ROMA - Lunedì prossimo arriverà la manovra in Cdm. Lo ha confermato il premier Mario Monti. La manovra sarà orientata a "rigore, crescita ed equità".  Il governo intende "introdurre" già nei provvedimenti di lunedì"riforme strutturali", spiega il premier ,l'obiettivo è "la riduzione del disavanzo pubblico". Le ulteriori "''misure strutturali" del governo saranno "disegnate in modo da avere effetti di riduzione del disavanzo già nel breve termine", in modo da essere sicuri anche in caso di peggioramento del ciclo sia assicurato l'obiettivo del pareggio bilancio.  "'Agiremo per vedere l'Italia in modo più possibile incisivo nel

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Roma- Napoletano, 56 anni, laurea in giurisprudenza all'università Federico II di Napoli. E' Filippo Patroni Griffi, il nuovo ministro della Pubblica amministrazione.

Vittorio Grilli è stato nominato dal Cdm viceministro all'Economia. Milanese, 54 anni, laureato alla Bocconi, è cresciuto nel gruppo di giovani e brillanti collaboratori di Mario Draghi (quando il governatore di Bankitalita ricopriva l'incarico di direttore generale del Tesoro): da quasi un ventennio occupa le stanze di via XX settembre.

La lista è stata messa a punto in un Consiglio dei ministri-lampo, durato circa 20 minuti dopo essere iniziato con un'ora e mezza di ritardo. "Rispetto al precedente esecutivo il numero complessivo dei sottosegretari diminuisce da 40 a 28, di cui 4 presso la presidenza del Consiglio", rende noto palazzo Chigi.

Viceministri sono stati nominati anche Michel Martone (Welfare) e Mario Ciaccia (Sviluppo economico).

E' dunque formata da 28 persone la squadra del sottogoverno, tra sottosegretari e viceministri. Ecco i nomi: alla presidenza del Consiglio; Rapporti con il Parlamento, Giampaolo D'Andrea e Antonio Malaschini; Editoria, Carlo Malinconico; Informazione e Comunicazione, Paolo Peluffo. Agli Affari esteri, Marta Dassù e Staffan de Mistura. All'Interno, Carlo De Stefano, Giovanni Ferrara, Saverio Ruperto. Alla Giustizia, Salvatore Mazzamuto e Andrea Zoppini. Alla Difesa, Filippo Milone e Gianluigi Magri. All'Economia e Finanze, Vittorio Grilli (Vice Ministro), Vieri Ceriani e Gianfranco Polillo. Allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti e Massimo Vari. Alle Politiche agricole alimentari e forestali, Francesco Braga. All'Ambiente, tutela del territorio e del mare, Tullio Fanelli. All'Infrastrutture e trasporti, Mario Ciaccia (Vice Ministro) e Guido Improta. Al Lavoro e alle Politiche sociali, Michel Martone (Vice Ministro) e Cecilia Guerra. Alla Salute, Adelfio Elio Cardinale. All'Istruzione, Università e Ricerca, Elena Ugolini e Marco Rossi Doria. Ai Beni e Attività culturali, Roberto Cecchi.

Il giuramento dei nuovi sottosegretari si terrà domani alle 10, a Palazzo Chigi. Alla cerimonia saranno presenti il presidente del Consiglio Mario Monti, il sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà e il segretario generale di Palazzo Chigi, Manlio Strano. (Adnkronos)

(Enzo Toscano) - La “Magna Carta”  (Magna Charta Libertatum) era un documento, scritto in latino, che il re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra (triste presagio il suo nome …) intorno al mille200 fu costretto a concedere ai Signorotti, e che trattava di legislazione prettamente di natura economica. Questa “Magna Carta” oggi viene sempre ripresa, quasi sempre a sproposito, per indicare delle imprescindibili  necessità in campo economico, senza invece vedere in essa quel

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Roma –  E' Ignazio Visco il nome che sarà proposto al Consiglio Superiore per la nomina a Governatore della Banca d'Italia.

Il premier Silvio Berlusconi ha inviato una lettera al dottor Paolo Blasi, componente anziano del Consiglio superiore dalla Banca d'Italia, "con la richiesta di sottoporre al parere del Consiglio stesso la designazione del dottor Ignazio Visco a governatore della Banca d'Italia". E' quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. "Contestualmente -continua il comunicato- il premier ha informato il governatore Draghi. Il dottor Visco è attualmente vicedirettore della banca d'Italia''.

"Una soluzione positiva" per uno dei membri del Consiglio superiore di Bankitalia. La linea tenuta, si fa notare da via Nazionale, "è quella della continuità e dell'autonomia". Visco, evidenzia il consigliere, "ha una grande esperienza internazione e una forte capacità di analisi".

Nessun commento ufficiale per ora dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, alla notizia dell'indicazione del nuovo governatore di Bankitalia, ma in via XX Settembre si fa notare l'ottimo rapporto personale e professionale tra il ministro Tremonti e Visco. I due hanno lavorato insieme anche all'ultimo G20 di Parigi, seduti accanto durante la cena di gala.

Scalzato Lorenzo Bini Smaghi il cui nome era ricorso con più insistenza per tutta la giornata. Ma l'opzione non sembrava trovare il consenso sperato ed era salito di ora in ora il pressing per una soluzione interna alla Banca d'Italia: la prima, la più naturale, era quella del direttore generale ; le altre due ipotesi vertevano, appunto sui vice direttori Ignazio Visco e, outsider dell'ultim'ora, di Anna Maria Tarantola. (Adnkronos)

Roma - Le "banche preparano un piano di emergenza per il crollo dell'euro". E' questo lo scenario descritto in un editoriale di The New York Times. "Al crescente coro di osservatori che teme che il crollo dell'eurozona sia a portata di mano, Angela Merkel ha risposto a chiare lettere: è uno scenario che non potra' mai verificarsi. Ma alcune banche non ne sono più così sicure" si legge nell'editoriale. "In particolare -continua- perche' la crisi del debito sovrano ha minacciato di investire la stessa Germania questa settimana, quando gli investitori hanno iniziato a mettere in dubbio il rango di principale pilastro della stabilita' europea del Paese".

"Ieri, Standard & Poor's -ricorda Nyt- ha ridimensionato il rating del Belgio da AA+ ad AA, evidenziandone l'impossibilita' di ridurre in tempi rapidi il fardello del debito. Le agenzie di rating hanno inoltre avvertito che la Francia potrebbe perdere il suo rating AAA se le proporzioni della crisi aumentassero. Giovedi' erano inoltre stati abbassati i rating di Portogallo e Ungheria, accostati a spazzatura. Mentre i leader europei sostengono che non ci sia ancora bisogno di approntare un piano B, alcune delle principali banche mondiali, ed i loro supervisori, stanno predisponendo proprio questo".

"Non possiamo essere, e non lo siamo, compiacenti su questo fronte", ha affermato Andrew Bailey, funzionario dell'Autorita' dei Servizi Finanziari della Gran Bretagna. "Non dobbiamo ignorare la prospettiva di un allontanamento disordinato di alcuni Paesi dall'eurozona" ha aggiunto.

"Banche come Merrill Lynch, Barclays Capital e Nomura -continua l'editoriale de The New York Times- hanno diffuso una cascata di rapporti questa settimana che esaminano la possibilita' di un crollo dell'eurozona". "La crisi finanziaria dell'eurozona e' entrata in una fase ben piu' pericolosa" hanno scritto venerdi' gli analisti della Nomura. "A meno che la Banca Centrale Europea intervenga per aiutare dove i politici hanno fallito, un collasso dell'euro al momento sembra piu' probabile che possibile" ha detto la banca.

"I principali istituti finanziari britannici, come Royal Bank of Scotland, stanno predisponendo piani di emergenza nel caso l'impensabile viri verso la realta', hanno indicato i loro supervisori giovedi'" riporta ancora l'editoriale di Nyt. "Le authority degli Stati Uniti -continua ancora l'editoriale- stanno incalzando le banche americane come Citigroup ed altri istituti, a ridurre l'esposizione verso l'eurozona. In Asia, le autorita' di Hong Kong hanno intensificato il monitoraggio dell'esposizione delle banche straniere e nazionali alla luce della crisi europea".

"Ma le banche dei grandi paesi dell'eurozona che solo recentemente sono stati infettati dalla crisi non sembrano essere cosi' agitate. Banche in Francia e Italia in particolare, -si legge ancora nell'editoriale de The New York Times- non starebbero creando piani di backup, affermano i banchieri, per la semplice ragione che essi hanno concluso che e' impossibile che l'euro possa crollare. Sebbene banche come Bnp Paribas, Societe' Generale, UniCredit ed altre hanno recentemente scaricato decine di miliardi di euro di debito sovrano europeo, il pensiero e' che ci sono pochi motivi per fare di piu'". "Mentre negli Stati Uniti vi e' chiaramente una visione che l'Europa puo' naufragare, qui, crediamo che l'Europa deve rimanere cosi' com'e'" ha detto un banchiere francese, riassumendo il pensiero delle banche francesi.

"Cosi' nessuno dice, 'Abbiamo bisogno di un ripiego'" ha detto il banchiere, che non era autorizzato a parlare pubblicamente". "Quando Intesa Sanpaolo, la seconda banca piu' grande d'Italia, ha valutato diverse situazioni in preparazione per il suo piano strategico 2011-13 a marzo scorso, nessuna -continua l'editoriale- si basava sul possibile crollo dell'euro", e "anche se la situazione si e' evoluta, non abbiamo rivisto il nostro scenario per tenere conto di questo" ha detto Andrea Beltratti, presidente del consiglio di amministrazione della banca" si legge ancora su The New York Times. "Mr. Beltratti -prosegue il giornale- ha detto che le banche sarebbero le 'prime del branco' in caso di nervosismo crescente sull'euro, e che Intesa Sanpaolo e' stata "molto attenta" dal punto di vista della liquidita' e del capitale. Nella tarda primavera, la banca ha alzato il suo capitale da cinque miliardi di euro, uno dei maggiori incrementi in Europa".

"Mr. Beltratti -riferisce ancora l'editoriale- ha detto che l'Italia, come l'Unione europea, potrebbe adottare una serie di misure politiche che potrebbero tenere a bada la crisi della moneta unica. Io certamente mi sentivo piu' sicuro pochi mesi fa, ma mi sento ancora ottimista". "I leader europei di questa settimana hanno dichiarato di essere piu' determinati che mai a mantenere la moneta unica in vita, specialmente con le elezioni piu' importanti che si profilano in Francia l'anno prossimo ed in Germania nel 2013. Se non altro, -conclude l'editoriale- la signora Merkel ha detto che avrebbe raddoppiato i suoi sforzi per spingere l'Unione verso una maggiore unita' fiscale e politica".

Duro il commento dell'economista Giacomo Vaciago: "Il New York Times non spaventi il prossimo" e se è vero, dice all'Adnkronos che "non ho mai visto una crisi così grave, seria, che da anni va avanti producendo milioni di disoccupati, allora prendiamo in mano i problemi concreti e diciamo basta alla fantascienza monetaria".

L'esponente di Fli Mario Baldassarri spera "che lo scenario avanzato dal New York Times rimanga nel girone delle follie dell'umanita', ma se le leadership politiche non governeranno i fenomeni economico-finanziari allora si corre davvero il rischio che i terremoti accadano". All'Adnkronos l'economista avverte: "E' assurdo e paradossale" che possa crollare l'eurozona, ribadisce l'ex Vice ministro dell'Economia, ma per scongiurare tutto cio', "serve un governo forte, una leadership forte". Il problema per Baldassarri "e' allora capire quando l'euro e' forte e quando non lo e'". (Adnkronos)

Roma - Mercati finanziari nella bufera dopo la decisione del governo Greco di indire un referendum sulle misure anticrisi. La decisione del primo ministro George Papandreou ha letteralmente gettato nel panico i mercati tanto che l'agenzia di rating Fitch ha previsto un aumento del rischio default non pilotato greco con la conseguente uscita del paese dalla zona dell'euro. Nel frattempo anche Wall Street sta girando negativa con il Dow Jones che segna un calo del 2,40%. In tutto questo Milano si è dimostrata maglia nera dei listini, chiudendo con un pesante -6,80%, peggior risultato da tre anni a questa parte, trascinata dai titoli bancari, mentre lo spread con i titoli di stato tedeschi ha toccato un
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Roma - ''Sarebbe necessaria una riflessione sull'opportunità di reintrodurre l'abitazione principale fra gli immobili soggetti a imposta, in particolare all'Ici''. Così il capo ricerca economica di Bankitalia, Daniele Franco, nel corso dell'audizione sul ddl delega per la riforma fiscale in commissione Finanze al Senato, insieme a Vieri Ceriani, responsabile per le questioni tributarie dell'Istituto.

Quanto alla ''pressione fiscale è elevata e crescerà ulteriormente nei prossimi anni''. Pressione fiscale che, spiega Bankitalia, ''è elevata sia nel confronto storico sia in quello internazionale. Nel prossimo triennio è destinata a crescere ulteriormente per effetto delle misure di aumento delle entrate incluse nei provvedimenti di consolidamento dei conti pubblici approvati nel corso dell'estate''. Dopo essere rimasta sostanzialmente stabile nella prima parte dello scorso decennio, ricorda palazzo Koch, è aumentata nel biennio 2006-07 per effetto principalmente di misure discrezionali. Nel 2008-09 è rimasta stabile intorno al 43%. Nel 2010 è leggermente scesa (al 42,6") per il venire meno di alcune entrate straordinarie in conto capitale; resta prossima ai livelli massimi del dopoguerra.

E il peso della tassazione "è elevato, soprattutto sul lavoro''. Nel 2010 la pressione fiscale, ricorda Bankitalia, è stata in Italia superiore di quasi 3 punti a quella media degli altri Paesi dell'area dell'euro e di 5,5 punti a quella registrata nel Regno Unito. Il divario tra l'Italia e gli altri paesi dell'area ''si è aperto nel 2006 e si è ampliato sul finire del decennio scorso''. Nel contesto europeo, le aliquote di tassazione italiane ''si collocano generalmente nella fascia alta''. Lo scostamento rispetto agli altri Paesi, sottolinea palazzo Koch, ''è particolarmente rilevante se si considera il peso della tassazione sui redditi delle persone fisiche''.

I dati dell'Ocse relativi al 2010 per alcune figure tipo evidenziano come per un contribuente celibe senza carichi di famiglia con un reddito pari a quello medio di un lavoratore dell'industria il cuneo fiscale sul lavoro risulti di oltre 5 punti superiore a quello medio degli altri paesi dell'area dell'euro. Nello scorso decennio questo differenziale, sottolinea Franco, è stato in media leggermente inferiore (4,1 punti). Per un lavoratore con coniuge e due figli a carico il divario è stato ancora più ampio: 7,3 punti (5,9 nella media del decennio scorso). Indicazioni analoghe emergono dall'analisi delle aliquote implicite sui redditi complessivi da lavoro, date dal rapporto fra il gettito fiscale e contributivo a carico di lavoratori e datori di lavoro e la massa retributiva. Nel 2009 il differenziale tra l'Italia e la media degli altri paesi dell'area dell'euro e' stato di quasi 10 punti percentuali. (Adnkronos)

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