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(Antonia Luiso) -  C’è differenza tra un paese dove ti condannano a morte se sei omosessuale e uno dove, se lo sei, ti inducono al suicidio? La verità è che siamo rimasti all’età della pietra. Indossiamo ogni mattina gli abiti di caritatevoli cittadini del mondo che pregano per civilizzarlo e poi "suicidiamo" un quindicenne. Se la smettessimo di pregare e cominciassimo ad agire, magari. Se la smettessimo di inzupparci la testa come spugne di quelle retoriche frasi, luride e antidiluviane: “..sono normali, sono come noi, sono persone innanzitutto!” Chissà in quanti, poi, lo pensano davvero. Come se avessero bisogno della lercia pietà di qualche ottuso malpensante. Il problema sta a monte. Parlare dell’omosessualità è il vero problema. Come se l’omosessualità fosse un problema. Di cosa parliamo, oggi? Dell’omosessualità. Io credevo che lo scopo del sollevare pubbliche discussioni fosse quello di chiarire annose questioni, che si reputano magari spinose, al fine di poterle risolvere. Cosa c’è da risolvere quando si tratta di un essere umano che ama un essere umano? Siamo arrivati a tali inferni livelli? Siamo arrivati al mistico punto di non ritorno per cui cominciamo a dichiarare innaturale persino l’amore? Bravo, mondo. Fai progressi. Adoriamo crearne epocali manfrine, montarci sopra interi palinsesti televisivi che predichino lo stomachevole slogan del “gay e lesbiche sono in primis uomini e donne!”.. MA DAI?? Viviamo di una società dove è necessario sottolinearlo. Meditate. E smascheriamo gli accidiosi moralisti! E piantiamola di predicare amorevoli precetti quando ancora crediamo che l’amore sia quello tra lui e lei oppure niente. Chi fu il genio che per primo mise in giro questa ineffabile idiozia? Per quale oscuro motivo, dopo milioni di anni di pseudo civiltà, abbiamo ancora così tanta paura, sistematicamente, di tutto ciò che sfugge ai canoni? E chi lo ha legiferato, poi, che questi canoni siano i giusti canoni? Una scempiaggine perpetrata per millenni non smette di essere una scempiaggine, beninteso. E ancora una volta, l’ignoranza attiva che la fa da padrona in questo mondo di disillusi ha messo fine all’ennesima vita. Sul serio ci terrorizzano un paio di pantaloni rosa? Davvero essere omosessuale, essere grasso, essere nero, essere basso, sono peggio che essere un corrotto, un infame, un disonesto? E come direbbe mio nonno in questi improponibili casi: “..dove andremo a finire?” “Cosa significa essere un uomo? Significa avere coraggio, avere dignità. Significa lottare. E vincere.” (Oriana Fallaci)

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