Parigi - Un'esplosione si è verificata in un impianto di trattamento per i rifiuti radioattivi in Francia, con il rischio di una fuga radioattiva. L'incidente è avvenuto nella città di Codolet (Gard), in prossimità del centro nucleare di Marcoule, nel sud della Francia. L'installazione è la Centraco, filiale di EDF. L'incendio scoppiato verso le 12.15 è stato spento dai vigili del fuoco luogo dopo circa un'ora.

Al momento ci sarebbero 1 morto e 4 feriti, uno dei quali è in gravi condizioni. Nella zona è stata istituita un'area di sicurezza. Al momento non si è verificata nessuna fuoriuscita radioattiva, ha detto il portavoce del Commissariato per l'energia atomica (CEA).

In seguito all'incidente l'Autorità per la Sicurezza Nucleare francese, l'Asn, ha attivato a Parigi il suo centro di emergenza. L'Autorità, che è in contatto permanente con la prefettura del Gard, ha inviato degli ispettori alla prefettura e all'impianto.

Secondo le prime informazioni, si legge nella nota dell'Asn che conferma che non c'e' ''fuoriuscita radioattiva'', ''si tratta di un'esplosione in un forno per la fusione del metallo di rifiuti radioattivi a bassa e molto bassa attivita'''.

Centraco, la società gestita da Socodei che è controllata a sua volta da Edf, sottolinea l'Asn, ha ''avviato il suo piano di emergenza interno in conformita' con le procedure previste''. (Adnkronos/Ign)

Forse si avvicina la fine definitiva del regime di Gheddafi. Una fine negoziata. Il colonnello, secondo quanto affermato dal suo portavoce Moussa Ibrahim, nel corso di una telefonata alla redazione dell'Associated Press di New York, sarebbe disponibile ad affidare al figlio Al-Saadi il compito di negoziare con i rivoltosi la formazione di un governo di transizione. La notizia viene riportata anche dalla Tv araba Al-Jazeera. Si potrebbe in tal modo scongiurare altre vittime dall’una e dall’altra parte del conflitto.

 

Quattro giornalisti italiani: Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcinaica del Corriere della Sera, Domenico Quirico de La Stampa e Claudio Monici inviato di Avvenire, sono stati raiti in Libia.

 

Il rapimento sarebbe avvenuto a Zawiya, una città che dista 50 km da Tripoli. Il loro autista sarebbe stato ucciso. Claudio Monici di Avvenire sarebbe riuscito a mettersi in contatto con il giornale con un telefono satellitare del proprietario della casa dove sono stati portati dopo essere stati malmenati e spogliati dei loro cellulari.

 

Il gruppo di rapitori sarebbero stati civili. Successivamente i quattro giornalisti sarebbero stati consegnati ai miliziani fedeli al colonnello Gheddafi.

 

La situazione, molto critica, è seguita minuto per minuto dall’Unità di crisi predisposta dal nostro ministero degli Affari Esteri.

 

 

 

Tripoli – I ribelli hanno in pugno quasi totalmente la città di Tripoli, ma le forze lealiste ancora oppongono resistenza, Intanto Gheddafi continua a restare uccel di bosco, sto che si rincorrono voci discordanti. Il pentagono sostiene sia ancora in Libia.  A renderlo noto in serata è stato un portavoce del dipartimento della Difesa americano, Dave Lapan, precisando che anche che gli Stati Uniti non hanno piani per l'eventuale invio di truppe di terra in Libia. A rendere ancora più fitto il mistero anche la diffusione di un messaggio audio. “Nessuno sa dove si trova Muammar Gheddafi”, ha detto in un'intervista alla tv al-Arabiya il leader del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) di Bengasi, Mustafa Abdel Jalil. “Speriamo che sia catturato vivo in modo che possa essere sottoposto a un giusto processo attraverso il quale il mondo conoscerà la sua terribile dittatura”, ha aggiunto. “Avrà un processo giusto, ma non so come potrà difendersi, dopo le crudeltà commesse contro il suo popolo”. La Libia del dopo-Gheddafi, annuncia Jalil, avrà “relazioni speciali con i Paesi che hanno sostenuto (la rivoluzione, ndr) dal suo inizio”.

Elisabetta Rosaspina, Giuseppe Sarcina, Domenico Quirico e Claudio Monici  sono stati liberati con un blitz a seguito di un blitz. I quattro giornalisti italiani appena liberati a Tripoli sono arrivati all'Hotel Corinthia. Lo riferisce l'inviato in Libia di SkyTg24. "Sono vivo, vegeto e libero": sono state le prime parole di Domenico Quirico, che si e' messo in contatto con la redazione de La Stampa da Tripoli. "Adesso sto bene, fino a un'ora fa pensavo di essere morto". "Ci hanno salvato due libici, due ragazzi a cui dobbiamo tutto. Due giovani che in teoria non stavano dalla parte giusta" ha raccontato Quirico con una telefonata alla redazione del giornale.



Le truppe dei rivoltosi sono entrate nella residenza bunker di Gheddafi all'interno del compound di Bab al-Aziziya, a Tripoli, ma nessuna traccia né del Colonnello né dei membri della sua famiglia.

L’occasione è stata festeggiata come una vittoria finale: gli insorti hanno issato sulla residenza di Gheddafi la loro bandiera.

Il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) di Bengasi, Mustafa Abdel Jalil, tuttavia ha precisato che ''è prematuro dire che la guerra a Tripoli e' finita''. Jalil ha detto,infatti, che i ribelli stanno ''controllando il compound di Muammar Gheddafi'' a Bab al-Aziziya, a Tripoli, ''alla ricerca del colonnello''. ''Ora con Gheddafi sono rimasti solo i mercenari'', ha aggiunto Jalil, sottolineando come sia da escludere l'ipotesi che il colonnello abbia appoggi tra la popolazione. ''La fine dei giorni di Gheddafi arrivera' - ha concluso - solo quando il colonnello sara' arrestato''.

Stessa posizione di cautela hanno assunto sia la Nato che gli Usa, che hanno escluso l’invio anche in futuro di truppe di terra ma rendendosi disponibili a rimanere a fianco dei rivoltosi.

Sul futuro dei rapporti Italia – Libia, si registra una dichiarazione del governo di transizione che ha dichiarato che tutti i contratti con le società Italiane saranno onorati. Il che rassicura senz’altro le imprese italiane (prima fra tutte l’Eni), e  tranquillizza sul fronte dei livelli di forniture di greggio all’Italia.

(AGI) - Tripoli, 21 ago. - Il cerchio si stringe attorno aMuammar Gheddafi. I ribelli sono penetrati a Tripoli e secondo al Jazira l'avanguardia si trova nella piazza Verde a 3 km dal suo bunker. La brigata di pretoriani a difesa del Colonnello si e' arresa e ha deposto le armi. Il Cnt ha reso noto che sono stati catturati Seif al Islam, secondogenito del leader libico, e suo erede designato e Saadi, terzogenito con la passione per il calcio. Al momento gli insorti non stanno incontrando alcuna resistenza. La loro avanzata e' rallentata dal traffico e dal caos e da centinaia di libici che inneggiano alla fine del regime.
Gli Stati Uniti assistono con favore all'offensiva finale a Tripoli contro Muammar Gheddafied esortano gli insorti del Cnt di Bengasi a pensare da subito alla Libia senza il Colonnello. Lo riferisce il dipartimento di Stato .
Mentre gli insorti avanzano nel cuore di Tripoli, la voce del regime libico, il portavoce Mussa Ibrahim in una conferenza stampa ha offerto un "imediato cessate il fuoco se anche i ribelli insorti si fermeranno" e ha chiesto alla Nato "di fare pressione sugli insorti del Cnt di Bengasi". Ibrahim ha aggiunto che solo oggi sono morte 1.300 persone a Tripoli e ha accusato l'Alleanza atlantica di sparare indiscriminatamente su "tutto cio' che si muove" . Il portavoce del Colonnello ha inoltre annunciato che Gheddafi e' pronto a negoziati diretti con il Cnt di Bengasi.

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