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CASERTA (Raffaele Raimondo) – Domani 18 dicembre -alle ore 18,15- nell’aula magna dell’Istituto De Amicis di Corso Giannone, si svolgerà la presentazione del romanzo “Al di là del vuoto” di Giuseppe Santabarbara edito dalla Brignoli.  All’evento culturale prenderanno parte Alfonso Marotta, dirigente scolastico, Immacolata Brignoli, editore, Anna Rita Santabarbara, filologa, Andrea Buondonno, docente della SUN e Lucia Ferillo, attrice. Parteciperà naturalmente anche l’autore che, dopo le esposizioni critiche dei relatori e gl’interventi liberi del pubblico, sarà pronto a discutere a tutto campo sul suo nuovo lavoro narrativo che, uscendo proprio in questi giorni prenatalizi, si propone oltretutto come un interessante libro-strenna.

Giuseppe Santabarbara è ben noto negli ambienti istituzionali, associativi e sindacali di Terra di Lavoro: dirigente scolastico per molti anni, già presidente del Rotary di Caserta e dell’ANDIS provinciale, nonché esponente di vertice di altri importanti sodalizi. Come scrittore e poeta casertano è altrettanto conosciuto: della sua produzione si ricordano, in particolare, “Tetractys”, una raccolta di racconti, e il romanzo “Il Cerchio”.

Con “Al di là del vuoto” egli si distacca dal genere fantasy, che in passato lo aveva attratto, per puntare direttamente sulla concreta realtà della vita contemporanea che fa da costante sfondo ad una trama in vorticoso ed avvincente sviluppo, alla maniera dei romanzi psicologico-polizieschi. Non a caso nell’intreccio di situazioni e fatti, prevalentemente ambientati a Roma, s’impongono personaggi di cui l’autore riesce a scandagliare profondamente l’interiorità. Nell’intera narrazione, che segue l’intricato filo di sorprendenti ed inusuali indagini investigative, è infatti ricorrente il motivo dell’introspezione. Su questa falsariga, strappando inesorabilmente i veli alle apparenze, Santabarbara in sostanza asserisce che ognuno ha dentro di sé un abisso nel quale nasconde i propri impulsi più irrazionali, i segreti più inconfessabili, e in cui diventa difficile fare i conti, oltre che con sé stessi, anche con una società e un mondo sempre più vuoti e privi di senso. Ciò basta a dedurre che si tratta di un romanzo pessimista? Assolutamente no, perché in fondo sussistono, già nel titolo, le ragioni della speranza. E si potrebbe individuare un intento etico-didascalico? Nemmeno. L’autore, tutto sommato, fotografa le soggettività e l’oggettività nei loro più strani risvolti, ma non va oltre, lascia al lettore le conclusioni. E a questo fine contribuisce, come sempre nella scrittura di Santabarbara, uno stile piacevole e chiaro, persino quando affronta l’indistinto confine tra il “detto” e il “non detto”, fra la maschera e il vero volto.

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