Giunge dall’Université-Pantheon della Sorbona (Parigi I), tra le più celebri
Università d’Europa, il giudizio di un famoso medievista francese sugli oltre trenta libri e numerosi saggi scritti dal professor Giancarlo Bova su Capua e su buona parte della provincia di Caserta: «La Sua ricchissima opera ha fatto conoscere alla Comunità scientifica di tutto il mondo la storia di Capua e della Terra di Lavoro. La Sua bella opera apporta tanto alla nostra conoscenza» (M. Balard).
Agli studiosi di tutto il mondo non è certamente ignoto che il professore Bova (il quale lavora a sue spese) studia in un ambiente ostile, pieno di gelosie e invidie da parte dei mediocri. Il nostro studioso da tempo ha preso però le distanze dai palloni gonfiati, come pure dall’ambiente accademico italiano, in cui la percentuale dei professori che hanno lo stesso cognome (senza contare i parenti dal lato materno) è altissima.
Il professore Bova, che ha pochi rivali in Italia nei settori di studi che più gli competono, si è imposto all’attenzione mondiale esclusivamente per merito, conducendo da solo una battaglia culturale di altissimo livello, aprendo strade nuove alla cultura europea.
Un’altra battaglia la sta combattendo da qualche tempo per ottenere un solo sindaco, scelto tra studiosi di livello culturale mondiale, per le città di S. Maria Capua Vetere (antica Capua) e di Capua attuale, sulla scia della Riforma Franceschini.
Un’altra e più dura battaglia la conduce da anni sulle fonti archivistiche capuane (sulle quali lavora da un trentennio), dove sembra che i conti non tornano, ma in tal senso ci viene assicurato che si è prossimi a una svolta.
Il nostro professore è piuttosto restio a fornirci altre notizie sui consensi che riceve da tutto il mondo, ma sappiamo che sono moltissimi. Non c’è uno storico del Medioevo in tutte le Università del pianeta, che non abbia sentito parlare del professore Bova, le cui opere sono presenti nelle maggiori Biblioteche e nelle Università di tutti gli Stati.
