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(Antonia Luiso) - Certo, potrebbe sembrare quasi eroico, di questi tempi, mettersi a discutere sull’inestimabile valore della nostra storia, delle nostre radici, del nostro glorioso passato culturale. Il problema, tuttavia, credo stia proprio lì. Nel fatto che ci siamo trasformati tutti in un gregge informe di antieroi. Le crisi ci consumano, come la paura. Crisi sociali, crisi politiche, crisi economiche. La sola vera crisi che vedo, mio malgrado, è quella delle teste. È la crisi delle menti, la crisi della consapevolezza. È la disfatta individuale. Viviamo nel terrore di perdere ciò cui abbiamo dato una forma, la sensazione di poter vedere vani, da un momento all’altro, gli sforzi di una vita ci strozza in gola. Il lavoro nobilita l’uomo. Da qui parte forse uno dei più grossi errori storici di cui l’umanità abbia memoria. Il lavoro, casomai, contribuisce a renderci socialmente liberi, che è cosa ben diversa. È l’uomo a nobilitare il lavoro. È l’uomo a dare un senso a ciò che decide o che gli viene proposto di fare, è l’uomo a dare corpo alle cose. Siamo arrivati al mefistofelico punto di non ritorno per cui ci siamo ridotti a elemosinare dignità. Quale Stato che ancora sia degno di dirsi tale permetterebbe ciò? “Dicesi Stato la società civile retta da un governo, in quanto la si reputa salda e ferma.” (Dizionario etimologico) Ci è rimasto ancora qualcosa che possa dirsi saldo? È saldo uno Stato che definisce i giovani quasi come una piaga sociale? Viziati, schizzinosi, monotoni, sfigati. Il passato. L’identità. Noi, i nani sulle spalle dei giganti. Possibile che la storia non ci abbia lasciato alcun insegnamento? Hanno perso la vita a milioni perché questa Patria fosse unita e libera, a dispetto chi di oggi vuole dividerla, a dispetto della patologia del potere che la dilania, a dispetto della realtà dei fatti che ci vuole tutti sull’orlo del baratro. Abbiamo il dovere morale di continuare a combattere per essa, in qualche modo, così come abbiamo il dovere sacrosanto di riscattare la nostra dignità di popolo troppo spesso preso in giro dalle istituzioni stesse che lo governano. “I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo.” (Sandro Pertini, da Messaggio di fine anno – 1978)

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