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(Enzo Toscano) Ormai trasportati negli Almanacchi di calcio gli Europei anno di grazia 2012, con la Dea Eupalla che ha messo tutte le cose perfettamente al loro posto. L’Invincibile Armada di Del Bosque sale con assoluto merito sul gradino più alto del podio, l’ottima Italia di Prandelli ne è la degna damigella d’onore. Un Europeo ben organizzato dalla Polonia, un pochino meno, seppur anche sufficiente, dall'Ucraina. Diciamoci la verità: alzi la mano chi non aveva anche solo sperato, se non chi assolutamente certo, della vittoria in finale degli azzurri di Prandelli. E’ andata come è andata, ma il 4-0 non è, a mio modesto ma convinto parere, l’esatta distanza tra le due squadre; lo stesso onestissimo allenatore iberico ha ammesso che la vera Italia è stata quella della prima partita contro la Spagna, giocata alla pari se non a tratti meglio dei rojas, con le furie rosse che hanno subìto dagli azzurri l’unico gol dell’Europeo, e messi in certi frangenti letteralmente alla corda. Io amo ricordare quella squadra, l’ottima partita contro la Croazia seppur senza reti, la ripresa contro l’Irlanda, il gioco d’assalto contro una Inghilterra vergognosamente votata al catenaccio ed infine la splendida vittoria in semifinale contro la solita Germania, molto quotata in vigilia ma apparsa inferiore all’arrembante squadra azzurra. Prandelli ha dato a questa squadra finalmente un gioco. Eravamo abituati negli ultimi tre lustri ad un gioco fatto spesso di stucchevoli lanci lunghi per l’isolato bomber, di una difesa arroccata ed il risultato lasciato all’estro di questo o quel campione. Anche il Mondiale in Germania 2006, vinto meritatamente dall’Italia più per un formidabile insieme di campioni entrati in forma ed esplosi in quel mese, che non di un gioco di squadra memorabile ed indimenticabile. Il gioco espresso dagli azzurri in questo europeo, a detta unanime della critica, globalmente ed esclusa la Spagna della finale, è stato forse il migliore. Prandelli ha fatto praticare, a suo modo e molto utilmente, il gioco corto riproduzione del più celebre e spettacolare “tic tac” iberico. La difesa ha globalmente retto bene con un grande Buffon sugli scudi, un eccellente Balzaretti e Barzagli; a centrocampo forse il migliore al mondo nel suo ruolo, Pirlo, semplicemente sublime nel distribuire le ripartenze ed i passaggi. De Rossi, dopo uno straordinario esordio al centro della difesa, impeccabilmente svolto, ha proseguito nel suo ruolo con continuità essenziale. In attacco ci sono state luci ed ombre: Cassano ha brillato di luce propria in poche occasioni, mentre Balotelli pur confezionando tre reti di ottima fattura, spesso lo abbiamo visto poco incisivo quando talvolta abulico, seppur temutissimo per la sua esplosiva struttura fisica. Forse troppo solo abbisognava di altro attaccante di peso e di ruolo al suo fianco, quel Di Natale che, quando impiegato, non ha però mostrato quell’assoluta infallibilità di capocannoniere vista nel campionato appena passato, mancando alcune clamorose reti che in altri momenti avrebbe fatto con gli occhi bendati. La finale è stato un capitolo a parte. L’Italia era visibilmente sfinita; forse, con il senno del poi, ci sarebbero voluti quattro nuovi innesti, soprattutto Diamanti, Nocerino, Balzaretti e Di Natale o Giovinco al posto di Cassano, Montolivo, Chiellini ed Abate. Ma adesso ditemi, dopo la splendida semifinale contro la Germania, chi avrebbe avuto questo estremo coraggio ? Mettiamoci poi la spettacolare Spagna, fino a quel momento intelligentemente nell’ombra e poco visibile. In finale c’è stata l’esplosiva miscela del brillante gioco spagnolo, in combinazione con la caduta verticale fisica e mentale degli italiani. Già dopo venti minuti chi un poco mastica di calcio, aveva capito che per l’Italia la partita era già conclusa. Un Thiago Motta che entra (non abbiamo capito questo cambio, ma il calciatore in generale), e subito si infortuna. In dieci è stato il massacro finale. Comunque è stato un Europeo molto positivo per i nostri colori; si proseguirà con Prandelli sino al Mondiale 2014. Abbiamo una splendida Under 21 (lasciata da Ferrara, passato alla Sampdoria), con un nugolo di veri campioncini; speriamo che Prandelli ne faccia subito uso con coraggio. Siamo assolutamente con lui quando accusa i vertici del calcio di boicottare la Nazionale, considerata un disturbo al fitto calendario dei club. Già tra pochi giorni si riprenderà, in piena afa, con i ritiri. Subito le metastasi televisive presenteranno il conto: al più presto Coppe dello zio, Coppete delle birre, dei telefonini, tornei esotici e tournèe in Polinesia, Cina , Giappone, Quatar, tra dune e ghiacciai pur che si vendano i diritti televisivi. Già sono arruolati Milan, Napoli Inter, Juve, Real, Barcellona, Chelsea, Manchester etc… Signori, fatevi avanti con gli abbonamenti Tv. La Nazionale ? Ma chi se ne frega !

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