Santa Margherita Ligure  - Quest'Italia e' "contro i giovani" ma non bisogna arrendersi ed e' necessario alzare la testa: penalizzando le giovani generazioni non si porta' ottenere "una robusta crescita economica". E' il messaggio lanciato dal presidente dei Giovani Imprenditori, Jacopo Morelli in apertura del 41esimo convegno di Santa Margherita Ligure.
"L'Italia non e' un Paese per giovani, ma l'obiettivo e' diventarlo", ha spiegato, perche' "nulla e' piu' irresponsabile che sprecare una generazione". "Non ci arrendiamo - ha detto Morelli - a un Paese che non e', e non sembra voler diventare, un Paese per giovani. Non ci arrendiamo dinanzi alle difficolta' e non ci rassegniamo, perche' abbiamo le capacita' per affrontare e vincere le grandi battaglie di un mondo globale". Oggi, ha proseguito Morelli, "continuando a penalizzare le nuove generazioni, le loro forze, i loro talenti, sara' impossibile ottenere una robusta crescita economica, condizione indispensabile per garantire un avvenire sereno all'intera nazione".
Morelli invita la politica a intervenire: "E' necessario rimuovere gli ostacoli, innovare, interpretare la velocita' con cui il mondo cambia: sono interventi da porre al centro dell'agire civile e della politica".
La grande questione dell'Italia di oggi, ha detto ancora, "e' avere i giovani come i veri protagonisti. Stiamo sacrificando, sull'altare dei diritti acquisiti, i diritti delle nuove generazioni: un lavoro meglio remunerato, un'istruzione al passo con i tempi, una prospettiva di crescita personale e professionale. Stiamo difendendo disparita' di trattamento, non giustificabili ne' sul piano etico, ne' su quello dell'efficienza e della competitivita', dimenticando gli equilibri tra le generazioni e lo scambio, consapevole, dall'una all'altra".
Confindustria chiede, in concreto, di abbassare le tasse ai giovani: "Meno tasse significa piu' risorse disponibili, per consumare o per risparmiare. E' cosi', anche, che si risponde all'ansia di chi deve, in autonomia, costruire il proprio futuro. Un nostro laureato, fra i 25 e i 34 anni, guadagna l'80% della media della retribuzione dei laureati nel loro complesso: nei paesi Ocse e' il 90%, nel Regno Unito siamo al 96%". La realta', sottolinea Morelli, "non sta migliorando. La disoccupazione giovanile e' in crescita: la crisi ha penalizzato i piu' giovani. In Italia per ogni 5 disoccupati, 4 sono giovani, contro 1,4 in Germania e 2,4 nell'area euro".
E' impossibile, aggiunge, "ignorare questi aspetti, mentre e' allo studio una riforma fiscale. Cosi' come deve esserci spazio per una riduzione delle aliquote a vantaggio delle donne occupate.
Sarebbe una scommessa vincente puntare sulla capacita' e sul coraggio delle donne"(Asca)

Venezia – Sergio Marchionne, nell’ambito del workshop 2011 del Consiglio per le Relazioni Italia Usa, ha ribadito che il quartier generale della FIAT non sarà spostato a Detroit.
Per quanto riguarda la sede legale, ha soggiunto il top manager della società torinese, "non è cambiato niente. Il problema non è sulla mia scrivania". Non è "prioritaria" quest'anno nemmeno la fusione tra Fiat e Chrysler. "La vera questione - ha dichiarato Marchionne - è lavorare sulla leadership e l'integrazione. Abbiamo intenzione di fare dei cambiamenti a breve: sarà un estate molto impegnativa".
Marchionne ha altresì ribadito che l’Italia "deve cambiare atteggiamento. E, facendo riferimento alla sua visita, insieme a Obama, allo stabilimento Chrysler di Toledo, in Ohio, ha fatto notare come “la gente ringraziava per quello che è stato fatto invece di insultare". Parole, queste, cui fa eco il presidente Fiat, John Elkann, secondo il quale "l'effetto sull'Italia non può che essere positivo. Al contrario la presenza Fiat in Italia non si ridimensionerà, anzi. L'investimento di Mirafiori non si sarebbe potuto fare senza le nuove prospettive".
Marchionne ha poi spiegato che "se sarà raggiunto un accordo con il fondo Veba non sarà necessaria l'Ipo su Chrysler". E che la Fiat "ha offerto giovedì scorso 125 mln di dollari per la quota di Chrysler" al governo canadese. "Si tratta dell'1,7 per cento della quota nella casa automobilistica americana".

Roma - Stop ai tagli e alla chiusura dei cantieri. Fincantieri fa marcia indietro e ritira il piano 'lacrime e sangue' che prevedeva 2.551 esuberi e il fermo degli stabilimenti di Castellammare di Stabia e di Sestri Ponente, oltre al ridimensionamento di quello Riva Trigoso.
Pochi minuti dopo le 13, nel corso del vertice tra Governo, azienda e sindacati, convocato dal ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani, è arrivato l'annuncio dell'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono: ''Ritiro il piano e spero si possano così esorcizzare le tensioni''.
Il piano "non era frutto di un'improvvisazione, ma di una riflessione approfondita". Tuttavia, "il ritiro ha lo scopo di restituire serenità e razionalità", ha spiegato più tardi Fincantieri in una nota. L'azienda, infatti, spiega che la vicenda così complessa "non può essere affrontata con la pur comprensibile emotività del momento".
Il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani , da parte sua, ha ribadito che ''senza soluzioni condivise non si procederà alla chiusura di alcun cantiere". "Abbiamo avuto un incontro positivo con azienda e sindacati", ha riferito il ministro. "C'è sicuramente una situazione di grave crisi della cantieristica mondiale e c'è - ha sottolineato - l'esigenza di valorizzare e ottimizzare una grande filiera industriale quale è la cantieristica". "A fronte di una presentazione di un piano - ha proseguito Romani - che prevedeva la riduzione degli stabilimenti di Sestri Ponente e Castellammare di Stabia, oggi l'azienda ha dichiarato la volontà di ritirare quel piano. Il governo ha preso atto ed ha apprezzato questa decisione". L'obiettivo, ha spiegato Romani, è quello di "puntare a valorizzare le risorse e ottimizzare la parte industriale guardando alla possibilità di aprire a nuovi mercati".
Ora, ha riferito Romani, si apriranno due tavoli regionali: "Uno in Liguria e uno in Campania. La settimana prossima verrà firmato un accordo di programma con la Liguria per il ribaltamento a mare a Sestri Ponente per 280 milioni. Per Castellammare si aprirà un tavolo regionale per l'ipotesi di ristrutturazione". Per Romani, questo percorso negoziale avviato consentirà di arrivare a soluzioni nei prossimi mesi. "Ritengo - ha detto - che nei prossimi mesi si troveranno soluzioni compatibili con livelli occupazionali adeguati per gli stabilimenti".
''Il ritiro del piano industriale da parte di Fincantieri è un primo importante risultato della mobilitazione dei lavoratori'', ha osservato il leader della Fiom Maurizio Landini, tra le delegazioni sindacali presenti all'incontro. ''In questo modo si scongiura il rischio di perdere migliaia di posti di lavoro - ha aggiunto - ma ora l'impegno del governo, in questa vertenza, deve crescere sia per quel che riguarda gli investimenti diretti sia per quel che riguarda un'azione di stimolo per un intervento dell'Unione europea''.
Per il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, ''siamo cautamente soddisfatti, ora la cosa più importante è non abbassare la guardia''. Il segretario confederale della Cgil Vincenzo Scudiere richiama tutti alle proprie responsabilità ''in primis il governo che deve fare la sua parte alla ricerca di soluzioni che non prevedano alcuna chiusura di siti e nemmeno un licenziamento''.
Per il segretario generale della Fim Cisl Giuseppe Farina, ''l'impegno del governo e degli amministratori locali unito ad un rinnovato impegno dell'azienda e del sindacato potrà ora dimostrare che il piano era sbagliato perché rinunciatario circa le possibilità di difendere l'intera struttura industriale del gruppo''.
I lavoratori di Fincantieri, che presidiavano da questa mattina l'ingresso del ministero dello Sviluppo economico in viale Boston all'Eur, hanno accolto con un lungo applauso la notizia del ritiro del piano industriale. C'è stato anche un fuori programma del ministro Romani al termine dell'incontro. Mentre si accingeva a lasciare la sede del dicastero, ha raccolto l'invito dei lavoratori e ha impugnato un megafono per spiegare i termini dell'accordo. Gli operai di Fincantieri hanno ascoltato con attenzione le parole di Romani e l'hanno poi applaudito invitandolo a continuare a lavorare così anche con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Un corteo di circa 1.400 era invece partito da Ostiense diretto al Colosseo e poi bloccato dalle forze dell'ordine a Via S. Gregorio, poco prima dell'arco di Costantino. Anche qui applausi e urla, sommersi dal suono di mille fischietti, hanno accolto la notizia del ritiro del piano industriale.
A sfilare anche il sindaco di Genova Marta Vincenzi che ha espresso ''grande soddisfazione, contentezza'' per il ritiro del piano. Vincenzi in mattinata ha incontrato il ministro dello Sviluppo Economico. (Adnkronos)

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