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(Enzo Toscano) Continua imperterrita l’invereconda “spesa della serva” perpretata dalla classe politica ai danni del sempre più affamato popolo italiano. Quando si dice che al peggio non c’è mai limite, ogni giorno che passa, alla faccia dei beceri (ormai sempre più in minoranza ed isolati) che gridano a complotti della magistratura, ospitati solo in quelle riserva indiana che è l’ormai inguardabile trasmissione in seconda serata di RaiUno, vengono fuori storie di malaffare e di delinquenziale “Resa dei conti” interna, al confronto delle quali le “Idi di marzo” del povero Giulio Cesare o la “Notte dei lunghi coltelli” pròdoma del nazismo, sono giochi di società delle dame di San Vincenzo. La storia italiana è costellata di scandali più o meno noti. Che si tratti di vicende politiche o di questioni prettamente finanziarie, quello che rimane come una costante è l’enorme quantità di denaro coinvolta. Dalle trame oscure che hanno legato lo IOR ed il Banco Ambrosiano alla fine ingloriosa del Psi di Craxi fino all’emersione dell’allegra gestione dei fondi del partito di Bossi, in una lunga galleria di furfanti astuti o di bande bassotti, che hanno purtroppo fatto la storia degli scandali italioti. Noi non possiamo permettere alla politica di attaccare la democrazia o peggio ancora non possiamo permettergli di continuare a gestire il paese come se fosse una società privata, ancor più quando il Paese è in una fase recessiva senza eguali nel tempo se non in tempo di guerra. La convinzione tra la gente è che ormai il Governo tecnico targato Monti, sia sempre più “Forte con i deboli, e debole con i forti”, e che la cura da cavallo del risanamento la sta pagando solo e sempre la classe più debole e numerosa, allontanando definitivamente le chimere, le favole ipocrite del benessere che svolazzava allegramente tra gli italiani, frottole e melassa al pari dei ciucciotti messi in bocca ai lattanti per farli stare buoni e tranquilli. I dati ufficiali inseriti in alto vicino al titolo, offrono esattamente l’immagine dello stato dei nostri salari e stipendi, tra i più bassi d’Europa (addirittura inferiori alla Grecia ed alla Spagna), contro tasse tra le più alte, evasione fiscale quale maschera e vergogna nazionale, e pensioni sempre più da fame. Tirate le somme, non fa meraviglia e stupore la realtà dei sondaggi che porterebbe gli italiani a rifugiarsi in un astensionismo al voto senza eguali dal dopoguerra, e che sommato alle schede bianche e nulle porterebbe il tutto vicino al 50% degli aventi diritto. Non fa neanche scalpore la notizia che il neonato partito di Peppe Grillo, volerebbe poco sotto il 10%. I vecchi partiti annusando l’aria della seppur effimera affermazione che avvolge il governo Monti (credo ancora per poco), avendo paura di portare avanti le proprie idee ed ancor peggio con il terrore di uscire da elezioni politiche con le ossa rotte, si ammucchiano e si rifugiano in gran parte e senza ritegno intorno al Professore pregustando vittorie elettorali alla Pirro, che probabilmente solo il più bel sogno può loro elargire, sempre che gli italiani non facciano loro una “bellissima” sorpresa elettorale al loro risveglio. Ma si vede lontano mille miglia che i tre leader che appoggiano Monti, il famoso trio ABC (Alfano, Bersani, Casini), rassomigliano più a Qui, Quò, Qua o alle sorelle Bandiere, costretti a stare insieme. Pare che ad oltre 200 anni si sta riproponendo una situazione simile a quella che fece esplodere la Rivoluzione Francese, con il divario tra ricchi e poveri che ogni giorno si fa sempre più accentuato. Gran parte della classe politica (quelli onesti non possono fare nulla) alleata, nel migliore dei casi arrendevole ed indulgente, con la alta borghesia più disonesta (quella che evade le tasse , esporta i capitali all’estero e lascia sulla strada chi lavora), sorda e cieca nel vedere quello che accade intorno, perché si sente intoccabile. Purtroppo alla base c’è il vero problema, che è insito nella nostra mentalità. Basta leggere o rileggere i Promessi Sposi o il Gattopardo per capire che i nostri problemi sono i figli indegni della nostra struttura mentale, con la classe politico/burocratica non altro che sua immagine contorta, riflessa nello specchio. In pratica siamo adesso in una triste situazione, con due gruppi di potere, politico e finanziario, sostanzialmente invincibili che si comportano come gli alieni di “Indepence Day”; non regalano niente a nessuno ma spremono solo ricchezza per se stessi, lasciandosi dietro solo macerie. Sono passati cento anni dalla tragedia del TITANIC e l’Italia pare essere, a detta di molti, come metafora più o meno nella stessa situazione. Ma a mio parere è assolutamente sbagliato il confronto tra lo sfortunato piroscafo e l’Italia. Loro non erano preparati e dimensionati per l’iceberg che gli è capitato contro. Noi invece l’iceberg ce lo stiamo meticolosamente costruendo da decenni, così che invece di aspettare la sorte, ci stiamo andando a sbattere. Mentre il popolo della terza classe sarà condannato a bordo, la classe politico/finanziaria sul ponte finge, magari divertendosi anche con costumi in “Burlesque” (alla faccia dei fessi), fasulle riforme sui tagli ai costi della politica, delle indennità, delle assegnazioni di fondi ai gruppi consiliari, del numero di parlamentari, sulla legge elettorale e soprattutto, sugli scandalosi rimborsi elettorali. Tanto per lei ci sono sempre pronte le scialuppe di salvataggio. Ma così come nei film qualche volta si girano due diversi finali, vuoi vedere che le navi di soccorso, una volta accertata talune presenze a bordo delle scialuppe, non decidono, invece che tirarli a bordo, di Speronarli. .

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