Tripoli - Si combatte per Tripoli, da dove arrivano notizie discordanti sulla rivolta contro Gheddafi con gli insorti che parlano di 'battaglia decisiva' mentre il regime avverte che non ci sarà nessuna resa.

Secondo quanto riporta al Jazeera, i ribelli libici hanno preso il controllo di quattro quartieri di Tripoli - Tajourah, Souq el-Gomaa, Urada e al-Sabaa. Al Jazeera parla di moltissimi abitanti di Tripoli che sono scesi nelle strade, molti disarmati. A Tajourah i residenti sarebbero riusciti a liberare 450 detenuti di una prigione, mentre nella base militare di Mitiga i soldati che dovevano difenderla avrebbero deposto le armi. Intanto, sempre al Jazeera, parla di 31 soldati governativi ed altri 42 catturati nel corso dei combattimenti.

Per il vice presidente del Consiglio Nazionale di transizione, Abdel Hafiz Ghoga, si è ai momenti finali della rivolta: "L'ora zero è iniziata, i ribelli a Tripoli si sono sollevati", ha detto spiegando che questi sono in stretto coordinamento con le forze di Bengasi.

Muammar Gheddafi, con un messaggio audio, ha lanciato un appello alla resistenza. Appello che il figlio Saif al Islam ha ripetuto alla televisione di stato, definendo i ribelli dei "delinquenti". "E' impossibile che noi ci arrendiamo", ha detto il figlio del colonnello definendo "vittorie illusorie" quelle rivendicate dai ribelli.

Nel messaggio audio, Gheddafi ha detto che i ribelli sono dei traditori, mentre il suo portavoce, Moussa Ibrahim, ha aggiunto che nella capitale si sarebbero infiltrati solo un ristretto numero di insorti ma che sono stati eliminati ed ora la città è di nuovo 'al sicuro'. "Tripoli è ben protetta, abbiamo migliaia di buoni soldati pronti a difenderla da questi ribelli sostenuti e armati dalla Nato", ha detto in una conferenza stampa il portavoce del governo libico. Moussa Ibrahim ha detto poi che "la "Nato sta aprendo la strada ai ribelli che sono troppo deboli per farlo da soli". Il portavoce libico ha poi accusato le forze ribelli che stanno avanzando di "esecuzioni, saccheggi, stupri e torture". "La Nato ha fornito a questi ribelli armi con cui stanno uccidendo il popolo libico, copertura aerea, intelligence e logistica: noi consideramo Obama, Sarkozy e Cameron moralmente responsabile di ogni uccisione" di libico, ha detto ancora. "Noi continueremo a combattere a meno che tutti accettano un cessate il fuoco", ha concluso Ibrahim.

Da una parte il regime serra le fila, dall'altra arrivano notizie su una possibile fuga del Colonnello. Secondo fonti della capitale libica, Gheddafi avrebbe lasciato Tripoli, di fronte all'avanzata dei ribelli, per trasferirsi, insieme alla sua famiglia, in una regione sulla frontiera con l'Algeria. Qui potrebbe contare sul sostegno e la protezione del suo clan Al Orban. Il suo piano sarebbe quello di fuggire in Algeria, ma non ci sono conferme in questo senso negli ambienti degli insorti.

"Bisogna essere molto cauti in questo campo. Quello che vi posso confermare è che effettivamente, il numero due del regime di Gheddafi è in Italia e che vi sono delle cellule che stanno operando a Tripoli. Per il resto bisogna comunque essere cauti", ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa. "Non vi è dubbio però che adesso si può parlare di un momento estremamente favorevole per gli insorti. E' un momento - ha aggiunto La Russa - in cui si può sperare di fare un passo decisivo per la soluzione della nostra presenza e del conflitto che è in atto in Libia". "Però - ha ribadito - bisogna essere cauti, bisogna aspettare. Io sono convinto che accanto all'azione militare che gli insorti stanno mettendo in atto e all'azione della Nato affinché siano protetti i civili, ci sia sempre bisogno della forte azione politica e diplomatica. Ma credo - ha concluso La Russa - che anche quella si stia muovendo". (Adnkronos/Ign)

Il Cairo - Uno degli uomini che furono più vicini al leader libico Muammar Gheddafi, l'ex primo ministro Abdul Salam Jalloud, si sarebbe unito ai ribelli. Lo annuncia la rete televisiva ribelle Libya Hurra, aggiungendo che Jalloud è fuggito da Tripoli e si è unito agli insorti nella città di Zintan.
La nuova defezione rappresenta un duro colpo per Gheddafi: Jalloud fu a fianco del leader libico nel colpo di Stato che lo portò al potere nel 1969. Primo ministro negli anni Settanta, era considerato il braccio destro del dittatore libico.
Continua, intanto, l'avanzata dei ribelli. Gli insorti avrebbero preso il controllo dell'aeroporto internazionale di Tripoli. Lo ha annunciato la radio degli insorti a Misurata 'Hurra', precisando che un nutrito numero di miliziani sta ora dirigendosi verso il centro della capitale con l'obiettivo di prendere il controllo del palazzo della tv di Stato e delle stazioni radio. La stessa emittente radiofonica ha riferito che oltre 10 mila ribelli stanno partecipando alle operazioni per la conquista di Tripoli. Nella notte gli insorti hanno annunciato l'inizio dell'operazione 'Alba della sposa del mare' per la presa della capitale nordafricana.
In precedenza avevano annunciato di aver conquistato il pieno controllo dello strategico porto di Brega, 750 chilometri a est dalla capitale.
Negli ultimi giorni i ribelli hanno conquistato anche Zlitan, 160 chilometri a est di Tripoli, e Zawiya, 40 chilometri a ovest dalla capitale.
Quanto alla sorte del leader libico, possibile meta dell'esilio di Gheddafi potrebbe essere Hammamet. A quanto apprende AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL da fonti delle città tunisina il colonnello dovrebbe alloggiare all'Hotel Hasdrubal, uno dei più eleganti del paese, dove è già stato ospite in passato in occasione di una sua visita in Tunisia. Per Gheddafi sarebbe già pronta una suite lussuosissima con magnifica vista sul golfo di Cap Bon e piscina privata.La notizia di una possibile fuga di Gheddafi in Tunisia era stata riferita ieri anche da fonti dell'intelligence Usa, secondo le quali la partenza del leader libico e della sua famiglia sarebbe questione di giorni. (Adnkronos)

Londra - La reazione delle autorità alle violenze è "veramente iniziata". Lo ha detto il premier britannico, David Cameron, nel suo intervento alla Camera dei Comuni. Cameron ha annunciato che la polizia avrà il potere di costringere i cittadini a rimuovere indumenti che coprano il viso in caso di "elementi ragionevoli" di sospetto.I rivoltosi, ha ammonito ancora, "pagheranno per quello che hanno fatto". Cameron ha inoltre annunciato che il governo affronterà il problema dei gruppi criminali che si formano attraverso i social network. Quanto all'impiego dell'esercito a fianco della polizia, Cameron ha definito questa possibilità un'"ultima risorsa". La Gran Bretagna, a un anno dai Giochi olimpici di Londra, mostrerà al mondo che sta reagendo e che "guarda avanti".
La morte di Mark Duggan solleva domande "alle quali va data risposta" ha affermato ancora il primo ministro britannico. Questa morte è però stata usata a suo parere "come scusa" da "gang opportunistiche" per condurre saccheggi.
In uno dei passaggi del suo intervento il premier ha poi rimarcato che "la sicurezza dei cittadini è il primo dovere di un governo" ed ha definito le violenze degli ultimi giorni "criminalità pura e semplice".
Quanto alla polizia britannica, ha mostrato "incredibile coraggio" sebbene la reazione iniziale sia stata troppo lenta. Quindi si è difeso dalle critiche dell'opposizione laburista che lo accusa di avere indebolito la capacità delle forze di polizia, assicurando che i tagli al bilancio della polizia, decisi dal governo conservatore per i prossimi 4 anni, sono "completamente ottenibili" senza intaccare l'efficienza delle forze dell'ordine.
Quindi ha garantito che il governo sosterrà il costo dei risarcimenti dei danni provocati dalle violenze di questi giorni, annunciando anche l'istituzione di un fondo di 10 milioni di sterline a disposizione delle autorità locali per la ripulitura e la messa in sicurezza delle aree danneggiate.
Intanto è tornata la calma a Londra e nelle altre città britanniche - Manchester, Birmingham e Liverpool - interessate dai disordini degli ultimi giorni. Un forte dispiegamento di polizia, aiutato da una pioggia intensa, ha impedito una quinta notte di saccheggi e violenze.
Ma la tensione rimane alta. Nella capitale vi sono stati infatti scontri fra la polizia e circa 200 giovani dell'estrema destra che per la seconda notte consecutiva si erano schierati in strada dicendo di voler proteggere la comunità locale dalle violenze.
Una veglia pacifica si è tenuta la scorsa notte a Birmingham in memoria dei tre giovani uccisi all'alba di ieri mattina mentre cercavano di proteggere i negozi dai saccheggiatori. Un disperato appello alla calma e all'unità è giunto daTariq Jahan, padre di una delle tre vittime, il 21enne Haroon.
"Stava cercando di aiutare la sua comunità ed è stato ucciso", ha detto Jahan alla veglia, citato dal Guardian. "Oggi siamo qui per chiedere ai nostri giovani di rimanere calmi, alla nostra comunità di rimanere unita - ha proseguito - questa non è una questione razziale. La nostra famiglia ha ricevuto condoglianze da tutti i settori della società. Io ho perso mio figlio. Neri, asiatici, bianchi, viviamo tutti nella stessa comunità. Perché dobbiamo ucciderci gli uni con gli altri?".
I tribunali lavorano a pieno ritmo per giudicare i giovani arrestati. I primi ad essere stati condannati sono stati due uomini di Manchester che dovranno scontare una pena rispettivamente di 10 e 16 settimane di carcere. Nell'area metropolitana di Londra, che è rimasta calma per la seconda notte consecutiva, vi sono stati 888 arresti e 371 persone sono state già incriminate. Nella regione del West Midlands gli arresti sono stati oltre 300, mentre altri 100 arresti sono avvenuti a Manchester e Salford. La persona più giovane incriminata è una ragazzina di soli 11 anni, incriminata per danneggiamento dalla magistratura di Nottingham. (Adnkronos/Ign)

Oslo  - Anders Behring Breivik, l'autore della strage di venerdì scorso in Norvegia, potrebbe essere incriminato per crimini contro l'umanità. E' questa l'ipotesi di accusa che stanno valutando gli inquirenti, secondo quanto ha dichiarato il procuratore Hatlo al quotidiano Aftenposten, ricordando che il massimo della condanna per questo crimine è di 30 anni di prigione.

Intanto, la polizia norvegese ha detto che presto confermerà ufficialmente l'identità dei 68 giovani uccisi dall'estremista di destra sull'isola di Utoya, "non appena i nomi saranno verificati" e le famiglie informate. Secondo la stampa norvegese, i corpi di 57 ragazzi sono stati trovati sull'isola dove si svolgeva il campeggio dei giovani laburisti ed altri 10 in mare, colpiti da Breivik - responsabile della morte anche delle otto persone uccise dalla bomba piazzata nel centro di Oslo - mentre cercavano di mettersi in salvo a nuoto.

Introdotti nel codice penale norvegese nel 2008, i crimini contro l'umanità quindi prevedono una pena più dura, 30 anni, di quella massima per i reati di terrorismo, 21 anni, per i quali l'autore della strage è stato già incriminato. Il procuratore Christian Hatlo ha comunque sottolineato che questa ulteriore e più grave incriminazione al momento è solo una possibilità. (Adnkronos/Ign)

Dal vertice tra Francia e Germania si è chiuso con l’intesa di proporre ‘un governo economico ‘ per l’Europa (o quantomeno per le Nazioni che rientrano nell’eurozona), un governo che nelle intenzioni di Sarkozy  e della Merkel dovrebbe riunirsi una volta al mese, con un presidente stabile perlomeno per due anni Il Presidente francese si è spinto anche oltre addirittura designando per l’importante carica Herman Van Rompuy.

I due statisti hanno trovato anche un accordo sulla necessità che i due ministri delle finanze di Francia e Germania presentino già a settembre una proposta di tassazione sulle transazioni finanziari. Liquidata come non opportuna al momento la proposta avanzata dal nostro ministro delle finanze Giulio Tremonti sugli eurobond.

Apprezzamenti hanno espresso poi per le decisioni drastiche assunte dai due governi italiano e spagnolo. Il pareggio di bilancio dovrebbe essere norma costituzionale in tutti i Paesi europei: è l’altro auspicio espresso da Sarkozy  e della Merkel.

 (di Nunzio De Pinto) Nuovo scoppio di violenza in Afghanistan. Quattro paracadutisti italiani e un interprete afgano sono rimasti feriti nei pressi di Bala Balouk, in Afghanistan. Ieri mattina, durante un’attività di pattugliamento congiunta fra i paracadutisti della Folgore e le forze di sicurezza afgane mirata al controllo del territorio e nel corso della quale era previsto anche un incontro con le autorità locali dei villaggi nella zona di Bala Balouk, sono rimasti feriti quattro militari italiani ed un interprete afgano. Dopo aver ricevuto alcuni colpi di mortaio, che non hanno causato danni, i parà della 5^

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Oslo - Anders Behring Breivik è stato incriminato per terrorismo ed ha ammesso di aver compiuto gli attacchi di Oslo e Utoya ma si è rifiutato di dichiararsi colpevole durante l'udienza preliminare che si e' svolta a Oslo. Il sospetto - al quale non è stato concessa un'udienza pubblica né è stato permesso di presentarsi in uniforme in tribunale, come invece aveva chiesto - ha detto di aver voluto "lanciare un forte messaggio alla gente", di aver voluto "salvare la Norvegia e l'Europa occidentale dal 'marxismo culturale'" e di aver voluto "procurare perdite il più grave possibile al Partito Laburista". Questo quanto riferito dal giudice Kim Heger dopo l'udienza.

Breivik è stato aiutato da due cellule nei preparativi degli attacchi a Oslo e Utoya. La notizia è stata resa nota al termine dell'udienza preliminare a porte chiuse che si è svolta a Oslo.

Dalla Polonia arriva poi la notizia dell'interrogatorio a un presunto complice del fanatico da cui sembra che abbia tentato di acquistare degli esplosivi. La radio polacca Rmf Fm aveva inizialmente diffuso la notizia dell'arresto di un uomo di Wroclaw nel sud della Polonia. Ma la procura di questa città ha smentito. La polizia ha spiegato che sta conducendo un'indagine, insieme all'Ufficio centrale d'investigazione e all'Agenzia di Sicurezza nazionale, sulla base di una richiesta della polizia norvegese, ma ha spiegato di non voler fornire ulteriori dettagli per non danneggiare l'inchiesta.

Secondo quanto riferisce il quotidiano norvegese Aftenposten, l'uomo, durante il lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto, ha confessato che sull'isola di Utoya sperava di uccidere l'ex primo ministro norvegese Gro Harlem Brundtland.

Agli inquirenti, Breivik ha spiegato che voleva uccidere la Brundtland quando è venuta a parlare al campo estivo laburista all'inizio del pomeriggio di venerdì, ma che è arrivato troppo tardi. L'ex primo ministro laburista, alla guida del paese per tre mandati fra il 1981 e il 1996, è stata definita "assassina del Paese" nel delirante manifesto di 1500 pagine che Breivik ha diffuso su Internet.

La condanna massima a 21 anni di detenzione, prevista dal codice penale della Norvegia, dove non esiste l'ergastolo, può essere in alcuni casi estesa una volta che il condannato ha scontato per intero la sua pena. A spiegarlo è stato il portavoce della polizia norvegese Henning Holtaas. Una volta giudicato colpevole dei reati che gli vengono attribuiti, Anders Behring Breivik, il 32enne responsabile del duplice attacco di venerdì scorso non potrebbe quindi essere condannato ad una pena superiore ai 21 anni. Tuttavia, spiega Holtaas, citato dalla Cnn sul suo sito, se la Corte riterrà che in futuro l'imputato potrebbe rappresentare un pericolo per la società, la condanna potrebbe comprendere l'obbligo, allo scadere dei 21 anni, di una revisione del caso, con la possibilità di un prolungamento della detenzione una volta constatato che il condannato continua a rappresentare una minaccia per il pubblico.

Al momento il bilancio dei due attacchi è di almeno 76 morti, rivisto nelle ultime ore al ribasso dalle autorità. Di cui 68 nell'isola di Utoyae 8 a Oslo. ma rimangono ancora cinque dispersi a Utoya e la polizia sta cercando se vi siano altri corpi negli edifici colpiti dalla bomba a Oslo. Mentre dei feriti, almeno 31 sono ricoverati in condizioni gravi o critiche.

E la tragedia di Utoya coinvolge direttamente anche la famiglia reale norvegese. Fra le vittime della strage vi è infatti Trond Berntsen, il fratellastro della principessa Mette Marit, moglie del principe ereditario Haakon. Lo ha reso noto la portavoce del palazzo reale, Marianne Hagen. Berntsen era un ufficiale di polizia fuori servizio. Era figlio del patrigno della principessa, morto nel 2008.

Intanto oggi tutta la Scandinavia si unirà al minuto di silenzio con il quale la Norvegia ricorderà a mezzogiorno i morti dei due attacchi di venerdì. Il silenzio, deciso da re Harald e dal primo ministro Jens Stoltenberg, verrà osservato anche in Danimarca, Svezia e Finlandia. (Adnkronos/Ign)

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