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ROMA. “La bandiera del moralismo e della legalità inalberata ripetutamente da Guglielmo Epifani appare, all’esame dei fatti concreti, un mero espediente che non contiene alcun sentimento né verso la moralità, né verso la legalità”. Così il senatore Vincenzo D’Anna (Pdl), vicepresidente della commissione Affari Europei di palazzo Madama, che poi continua: “l’attacco contro Silvio Berlusconi che la magistratura porta avanti da venti anni, attraverso il rito ambrosiano (quello che non ammette difensori dell’imputato al dibattimento), è sotto gli occhi di tutti ed è comprovato dall’enorme numero di procedimenti e di ispezioni che il Cavaliere ha dovuto subìre fino ad oggi”. Per D’Anna: “fingere di ignorare che la sentenza di condanna sia un atto farlocco e senza prove, è un fatto ridicolo. Quella sentenza, infatti, paradossalmente, colpisce chi il presunto reato non lo ha commesso essendo l’evasione fiscale a carico di Mediaset e non di Berlusconi. Aggiungo, inoltre, che condannare ed interdire dalla vita politica il terzo contribuente d’Italia quando neanche uno delle decine di migliaia di evasori totali e paratotali è mai finito in carcere né interdetto dalle proprie attività, appare a dir poco assurdo per non dire abnorme”. “In ultimo e non per ultimo - conclude il parlamentare del Pdl - Epifani rilegga e rifletta sull’Art. 25 della Costituzione e sulla non retroattività delle leggi in materia penale. Sul piano politico, il segretario del Pd ben dovrebbe sapere che è nell’interesse dell’Italia garantire l’agibilità politica ad un leader cui l’elettorato ha consegnato 10 milioni di voti così mantenendo, tra l’altro, in piedi un governo che non ha altre alternative”.