A Edith Stein

                                                                    

Piegato nel dolore, il tronco ebraico

vacilla ansante, sotto l’onda del destino.

Lontano,la ciminiera fuma al vento

 e annulla vite di gente senza nome.

Grida di bimbi e mani senza forza

cercano la veste logora della donna “santa”.

Poi,d’un tratto, il buio nero della notte,

e ogni stella, anche la davidica, si spegne.

Acqua di gelo cade sulla pelle nuda,

 un acre odore di morte, e poi più nulla.

Mentre nel fumo sale  sù, la donna ebrea

intona un canto, l’ultimo suo salmo,

pioggia di rugiada sulla bruciata terra,

e offerta di perdono anche al tiranno.

                                                                          Pierluigi Mirra

 

Corrono  avanti,ma senza traguardo,

e la loro corsa si spegne sul nascere.

Si fanno largo a forti bracciate,

 e cercano un posto a loro dovuto.

Ma è chiuso lo spazio,deciso nel tempo

da chi ha potere,danaro e comando,

e gestisce ogni cosa con l’io sulle labbra,

e per tanti,per molti mancano carri

per correre la corsa verso la meta.

Passano a  calpestare le pietre di strada,

ad aspettare ,tesa, la mano del cuore

un palpito vivo cha nasce da dentro,

che sente  il richiamo del sangue di Dio.

Gli ultimi non riescono a sognare il domani,

e bevono acqua che scende dal cielo,

e rubono chicchi di grano nei campi.

Ma anche gli ultimi sono liberi dentro,

e possono anch’essi sognar nel tempo

un giorno nuovo bagnato di gocce d’amore.

                                                                                     Pierluigi Mirra

Un cielo è  oscuro, l’ombra d’una  nuvola

ti copre spesso l’andare dei giorni.

 E avvinto al tuo tronco nel tempo,

 hai forse paura di giocarti la vita.

Non esci sull’aia a prendere aria,

il temporale ti è entrato nel cuore,

ti senti chiusi orizzonti e confini

 e la tua meta appare l’ignoto.

Ma basta  la luce di  raggio di sole

che ti arriva dentro,riscalda la vita,

il tuo cammino si riempie di gioia,

e anche il tuo passo riprende spedito!

                                                                              Pierluigi Mirra

Soppesasti il sasso

senza indugio

...

Cieco d’odio

Ebbro del fuoco della vendetta

La menzogna sconvolse il tuo pensiero

E ti sentisti forte

Poi venne il buio

Dal buio ,ancora oggi,

uccidiamo chi attende amore

abbracciato sicuro

nel cuore di una mamma

 

Sono invisibili,ma non assenti,

le ombre degli avi mi vivono accanto.

La loro storia nella mia storia,

il loro passato nel mio presente:
Sono radici della mia pianta,

radici d’acero forte nel tempo!

La loro linfa  nelle mie vene,

i battiti del loro cuore simili al mio.

Io  che vivo oggi la mia storia

sono il segno del loro passaggio,

un ramo spuntato dal tronco antico

che con  le foglie nella primavera del tempo

vuole fiorire e dare senso al futuro.

Pierluigi Mirra

Barche sbattute dal vento nel mare di notte,

richiamano voci di terra poche ascoltate.

Tuguri di gente senza più  patria

che tende la mano a passanti distratti.

Anche l’altare appare una mensa in rovina,

 e  i leviti salgano con passi sempre  più lenti.

Ma il grido di speranza nel giorno

va oltre la voce che grida nell’ora di notte,

 e non  vuole arrendersi  al buio che cade

e di tristezza sembra colorare la terra.

Luce chiediamo ad un bimbo innocente,

 che tende la mano che  sembra lontana,

ma offre un sorriso che rompe le tenebre.

Torna ,Signore,su questa terra assettata

di cose che vanno oltre le spire del tempo.

Vieni, Signore,nel tuo presepe di sempre,

che tu riempi d’una grande forte presenza.

Natale, oggi, domani,oltre i vasti orizzonti,

 da luce e gioia ad una storia un po’ stanca.

                                                                                     Pierluigi Mirra

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