Strumenti
Carattere

di

Antonia Luiso

 

A Susy. A tutto quello che mi hai insegnato.
___________________________________

Ho creduto scioccamente che sarebbe stato di gran lunga meno titanico scrivere di ciò su cui sto per scrivere.
Si commette l'errore di ritenere che certe realtà ti siano lontane fino a quando non ti fermi a pensare che, mentre la tua coscienza vaga ignara, poco distante c'è un uomo, una donna, c'è una famiglia che decide di armarsi di dignità e coraggio per dichiarare guerra a un potere disumano e incontrollato che, con ogni probabilità, piegherà quel coraggio in soggezione e dominio e quella dignità nel pallido ricordo di una qualche umanità.
Perché la paura è ancora troppa e la cultura troppo poca. Maledettamente poca.
Le buone intenzioni non bastano. Non sempre.
La camorra è vicina, si lascia toccare e a pensarci è spaventoso.
Un giorno ti svegli e scopri che per vent'anni hai calpestato strade su cui hanno camminato aberranti surrogati teriomorfi che si fanno chiamare uomini d'onore, che hai diviso la tua infanzia tra i giochi sui prati incolti sotto cui credevi ci fossero piantati fiori che, col senno di una tarda consapevolezza, sono sbocciati in cadaveri impalati.
È il destino di chi vive dove vivo anch'io.
Per il resto del mondo, che comincia oltre i confini della provincia, siamo i biechi derelitti, quel che resta dell'orda di schiavi post imprimatur camorristico, i servi della gleba Schiavone, Bidognetti, Iovine, Zagaria e adepti. (..e se un certo amore per la Lingua non me lo vietasse, non concederei loro il decoro della maiuscola)
La chiave di volta che il resto del mondo, però, tende a ignorare è che, sotto la spinta dell'idiosincrasia alla feccia e in groppa a quei sacrosanti e inviolabili principi in cui l'uomo sano crede, esiste ancora qualcosa, qualcuno che con la Lotta e la Libertà ha convolato a giuste nozze.
E non v'è traccia di retorica.
Ho avuto la regalata occasione di vivere una particolarissima iniziativa che aveva prefisso lo scopo di educare quanti più giovani uomini e donne possibili affinché interagissero con la realtà del sodalizio che, alla camorra, proclama battaglia tutti i giorni: “Libera”.
Il progetto, definito spesso un “percorso di formazione”, è stato promosso grazie all'impegno degli animatori di comunità del Progetto Policoro, “ente” sostenuto dalla CEI e coadiuvato dalle singoli Arcidiocesi di svariate regioni d'Italia che ha come traguardo quello di rilanciare il ruolo dei giovani perché si accostino sempre più concretamente al mondo del lavoro, scendendo praticamente in campo.
“Libera il bene – dal bene confiscato al bene comune.” il titolo del viaggio attraverso i viottoli della mia Terra, quella parte che spesso è ignorata o semplicemente sconosciuta ai più.
Attraverso tutta una serie di incontri direi assolutamente pedagogici, assieme alla parte buona del mondo, tanti giovani che ancora ci credono, ho vissuto catapultata in prima persona la vita di chi un lavoro lo agogna eppure deve fare i loschi conti con chi te lo impedisce. Ho vissuto il disagio e la conquista di chi alla fine ci è riuscito. Ho vissuto la corvée di chi ha voluto fortemente cambiare le cose e di chi ancora, incredibilmente, combatte contro la piovra-camorra.
Grazie al dottor Savino Compagnone, Sociologo, Criminologo e nostra virgiliana guida, nonché referente del progetto, ci siamo dipanati tra Consulenti del lavoro e Commercialisti, relatori della puntata “lavoro e legalità” con Domenico Monaco e Michele Castaldo come guest stars, fino all'appuntamento con il presidente e il responsabile delle cooperative, che hanno come fine l'integrazione sociale e la prima accoglienza per l'inserimento lavorativo di giovani che vivono in condizioni di disagio sociale, “Nuovi Orizzonti” e “Al di là dei sogni”: Anna Cecere e Simmaco Perrillo, arrivando alla visita di ex beni ora confiscati alla camorra e divenuti tappe imprescindibili del Festival dell'Impegno Civile: la “Casa di Alice” e il “Caseificio don Peppe Diana”, il cui motto era “Cooperare con Libera Terra”, come ci ha sempre ripetuto Mauro Baldascino, responsabile dell'Osservatorio sull'uso sociale dei beni confiscati in provincia.
C'era una filo rosso comune che legava e passava tra le mani di tutti loro: l'aver combattuto tanto da essere arrivati a quel punto delle cose in cui, da lì in avanti, non v'è più modo di tornare indietro. Ce l'hanno fatta perché è quello il punto in cui si deve arrivare, se si vuole vincere.
Questi mesi mi hanno fatto dono della consapevolezza. Ora so cosa si può nascondere tra le trame calme di un potere corrotto ma so pure il modo per attraversarlo e annientarlo: il coraggio.
La camorra, la corruzione, le mafie si impinguano della paura, è la sola cosa che le mantenga in vita.
“La mafia è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine.” ..e se ci ha creduto Falcone, è dovere dell'umanità crederci a propria volta.
Che Savino, Mauro, Anna, Simmaco e tutti quelli che della speranza fanno una fede possano essere il monito di chi, da ora, decide di avere più coraggio che paura.
Annichilirle è possibile. Del resto, la camorra, la mafia, sono solo “una montagna di merda!” (Peppino Impastato!)

INVIA COMUNICATO STAMPA

Per poter pubblicare i tuoi comunicati stampa, corredati da foto,  scrivi un'email a comunicati@primapaginaitaliana.it

 

 

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere costantemente aggiornato sulle notizie più lette della settimana, che riceverai sulla tua mail. E' un servizio assolutamente gratuito.

Top Bloggers


  •     Antonio Gaudiano

      


             Luigi Di Lauro

  •   

    Sample avatar