa nuova terapia, che deve ancora essere sperimentata sull'uomo, hanno ovviamente bisogno di lunghi periodi di verifiche ma offrono una nuova possibile strada nella ricerca di una pillola anticoncezionale maschile.

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