ROMA - Michele Santoro approda on line con il sito www.serviziopubblico.it ed esordisce con un lungo intervento video, intitolato '10 euro in tv', con il quale conferma la data la data del 3 novembre per la messa in onda su multipiattaforma del suo programma Comizi d'amore. On line anche la prima esclusiva del sito, l'intervista  di Francesca Fagnani a Iman Fadil, testimone nel processo Ruby. In evidenza sull'home page gli estremi per fare un bonifico, un

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Roma - "Se c'è un periodo in cui stiamo lavorando in assoluta concordia con Tremonti è questo perché abbiamo una manovra importante da fare''. Lo assicura Silvio Berlusconi arrivato alla Camera dopo il Cdm insieme al ministro dell'Economia. ''Con Giulio siamo in continuo contatto - sottolinea - Tutte le cose che ho visto scritte sui giornali in questi giorni su ira mia nei confronti di Tremonti e su uscite sue sono tutte assolutamente storie.

 

Berlusconi arriva alla Camera dopo il Cdm a braccetto proprio con il titolare di via XX settembre. Il Cavaliere esclude dunque contrasti con il suo ministro e aggiunge: ''Poi non posso certo pretendere che Tremonti abbia le stesse mie idee, ma noi siamo legati da una amicizia trentennale''. Tremonti lo interrompe e con una battuta dice: ''Abbiamo diverse idee sui soldi...''. Il Cavaliere ribadisce: ''Stiamo lavorando in continuo contatto e in assoluta concordia''.

 

La manovra per lo sviluppo "non è facile", prosegue il presidente del Consiglio. "Le manovre con i fichi secchi non si possono fare altrimenti anche altri governi avrebbero assunto determinazioni", sottolinea ribadendo che la condizione italiana è comune a molti paesi: "Non c'è governo al mondo" che stia riuscendo a rilanciare la crescita e, in particolare l'Italia "soffre degli handicap del passato: il debito, il gap infrastrutturale, la burocrazia".

Quanto a chi chiede un passo indietro del governo, il premier dice: "Ci fanno ridere. Perché un altro governo cosa farebbe?". Ad alcuni parlamentari del Pdl il premier si è detto dunque determinato ad andare avanti fino al 2013 salvo imprevisti e completare la legislatura, perché bisogna attuare il programma elettorale e realizzare le riforme promesse alla gente.

 

Su Bankitalia, assicura Berlusconi, il nuovo governatore verrà scelto entro il 1 novembre, ovvero entro la data in cui Mario Draghi assumerà l'incarico di presidente della Bce. "La scelta del Governatore di Bankitalia è una prerogativa del presidente del Consiglio", assicura.

 

Poi attacca nuovamente la magistratura in cui "ci sono schegge impazzite che puntano all'eversione". Conversando con i giornalisti in Transatlantico il Cavaliere punta il dito su certi pm: "Guardate quello che sta succedendo a me: l'inchiesta di Napoli, il fatto che il nostro deputato Papa sia ancora in carcere... non è forse uno scandalo tutto questo?". Dunque, "la mia frase sulle schegge impazzite sono delle parole gentili" rispetto alla situazione attuale. "Nella gisutizia penale - insiste il premier - ci sono addirittura schegge impazzite che puntano all'eversione. Mi riferisco, a tutto quello che mi è successo dopo l'estate a me senza contare quanto accaduto al nostro deputato Papa. E' uno scandalo".

 

Sull'uscita di Fiat da Confindustria: "Non voglio dare giudizi sulla decisione dell'ad Sergio Marchionne di far uscire il Lingotto da Confindustria". Quando gli hanno chiesto un commento alle parole di Marchionne secondo il quale viale dell'Astronomia fa troppa politica il premier replica: "La testa ce l'avete anche voi...".

 

Parlando con alcuni parlamentari del Pdl alla Camera, Berlusconi sarebbe intervenuto anche sul ddl intercettazioni dicendo che bisogna andare avanti con le riforme, a cominciare da quelle sulla giustizia, con particolare riferimento al ddl sulle intercettazioni. Ormai nessuno vuole parlare con me al telefono, perché ha paura di essere intercettato e per questo l'agenda dei mie appuntamenti si è triplicata. Non so come fare, io sono solo..., avrebbe confidato lamentandosi appunto della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche che lo riguardano.

 

E il Pdl potrebbe cambiare nome in vista del progetto politico di una 'casa dei moderati' nel solco del Ppe. Alcuni mi dicono di chiamarlo Partito popolare, ma quello c'è già in Italia, siamo noi..., avrebbe sottolineato il presidente del Consiglio che poi - come riferirto da alcuni deputati pidiellini - avrebbe scherzato suggerendo un nuovo nome del suo partito: io lo chiamerei Forza gnocca.... (Adnkronos)

 

Roma - La Corte Costituzionale ha dato il via libera al quesito referendario sul nucleare, cosi' come riformulato dalla Cassazione.La decisione dei giudici costituzionali, riuniti da questa mattina dalle 9;30 in camera di consiglio, è stata dunque molto rapida, così come aveva promesso ieri il nuovo presidente della Corte Costituzionale Alfonso Quaranta, che a tal proposito aveva anche anticipato un suo personale punto di vista, ritenendo che la Consulta non avesse il potere di bloccare un referendum. Il quesito referendario sul nucleare "è connotato da una matrice razionalmente unitaria e possiede i necessari requisiti di chiarezza, omogeneità ed univocità'' spiega la Corte Costituzionale. Il "quesito in esame -viene rilevato- mira a realizzare un effetto di mera ablazione della nuova disciplina, in vista del chiaro ed univoco risultato normativo di non consentire l'inclusione dell'energia nucleare fra le norme di produzione energetica, fermo restando, ovviamente che spetta al legislatore e al governo, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, di fissare le modalità di adozione della strategia energetica nazionale, nel rispetto dell'esito della consultazione referendaria". Inoltre, la Consulta fa notare che "le disposizioni di cui si propone l'abrogazione (commi 1 e 8 dell'art. 5) risultano unite da una medesima finalità: quella di essere strumentali a consentire, sia pure all'esito di ulteriori evidenze scientifiche sui profili relativi alla sicurezza nucleare e tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore, di adottare una strategia energetica nazionale che non escluda espressamente l'utilizzazione di energia nucleare, ciò in contraddizione con l'intento perseguito dall'originaria richiesta referendaria", in particolare, segnala la Consulta, "attraverso l'abrogazione dell'art. 3 del d.lgsl. 31 del 2010". La seduta della camera di consiglio è durata complessivamente poco più di tre ore. La prima ora ha riguardato l'audizione delle parti: al palazzo della Consulta erano intervenuti il costituzionalista Alessandro Pace per Italia dei Valori, l'avvocato Gianluigi Pellegrino per il Partito democratico, l'avvocato dello Stato Maurizio Fiorilli su invito del governo nonché rappresentati legali dell'associazione ambientalista WWF-Italia e del movimento ecologista Fare Ambiente, i primi 'ad adiuvandum', l'ultimo 'ad opponendum'. Agli elettori che si recheranno alle urne domenica 12 e lunedì 13 giugno, saranno dunque consegnate quattro schede: oltre alle due relative all'acqua pubblica e a quella sul legittimo impedimento, anche la scheda riguardante "L'abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare". ''Dopo quest'ultima lezione giuridica e di civiltà, ci auguriamo che il governo la smetta di frapporre bastoni tra le ruote del referendum sul nucleare. Ricordiamo che votare è un diritto e un dovere dei cittadini previsto dalla Costituzione", ha dichiarato il leader di Idv Antonio Di Pietro. ''Lasciamo, quindi, che siano loro a decidere sul proprio futuro, specie su una materia così delicata, come quella della costruzione di centrali nucleari sul nostro territorio, che interessa tutti i cittadini, anche coloro che hanno votato, e ancora vogliono votare, a favore di questo governo. Proprio per rispetto di questi, l'Italia dei Valori, che in perfetta solitudine ha raccolto due milioni di firme ed è stata promotrice del referendum, rinuncia a qualsiasi pretesa di primogenitura'', spiega. ''E invita tutti i cittadini a votare serenamente, e secondo coscienza, senza preoccuparsi se il loro voto possa incidere sulla tenuta di questo governo'', conclude Di Pietro. ''Dalla Consulta arriva l'ennesimo e definitivo stop alle pretese di un governo che con una mano lascia libertà di voto e con l'altra cerca con ogni mezzo di sabotare il referendum. Ora la parola passa ai cittadini''. Lo sostengono in un comunicato le oltre 80 associazioni del Comitato 'Vota Sì per fermare il nucleare'. ''Dopo i dubbi strumentali avanzati dai nuclearisti sul nuovo quesito - afferma il Comitato - oggi si compie un altro decisivo passo verso il quorum: adesso pretendiamo che l'informazione pubblica e quella privata facciano sapere ai cittadini che domenica e lunedì, coi quesiti su acqua e nucleare, si decide della loro sicurezza e del loro futuro''. - (Adnkronos)

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