Santa Maria La Fossa – L’idea del vice sindaco Salvatore Russo, prontamente accolta dal sindaco Antonio Papa e da tutti gli esponenti di maggioranza, di concedere un contributo a favore di chi intenda avviare un’attività commerciale, imprenditoriale od artigianale, da qualche giorno è una realtà. E’ occorsa una lunga elaborazione per la messa a punto di un  regolamento ad hoc;  successivamente ha visto la luce il bando di gara pubblicato il 30 giugno sull’albo on line del sito del comune. Un regolamento ed un bando che regolano l’accesso a questo che il vice sindaco Salvatore Russo (assessore al bilancio) non ha mancato di definire “una sorta di piccolo prestito d’onore”.

“Si tratta nello specifico – ha dichiarato l’assessore al bilancio Russo – di una somma nel massimo ad € 5.000,00 che verrà concessa in prestito a tutti coloro, residenti, che intendano avviare una nuova impresa commerciale nel nostro paese. Somma che verrà restituita dai beneficiari a zero interessi nell’arco di cinque anni successivi all’anno di finanziamento. Questa iniziativa – ha continuato Russo – è stata intrapresa per far fronte al problema occupazionale che affligge il nostro territorio, consapevoli che non può del tutto risolvere il problema. Si tratta comunque di un’attenzione rivolta a chi ha voglia di fare impresa e soprattutto incentivare i giovani a crearsi un futuro nel loro stesso paese. E’ un’iniziativa – ha sottolineato Russo che assolve ad un obbligo specifico del quale debbono farsi carico tutte le amministrazioni a tutti i livelli, tenendo ovviamente conto dei rispettivi vincoli di bilancio. Una sfida che abbiamo voluto raccogliere e portare avanti, anche al fine di ribadire la legalità nel nostro territorio, perché creando occupazione si fa anche barriera contro la criminalità.

II termine di scadenza della domanda è il 30/07/2011.

Le somme erogate dovranno essere restituite, a partire dal termine del primo anno di attività, senza interessi, in rate trimestrali uguali, da pagare entro 60 mesi dall'erogazione.

Il beneficiario è obbligato ad espletare l'attività per i cinque anni successivi all’ erogazione del prestito. A garanzia dovrà essere presentata idonea polizza fideiussoria.

II Comune si riserva di eseguire ispezioni atte ad accertare l'effettivo svolgimento delle attività produttive, disponendo eventualmente la revoca del contributo e la restituzione dello stesso, maggiorato dagli interessi legali, qualora venisse accertato l'utilizzo per uso diverso per il quale è stato erogato.

La somma messa a disposizione ammonta per l’anno in  corso ad € 15.000,00, con possibilità dunque di finanziare tre progetti. “Tenuto conto che le attività presenti in paese sono circa 30 – spiega il vice sindaco Russo – la nostra iniziativa favorirà un incremento del 10% . In sede di domanda – continua Salvatore Russo - i richiedenti dovranno presentare un preventivo delle spese che andranno a sostenere, comprovando successivamente al finanziamento le stesse con fatture. Nell’ipotesi che i richiedenti fossero più di tre si ricorrerà a criteri che favoriranno la giovane età e la presenza di soggetti portatori di handicap nella famiglia del richiedente.”

Cancello ed Arnone (di Maria Grazia Branco) - Nuova vittoria di Giuseppe Della Valle e Salvatore Mattiello,il duo vincente della polisportiva Athena,nel torneo gladiator “collenge cup” nelle discipline di boxe competition,kickboxing light e kickboxing tenute a Roma domenica 25 giugno. I due atleti hanno disputato tre mach,arrivando entrambi sul podio,1°Della Valle e 2° Mattiello.Il loro allenatore Vincenzo Cristiano molto orgoglioso dei suoi allievi,che con molti sacrifici sono riusciti a portare a casa ben due vittorie in entrambi la competizioni,la volta scorsa tenute a Rimini.L’augurio a questi ragazzi che sentiremo ancora parlare di loro e delle loro ancora tante vittorie.

CANCELLO ED ARNONE – Una scoppiettante serata quella di “Letteratitudini” dello scorso mercoledì 29 Giugno. L’incontro è stato organizzato per augurare a tutti i componenti una magnifica estate
ricca di esperienze sfavillanti ma anche di tanto riposo e di serenità.

Perl’ultimo incontro della stagione letteraria, è stata preparata una succulenta
cenetta, bagnata da un frizzante vinello, che ha dato molta allegria a tutti i
commensali. Questo meeting è stato particolarmente interessante per due motivi fondamentali:  abbiamo festeggiato l’ingresso di una nuova associata, ossia la neo avvocatessa Pina Manzo, che si è inserita facilmente e con grande piacere nel gruppo pre-esistente comporto da: Raffaele Raimondo, Marinella Viola, Felicetta Montella, Olga Petteruti, Laura Sciorio, Concetta Pennella, Arkin Jafuri, Mena Maisto e Matilde Maisto;  nella conversazione a tavola si
sono affrontate problematiche anche a carattere personale di cui qualche commensale ci ha fatto dono, rendendo la conversazione molto piacevole e
suscitando pareri e confronti. Nonè mancata, tuttavia, l’argomento principale degli incontri, ovvero laletteratura ed in proposito, sono state lette delle significative e famose poesie di Giovanni Pascoli (Self-Made Man – l’uomo che si è fatto da sé).

Il professore Raffaele Raimondo ha recitato “LA PICCOZZA”, un Ode, forse fra le più belle del Pascoli, magari meno conosciuta, ma che maggiormente rende l’idea dell’uomo che si è fatto da sé: bellissima, dolce, velata di tristezza, palpabile ad ogni parola, ad ogni pensiero:

 

LA PICCOZZA

 

 

Da me!... Non quando m'avviai trepido

c'era una madre che nel mio zaino

ponesse due pani

per il solitario domani.

Per me non c'era bacio né lagrima,

né caro capo chino su l'omero

a lungo, né voce

pregante, né segno di croce.

Non c'eri! E niuno vide che lacero

fuggivo gli occhi prossimi, subito,

o madre, accorato

che niuno m'avesse guardato.

Da me, da solo, solo e famelico,

per l'erta mossi rompendo ai triboli

i piedi e la mano,

piangendo, sì, forse, ma piano:

piangendo quando copriva il turbine

con il suo pianto grande il mio piccolo,

e quando il mio lutto

spariva nell'ombra del Tutto.

Ascesi senza mano che valida

mi sorreggesse, né orme ch'abili

io nuovo seguissi

su l'orlo d'esanimi abissi.

Ascesi il monte senza lo strepito

delle compagne grida. Silenzio.

Né cupi sconforti

non voce, che voci di morti.

Da me, da solo, solo con l'anima,

con la piccozza d'acciar ceruleo,

su lento, su anelo,

su sempre; spezzandoti, o gelo!

E salgo ancora, da me, facendomi

da me la scala, tacito, assiduo;

nel gelo che spezzo,

scavandomi il fine ed il mezzo.

Salgo; e non salgo, no, per discendere,

per udir crosci di mani, simili

a ghiaia che frangano,

io, io, che sentii la valanga;

ma per restare là dov'è ottimo restar,

sul puro limpido culmine,

o uomini; in alto,

pur umile: è il monte ch'è alto;

ma per restare solo con l'aquile,

ma per morire dove me placido

immerso nell'alga

vermiglia ritrovi chi salga:

e a me lo guidi, con baglior subito,

la mia piccozza d'acciar ceruleo,

che, al suolo a me scorsa,

riflette le stelle dell'Orsa.

 

Ha fatto seguito, poi, la voce delicata e molto dolce di Felicetta Montella che con molta maestria ha recitato la famosissima “LA CAVALLA STORNA”:

 

 

LA CAVALLA STORNA

Nella Torre il silenzio era già alto.

Sussurravano i pioppi del Rio Salto.

 

I cavalli normanni alle lor poste

frangean la biada con rumor di croste.

 

Là in fondo la cavalla era, selvaggia,

nata tra i pini su la salsa spiaggia;

 

che nelle froge avea del mar gli spruzzi

ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.

 

Con su la greppia un gomito, da essa

era mia madre; e le dicea sommessa:

 

"O cavallina, cavallina storna,

che portavi colui che non ritorna;

 

tu capivi il suo cenno ed il suo detto!

Egli ha lasciato un figlio giovinetto;

 

il primo d'otto tra miei figli e figlie;

e la sua mano non toccò mai briglie.

 

Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,

tu dài retta alla sua piccola mano.

 

Tu ch'hai nel cuore la marina brulla,

tu dài retta alla sua voce fanciulla".

 

La cavalla volgea la scarna testa

verso mia madre, che dicea più mesta:

 

"O cavallina, cavallina storna,

che portavi colui che non ritorna;

 

lo so, lo so, che tu l'amavi forte!

Con lui c'eri tu sola e la sua morte.

 

O nata in selve tra l'ondate e il vento,

tu tenesti nel cuore il tuo spavento;

 

sentendo lasso nella bocca il morso,

nel cuor veloce tu premesti il corso:

adagio seguitasti la tua via,

perché facesse in pace l'agonia..."

 

La scarna lunga testa era daccanto

al dolce viso di mia madre in pianto.

 

"O cavallina, cavallina storna,

che portavi colui che non ritorna;

 

oh! due parole egli dové pur dire!

E tu capisci, ma non sai ridire.

 

Tu con le briglie sciolte tra le zampe,

con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,

 

con negli orecchi l'eco degli scoppi,

seguitasti la via tra gli alti pioppi:

 

lo riportavi tra il morir del sole,

perché udissimo noi le sue parole".

 

Stava attenta la lunga testa fiera.

Mia madre l'abbracciò su la criniera

 

"O cavallina, cavallina storna,

portavi a casa sua chi non ritorna!

 

a me, chi non ritornerà più mai!

Tu fosti buona... Ma parlar non sai!

 

Tu non sai, poverina; altri non osa.

Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!

 

Tu l'hai veduto l'uomo che l'uccise:

esso t'è qui nelle pupille fise.

 

Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.

E tu fa cenno. Dio t'insegni, come".

 

Ora, i cavalli non frangean la biada:

dormian sognando il bianco della strada.

 

La paglia non battean con l'unghie vuote:

dormian sognando il rullo delle ruote.

 

Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:

disse un nome... Sonò alto un nitrito.

 

La morte misteriosa del padre ha segnato molto la vita del Pascoli ed è infatti uno dei temi che ricorre sempre nelle sue poesie. Tutta la sua famiglia è rimasta sconvolta dalla tragedia, soprattutto la madre, che non avendo nessuno con cui confidarsi, si rivolge alla cavalla perché sa che è l’unica di cui potersi fidare e che sa la verità. Il poeta paragona la fedeltà della cavalla alla vigliaccheria dell’uomo. Gli uomini che sanno, infatti, non parlano mentre la cavalla che vorrebbe parlare non può, non ha la parola. Un altro tema che ricorre spesso nelle sue opere è la descrizione e l’uso della natura come un simbolo per trasmettere qualcosa di profondo al lettore.

 

E per chiudere, in bellezza, io stessa ho recitato la poesia L’AQUILONE

 

C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,

anzi d'antico: io vivo altrove, e sento

che sono intorno nate le viole.

Son nate nella selva del convento

dei cappuccini, tra le morte foglie

che al ceppo delle quercie agita il vento.

Si respira una dolce aria che scioglie

le dure zolle, e visita le chiese

di campagna, ch'erbose hanno le soglie:

un'aria d'altro luogo e d'altro mese

e d'altra vita: un'aria celestina

che regga molte bianche ali sospese...

sì, gli aquiloni! E' questa una mattina

che non c'è scuola. Siamo usciti a schiera

tra le siepi di rovo e d'albaspina.

Le siepi erano brulle, irte; ma c'era

d'autunno ancora qualche mazzo rosso

di bacche, e qualche fior di primavera

bianco; e sui rami nudi il pettirosso

saltava, e la lucertola il capino

mostrava tra le foglie aspre del fosso.

Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino

ventoso: ognuno manda da una balza

la sua cometa per il ciel turchino.

Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,

risale, prende il vento; ecco pian piano

tra un lungo dei fanciulli urlo s'inalza.

S'inalza; e ruba il filo dalla mano,

come un fiore che fugga su lo stelo

esile, e vada a rifiorir lontano.

S'inalza; e i piedi trepidi e l'anelo

petto del bimbo e l'avida pupilla

e il viso e il cuore, porta tutto in cielo.

Più su, più su: già come un punto brilla

lassù, lassù... Ma ecco una ventata

di sbieco, ecco uno strillo alto... - Chi strilla?

Sono le voci della camerata mia:

le conosco tutte all'improvviso,

una dolce, una acuta, una velata...

A uno a uno tutti vi ravviso,

o miei compagni! E te, sì, che abbandoni

su l'omero il pallor muto del viso.

Sì: dissi sopra te l'orazioni,

e piansi: eppur, felice te che al vento

non vedesti cader che gli aquiloni!

Tu eri tutto bianco, io mi rammento:

solo avevi del rosso nei ginocchi,

per quel nostro pregar sul pavimento.

Oh! te felice che chiudesti gli occhi

persuaso, stringendoti sul cuore

il più caro dei tuoi cari balocchi!

Oh! dolcemente, so ben io, si muore

la sua stringendo fanciullezza al petto,

come i candidi suoi pètali un fiore

ancora in boccia! O morto giovinetto,

anch'io presto verrò sotto le zolle

là dove dormi placido e soletto...

Meglio venirci ansante, roseo, molle

di sudor, come dopo una gioconda

corsa di gara per salire un colle!

Meglio venirci con la testa bionda,

che poi che fredda giacque sul guanciale,

ti pettinò co' bei capelli a onda tua madre...

adagio, per non farti male.

 

Che dire di questa poesia? Oltre ad essere indubbiamente magnifica, rievoca nella mia mente immagini della mia infanzia e del periodo in cui l'ho studiata.

Ad essa collego infatti un enorme bagaglio di ricordi personali.

la metafora delle speranze della vita si leggono in questa perfetta commistione d'effervescenza dell'ambiente primaverile e di spensierato godimento delle cose semplici e della fisicità dell'adolescenza. La prospettiva disillusa ed invernale del poeta non toglie minimamente l'emozione espressiva del quadro dipinto. Sembra di sentire il vento sulla pelle, di percepire il calore del sole e l'eccitazione dello sforzo fisico misto al divertimento.

La forza descrittiva e la gioia di vivere trasmessa rende ancor più dolorose le considerazioni del poeta sulle disillusioni che la vita riserva, fino a toglierci il ricordo di quei sapori, di quelle percezioni così belle e cariche di senso esistenziale. Più che un senso di vigliaccheria nell'affrontare il futuro, vi leggo la paura di perdere il ricordo di cose che possono veramente dare un senso all'esistenza.

 

Nuovo appuntamento: 12 Ottobre 2011 con la tematica di ERNEST HEMINGWAY.

Cancello ed Arnone –  E’ terminato con una standing ovation durata alcuni minuti  il discorso di commiato tenuto da don Antonio Buompane, che lascia la parrocchia di Cancello dopo più di 35 anni . Ma tutta la festa organizzata in suo onore ha riservato momenti di profonda commozione. La piazza antistante la chiesa intitolata a Maria Regina di Tutti i Santi ‘addossata’ al palazzo comunale, era gremitissima di fedeli tutti con gli occhi gonfi di lacrime. Il discorso nel quale don Antonio ha ringraziato tutti, dalle associazioni a tutti i collaboratori più stretti che lo hanno aiutato nella sua attività pastorale, è stato interrotto più volte dalla commozione. Commossi ricordi anche nel discorso breve tenuto dal sindaco Pasqualino Emerito, conclusosi con un “Ciao Don Antonio”. Anche il sindaco di Santa Maria La Fossa Antonio Papa non ha voluto mancare all’appuntamento, dando il benvenuto ad un concittadino. Don Antonio Buompane, originario di Santa Maria La Fossa trascorrerà i suoi anni di pensione proprio nel suo paese natio. Al suo posto l’arcivescovo mons. Bruno Schettino ha nominato l’attuale parroco di S. Maria La Fossa don Sabatino Sciorio (assente alla cerimonia). Meglio: secondo indiscrezioni l’arcivescovo aveva proposto a don Sabatino di amministrare anche la parrocchia di Cancello. A tal proposta don Sabatino ha opposto il suo rifiuto. Così nella parrocchia di S. Maria La Fossa è stato nominato don Pasquale Buompane (originario di Santa Maria La Fossa ), che, tuttavia rimarrà amministratore anche della parrocchia di Brezza. Almeno fino a nuovo ordine.

SPARANISE – Si è svolta ieri nell’aula consiliare del Municipio di Sparanise una sentita e toccante cerimonia in onore del soprintendente dei caschi bianchi Salvatore Nozzolillo che, dopo 35 anni di onorato servizio, ha smesso ieri la divisa del vigile urbano per indossare definitivamente quelli di civile in pensione. Alla cerimonia erano presenti il sindaco Mariano Sorvillo, il suo vice Giancarlo L’Arco e la presidente del consiglio comunale Antonella Lo Greco per l’amministrazione comunale, tutti i dipendenti comunali, compreso qualche vecchia conoscenza, il comandante dei vigili urbani Giovanni Fusco ed i colleghi Bruno Zona, Agostino Monfreda e Benedetto Alonso, che per l’occasione hanno donato al Nozzolillo targhe ricordo e graditi pensierini. Nel corso della cerimonia di commiato sono scese anche delle lacrime di emozione, che, come si conviene in situazioni del genere, stanno a dimostrare l’affetto e la stima di cui ha potuto godere il soprintendente Salvatore Nozzolillo nel corso dei sette lustri passati al servizio della comunità sparanisana. Il sindaco Mariano Sorvillo ha voluto ricordare l’impegno e l’umanità che il soprintendente ha sempre messo nell’adempimento del suo dovere e l’ho ringraziato per le sue doti

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CANCELLO ED ARNONE (di Matilde Maisto) – Se ne è parlato con il dottor Alessio Gallicola, alla quarta giornata del seminario della formazione politica di “generazione azzurra”.

Il dottor Gallicola ha mostrato subito di essere un abile comunicatore e con poche parole ha portato l’uditorio ad affrontare, con immediatezza, il tema centrale dell’incontro. Innanzitutto, una sostanziale differenza tra Marketing e Comunicazione:

- il Marketing (termine inglese) è un ramo della scienza economica che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell’analisi dell’interazione del mercato, degli utilizzatori con l’impresa. La sua funzione è finalizzata a favorire l’incontro fra domanda e offerta di beni o servizi e consiste in attività specifiche atte ad approfondire la conoscenza della domanda o dell’offerta (indagini, ricerche, sondaggi ecc.). In effetti l’attività dell’impresa volta a ottimizzare tutti i fattori che permettono di migliorare la commercializzazione di merci o servizi offerti, mediante la creazione, l’individuazione e lo stimolo dei bisogni dei consumatori, associata alla proposta di prodotti o servizi idonei per il soddisfacimento di tali bisogni.

- Per comunicazione, invece, in senso professionale, si intende il vasto complesso di attività lavorative che spaziano dal giornalismo, all’editoria elettronica, alla comunicazione d’impresa e al marketing, passando per la cinematografia ed altro ancora. In informatica, la comunicazione a scambio di messaggi (in inglese message pressing) è una tipologia di comunicazione tra processi che prevede che non ci siano risorse condivise (e per questo viene anche detta shared nothing, nessuna condivisione). Più precisamente la comunicazione è un processo di trasferimento e scambio bidirezionale di informazioni e delle modalità di comprensione/accettazione delle stesse. E’ un elemento cardine della Qualità Totale perché permette la condivisione dei processi di miglioramento. Tuttavia bisogna sempre tener presente che la vera comunicazione passa da cuore a cuore (cor ad cor loquitur) direttamente. Infatti è molto difficile che la mediazione giornalistica tocchi i cuori, essa è sempre “costruita” con artificio.

E’ molto importante segnalare che una campagna politica elettorale non differisce, sostanzialmente, da una campagna pubblicitaria per il lancio di un prodotto sul mercato, è necessario in entrambi i casi passare attraverso le seguenti fasi: ORGANIZZAZIONE – OBIETTIVI – STRUMENTI – COMPORTAMENTO – METODO – PAROLE CHIAVI.

Come già in precedenza segnalato, il piano tende a comunicare e rafforzare il partenariato, con modalità proattive, bidirezionali e partecipative. L’immagine si deve fondare sui processi di identificazione, memoria e adesione al progetto da parte di tutti i target di riferimento (dalla vecchietta su in montagna - alle persone giovani che vivono in città).

Il portale internet è il luogo di documentazione e discussione, partendo dalle informazioni sugli indirizzi del Piano strategico e dagli appuntamenti, incontri e meeting programmati.

Al di là di una buona comunicazione è sempre necessario prevedere un monitoraggio dei media per consentire di indirizzare e riequilibrare l’informazione.

Anche questo incontro si è rivelato molto interessante, vuoi per l’argomento trattato, che per la bravura e la semplicità del relatore che con poche parole CHIAVI, ha dato il senso e la misura di come si debba svolgere una campagna politica elettorale e come deve essere il rapporto con i media.

Prossimo incontro Venerdì 1° Luglio 2011 con il seguente tema:  “La responsabilità gestoria degli amministratori pubblici”, a cura del Prof. Avv. Domenico Crocco.

Grazzanise - Il nostro paese sta subendo un lento degrado urbanistico. Oramai le buche sono diventate elementi tipici delle nostre strade. Il manto stradale è ridotto ad una stoffa di catrame rattoppata (nel migliore dei casi) oppure ad una distesa di asfalto puntellata da piccole o grandi voragini. Ciò che preoccupa maggiormente è assistere al disfacimento di zone che pochi mesi addietro hanno ricevuto costosi interventi di manutenzione: in prossimità dell’incrocio tra via C. Battisti e Via A. Diaz si è ripresentato un inquietante avvallamento al centro della gareggiata. Proprio in quel punto,  per un presunto cedimento della sede stradale, la precedente amministrazione aveva speso centinaia di migliaia di euro, affidando ad un’impresa di fiducia l’appalto dei lavori con un ribasso esiguo: ciò avrebbe dovuto garantire una buona  esecuzione dei lavori, ed invece  il risultato sembra deludente. Almeno per quel tratto, forse, si potrebbe ricorrere alla garanzia che l’impresa è tenuta a dare per la buona esecuzione dell’ opera.

Il nostro è un monito critico finalizzato a sollecitare la maggioranza consiliare  ad agire tempestivamente per rimediare a quella che possiamo definire grottesca “EMERGENZA STRADALE”… che purtroppo non riguarda solo lo status delle strade ma anche segnaletica e semafori annessi (il pericoloso incrocio tra via C. Battisti, Oberdan e Annunciata da settimane non è regolato dai semafori).

Pretendiamo, in nome dei cittadini,  dall’amministrazione, risposte immediate e azioni concrete.

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