Il Vangelo della Domenica
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Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 

Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».

 

COMMENTO

La Parola di Dio che in questa Domenica  ci viene offerta,ci pone dinanzi ad una identità da rivelare,e una missione da compiere. L’identità è quella di Cristo. Egli in un momento di sosta del suo peregrinare,quasi in un momento  di intima confidenza,chiede agli Apostoli l’opinione che la gente ha di  lui, cosa  gli altri dicono   di lui. Le risposte sono molteplici e varie. Ma poi  Gesù restringe quasi l’area della inchiesta e chiede ai suoi discepoli cosa essi pensano di lui.                                                          Nel silenzio quasi  imbarazzante, si alza la voce di Pietro che fa la confessione a nome di  tutti e dice che  egli è”il Cristo di Dio”,e come riferisce Matteo(16,16)”Il Figlio del Dio vivente”.

Forse il popolo  non ha colto appieno la identità di Gesù,ma sembra che i discepoli,per bocca di Pietro, ora confessano  che Cristo è il Messia. E  dopo identità rivelata, ora Gesù presenta il  suo progetto di sofferenza e di morte, ma anche  proietta dinanzi agli occhi dei suoi, che egli risorgerà,  che andrà al di la della morte.

Al’identità rivelata, segue ora una  missione da compiere,cioè  come Gesù”portare la Croce ogni giorno per entrare nella salvezza” Il Messia rivelato non  indica la strada del benessere o del potere,ma la sua stessa strada:perdere la propria vita nel tempo, donarla,per ritrovarla nella eternità

L’identità  del discepolo che   ora si bacia con l’identità di vita di Cristo!

E l’Apostolo Paolo, nel brano di Lettera ai Galati, ci ricorda che  quella identità vissuta, ha provocato in noi con il Battesimo una identità nuova: siamo rivestiti di Cristo e apparteniamo a lui.                Una vita nuova che ,vissuta alla luce della Parola  del Maestro, essa non solo  ci giustifica per la vita eterna,ma produce anche la vita intorno a noi.                                                                                       Ecco l’identità vissuta che diventa missione compiuta,con dentro la possibilità di dare risposte a chiunque ci chiede di lui.

Rivestiti di Cristo,per ritrovarci nell’unità, dobbiamo porre in atto il precetto dell’amore vicendevole, che ci rende per tutti grazia e misericordia.

 

 Cristo non è un idolo a cui credere,

 o una piccola croce da portare appesa al collo,

 ma una persona, è una vita da vivere!

 

 

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