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(ENZO TOSCANO) “Tanto tuonò che piovve”. Alla fine, a forza di esorcizzare il “Diavoletto”, questo è arrivato puntualmente, sghignazzando e prendendo per i fondelli tutti i sepolcri imbiancati, monumenti funebri alla stupidità dediti solo a guardare il dito che indica la luna, piuttosto che quest’ultima. Aperte le urne delle elezioni amministrative, il terremoto Grillo è arrivato, potente e fragoroso più di quanto i presunti esperti si aspettavano. La protesta e la rabbia hanno avuto due sbocchi: l'astensione dal voto e la scheda del movimento Cinque Stelle. L'antipolitica sta diventando rapidamente una politica nuova, drasticamente alternativa, facendosi largo ed aprendo un varco in molti comuni e tra gli italiani. Ha sbagliato anche il Presidente della Repubblica quando, a domanda, ha risposto che in queste ultime elezioni amministrative non c’era stata nessuna novità, beccandosi dal funambolico genovese l’inevitabile stoccata al vetriolo sul filo del sarcasmo. Finora nessun prendeva sul serio Beppe Grillo. Ma se un movimento di popolo, che rifiuta qualunque finanziamento pubblico, odiato dalla Confindustria e dai sindacati, dalla destra e dalla sinistra, attaccato persino dalla Presidenza della Repubblica e dai maggiori quotidiani nazionali fa così paura, significa che un terremoto sociale è in arrivo, può piacere o non piacere. Doveva essere per molti sciocchi osservatori solo un sassolino nella scarpa e niente di più, in gran parte indirizzata alla sola protesta contro la politica tradizionale. Ma il suo movimento “Cinque Stelle” venuto dal nulla, utilizzando con grande abilità le enormi potenzialità di internet, si è affermato in buona parte del centro-nord, con un innegabile e clamoroso successo a Parma ed a Genova: un consenso che dimostra alla base la “Voglia di Pulizia” rilanciata dai recenti scandali per le malversazioni con i soldi dei partiti, spesso conditi da inutili petizioni e appelli per un repulisti della "notoriamente sporca" politica italiana. A differenza del voto in Francia e in Grecia, secondo il mio parere, i risultati elettorali italiani vanno letti non tanto come una reazione contro la dura, evidente e disuguale manovra d'austerità del governo Monti, ma come una opposizione contro la continua farsa dei politici corrotti. Le cronache delle ultime settimane infatti sono state riempite da notizie sulle "Epiche" truffe di politici, dei loro tesorieri e dei tantissimi amici di merende. E quando si pensava fossero esaurite le vergogne e toccato il fondo, eccone subito di altre … e poi altre. Quando queste regole vengono infrante, lo stesso cittadino dovrebbe avere il dovere morale e sociale di denunciare tali violazioni, di ribellarsi duramente seppur democraticamente, soprattutto quando esse procurano danni ingenti al benessere della intera comunità. Invece molti continuano ancora stupidamente a guardare il dito piuttosto che la luna, interrogandosi solo su come e quanto durerà il fenomeno del “comico”, piuttosto che chiedersi se quello che dice è vero, totalmente o anche in parte. Rischiano così molto seriamente alle prossime elezioni politiche (se non gli faranno, in preda al terrore, una legge ad personam contro), di ritrovarsi in Parlamento una massiccia presenza di “grillini”. E’ vero che criticare è facile, governare più complicato, ma continuare stoltamente, come fanno molti, a fare il paragone del movimento di Grillo con “L’Uomo Qualunque” fondato da Giannini, a cavallo tra la fine del decennio 1940 ed il ‘50 (da qui il termine Qualunquista), significa non capire niente di Storia. Quelli erano altri tempi, altro contesto storico, altri italiani e sopratutto altri politici. A quel tempo il nostro Primo Ministro Alcide De Gasperi si fece prestare un cappotto nuovo per andare ad un vertice di Capi di Governo negli Stati Uniti. E’ abitudine di oggi da parte di non pochi parlamentari, ministri e sottosegretari prendere, a spese ed alla faccia del contribuente, l’aereo di stato, l’auto blu con la scorta per loro e tutti i numerosi mantenuti, magari per andare a vedere una partita di calcio allo stadio. O in perfetto stile cadente Tardo Impero, rifornirsi oltre che di abbondanti denari, di diamanti, lauree e costosi svaghi quotidiani. Altro che il cappotto di De Gasperi !

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