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Giancarlo Bova ha pubblicato nel mese di novembre 2015 il IV volume de “Le pergamene angioine della Mater Ecclesia Capuana”, inserito nella Collana “Corpus membranarum Capuanarum”, da lui stesso diretta, per le Edizioni Spring di Caserta. Il bel libro è stato in parte sponsorizzato dal dirigente scolastico Giovanni Di Cicco e dall’architetto Francesco Di Cecio, della Tenuta San Domenico.

     La documentazione del volume evidenzia le transazioni economiche della Chiesa locale con l’antica Capua, illa altera Roma (Cicerone), conosciuta come la città di Spartacus, e la nuova Capua ricordata come la città di Pietro de Vinea e di Ettore Fieramosca.

     Interessanti le notizie su alcuni siti e monumenti, quali Casa Cerere, Ossa segata e la Conocchia. Bova inoltre localizza la chiesa di S. Rufo ad Carponem a S. Tammaro e tratta della chiesa di S. Pietro ad Postea a S. Maria Capua Vetere, relativa al passaggio nella zona del futuro papa.

     Un’ampia sezione del libro è dedicata ai templi sacri di Cancello ed Arnone. Bova localizza innanzitutto la vecchia chiesa di S. Maria de Cancello, dedicata alla Madonna delle Grazie. Poi, attraverso la lettura di tutte le Visite Pastorali custodite nell’Archivio Storico Diocesano di Capua, ricorda pure i vari tituli assunti nel tempo dalle due chiese parrocchiali Omnium Sanctorum di Cancello e di S. Maria di Arnone, dedicata alla Vergine Assunta. Bova localizza inoltre ad Arnone la chiesa di S. Martino,  la cappella di S. Biagio, la chiesa di S. Paolo, la cappella della Natività e la cappella di S. Francesco di Paola. Infine localizza la chiesa di S. Apollinare a Torre degli Schiavi. 

     Per quanto riguarda gli aspetti storici, nel libro si parla della spedizione di S. Giovanni d’Acri, di Ruad, dei cavalieri di S. Giovanni e dei Templari. Per quanto concerne gli ordini religiosi, l’Autore segnala l’attività dei frati predicatori, dei minori, degli agostiniani e dei frati milicie Templi.

     Una sezione del volume tratta di alcune famiglie locali, quali quella denominata cognomine Medici, di cui si ricordano Philippus cognomine Medici e il fratello Petrus cognomine Ebreus, probabili discendenti dal Medix capuano (v sec. a.C.). Si parla poi dei de Petrone, dei Rebursa, dei de Molisio e di altre famiglie ancora. Presente anche il tema dell’alimentazione. Interessante il paragrafo sulla permanenza a Capua di Abulafia e dei neofiti. Importante l’edizione di diciotto pergamene di Caserta. Infine è svelato il mistero della monaca de Vineis, dei tempi del Sacco (1501).

     Com’è noto, Bova, ricordato in particolare dagli studiosi francesi come historien, paleographe, filologue, editeur des textes medievaux, è tra i maggiori studiosi del Sud Italia ed è Autore di volumi di alto valore scientifico. Segnaliamo che nel libro di cui parliamo in questa sede è presente un Comitato Scientifico che annovera un centinaio di professori di fama mondiale, i quali esercitano nelle maggiori Università del mondo, tra cui ci limitiamo a segnalare la Sorbona, College de France, Harvard, Cambridge, Oxford, Leed, Tokio, Gerusalemme, Monaco, Berlino, ecc. ecc. Tra i professori si annoverano, tra l’altro, Accademici di Francia e d’America che hanno dimostrato a Bova i più ampi consensi per l’importantissimo lavoro che da un trentennio sta svolgendo a sue spese, in condizioni proibitive, in un ambiente ostile e tra persecuzioni varie.

     Ci si chiede se la Chiesa di Capua meriti un lavoro di tale portata, diffuso ormai in tutto il mondo. In tanti anni nessuno ha detto almeno grazie a Giancarlo Bova (se non i sindaci di S. Maria la Fossa e di Cancello ed Arnone), accuratamente tenuto in disparte in un ambiente dove si diventa direttori e professori senza concorso e con pubblicazioni di carattere divulgativo. Senza i libri di Bova non si sarebbe saputo quasi niente della storia della Chiesa di Capua tra Antichità e Medioevo. Chi legge per esempio qualche storia della diocesi di Capua, può vedere facilmente che al Medioevo sono dedicati appena dieci righi! Sono migliaia ormai le pagine che Bova ha scritto sulla diocesi e decine di migliaia le note critiche in ben trenta libri. Non parliamo poi delle pergamene, lo studioso ne ha pubblicate circa 800, tenuto conto anche di quelle che sono già pronte per la stampa, come ci viene riferito. È chiaro che i libri di Bova dànno fastidio, ma solo agli ignoranti! Ma nello stesso tempo ci si chiede pure chi permette tale ingiustizia e persecuzione! Bova non è certamente un adulatore e ciò è proibito negli ambienti in degrado.

     Infine ci piace ricordare che nel 2012 il Sindaco di S. Maria la Fossa Antonio Papa concesse la cittadinanza honoris causa a Giancarlo Bova, come pure il Sindaco di Cancello ed Arnone ha concesso nel 2014 allo stesso studioso la cittadinanza onoraria di Cancello ed Arnone.

            

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